A coronare quel momento positivo ci pensò un’altra guardia che mi venne a prendere per portarmi
nella sala avvocati dove era arrivata Anna!
Fui molto felice e commosso per questa sua prima visita che non reputavo possibile già la mattina
dopo l’arresto, ed invece fu consentita!
Quando la incontrai nella sala apposita entrambi percepimmo l’assurda sensazione di non vederci
da mesi, eppure era trascorsa una sola nottata!
In realtà a farci sentire così lontani fu la nuova dimensione di carcerato nella quale ero costretto
improvvisamente, e quindi le nostre vite erano diventate tanto diverse e tanto distanti.
Lei aveva un’espressione molto tesa e capii che non aveva dormito tutta la notte, in preda a pensieri
terribili derivanti dalla consapevolezza di avere un compagno rinchiuso ingiustamente in galera!
Oltretutto si era ritrovata tutta sola nel nostro letto!
Avendo compreso tutto tentai di rasserenarla ed iniziai a sorridere, a raccontarle che mi trovavo
benissimo e che il carcere di Salerno non era affatto una tragedia come tutti lo giudicavano in città.
Le dissi che avevo ascoltato musica alla tv tutta la mattinata, e che gli altri detenuti erano persone
tranquille, non si trattava di criminali pericolosi, anzi avevo fatto subito amicizia con loro.
A questo punto notai che finalmente Anna si rilassò, leggendo davvero, nei miei occhi e nei miei
sorrisi continui, una serenità che non si aspettava, e la sua espressione tornò dolce come sempre!
Finalmente rividi la mia Anna, dopo i primi minuti di grande tensione e distanza emotiva.
La abbracciai e la baciai sulle labbra, forse contravvenendo ai buoni comportamenti che occorre
avere in quei casi in carcere, ma sentivo di non commettere reati ed anzi di aver diritto a rincuorarla
e a trasmetterle tutto il mio amore!
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