Oltretutto le mani erano bloccate dalle manette che impedivano ulteriormente qualsiasi movimento,
e di fatto le braccia rimanevano schiacciate sulla parete di plexiglass con nessuna speranza di poter
acquisire posizioni meno opprimenti. Io sono alto 180 cm ed ero sicuro che detenuti dai 18 5 cm in
su non sarebbero potuti entrare in quello spazio così angusto!
Fui costretto a chiudere gli occhi per non subire problemi di claustrofobia, anche se non ne avevo
mai sofferto in precedenza, e fu un viaggio in condizioni estreme, fortunatamente breve.
Quelle procedure mortificanti in ogni caso, al di là del disturbo fisico dovuto a problemi di spazio
striminzito nel furgone, non avevano più alcun effetto su di me, e dopo la nuova Alba, infatti,
uscendo dal reparto ospedaliero, non coprii più le manette con il fazzoletto, ed al contrario decisi di
mostrarle in bella evidenza come uno dei trofei più importanti della mia vita.
Clamorosamente ero orgoglioso dell’esperienza carceraria perché Dio era sempre con me.
La Madonna mi aveva salvato la vita per l’ennesima volta e pertanto pensavo continuamente a Lei,
alla sua dolcezza infinita, alla Sua protezione materna sconfinata.
La mia mente, il mio cuore, la mia Anima, il mio Spirito, erano stati tutti rinnovati dai miei Amori
Infiniti, e sapevo perfettamente che non avrei permesso più, a niente e nessuno, di tradire la fiducia
che mi era stata donata.
Adesso toccava a me mostrare il mio valore di Cristiano, di uomo, di padre, di compagno, di
creatura amata infinitamente da Dio e dalla Madonna a cui dedicavo continuamente tutte le mie
Passioni, sia le gioie che le sofferenze, sapendo che sarebbero state entrambe Santificate.
Ormai non mi sentivo più solo, avevo la migliore compagnia dell’universo.
Con questa convinzione, che mi donò enorme coraggio, ripresi la mia esperienza carceraria.