NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Lui non capì tanto il mio discorso, troppo impegnativo per un irruento e pericoloso detenuto, ma
dopo lunga insistenza da parte mia accettò l’invito a rilassarsi ed iniziammo a parlare d’altro.


Subito dopo colsi la palla al balzo per stemperare ancora di più gli animi, uscendo dalla cella in
quanto fui chiamato dalle guardie che mi condussero molto cordialmente in un ufficio dove mi
attendeva una psicologa per una visita di rito ai nuovi detenuti.


La dottoressa mi fece molte domande sulla mia vita, sulla mia salute, e compilò un questionario per
analizzare la mia personalità e verificare se vi fossero rischi di autolesionismo che assolutamente
non sussistevano.


Subito dopo le guardie mi fecero sostenere un colloquio anche con un’assistente sociale, in questo
caso per individuare eventuali problematiche ulteriori che avrebbero potuto complicare la mia
detenzione.


Alla fine delle visite apprezzai molto l’organizzazione del carcere, la situazione generale dei
detenuti, e complessivamente l’ottimo esordio della mia nuova dimensione detentiva: la visita
medica la sera prima, l’accoglienza degli altri detenuti, la colazione tutti assieme, il simpatico
bottino della marmellata, la soave presenza dello Spirito Santo, il racconto emotivamente condiviso
da tutti sulla ingiustizia giuridica che mi aveva obbligato a finire in cella, la visita della psicologa, la
visita dell’assistente sociale, la cordialità delle guardie e degli altri addetti!


In poche ore avevo modificato completamente il giudizio negativo che mi era pervenuto
erroneamente, in precedenza, sul carcere di Salerno, derivante da maldicenze sicuramente esagerate,
scorrette ed assolutamente fuori luogo.
La struttura era sicuramente fatiscente, almeno la cella del transito, ma il personale intero e
l’organizzazione generale erano davvero efficienti ed a misura d’uomo.

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