Ebbi l’esigenza di pregare e di abbracciare la Bibbia ma la sedia dove l’avevo appoggiata era
lontana almeno due metri, una distanza inarrivabile per me in quelle condizioni, sdraiato nel letto,
con flebo, monitor e fili dappertutto, quindi dovetti rinunciare persino al Libro Sacro.
Per liberarmi da tutte quelle oppressioni sperai che venisse presto notte, anche per abbandonarmi a
qualsiasi altra dimensione che non fosse quella, cosciente e sofferente, nella quale mi trovavo.
Avevo bisogno di stordirmi, di evadere, di fuggire, e l’unica opportunità era rappresentata dal buio e
dal distacco dallo stato di coscienza.
Benché sia notte
Arrivò il buio pesto tutto attorno a me, l’unica luce era proprio quella emessa dai dati del monitor,
ed i suoni tetri emessi da quello strumento infernale erano gli unici presenti nella cella.
Il pensiero andava sempre al mio adorato Signore, il mio Infinito Amore, che mi consolava.