NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

La perdita della Sua vita ha donato frutti enormi all’intera umanità, per tutti i tempi. Anche tu con
le tue rinunce e con ciò che perderai nella tua vita, potrai raggiungere il perdono e la salvezza
eterna, necessarie proprio per ritrovare tua moglie in Cielo. Tutto ciò che ti verrà tolto adesso, e
fino alla tua morte, ti sarà utile per volare in Paradiso quando Dio vorrà. È il mio augurio più
grande. Ti voglio bene e pregherò per te”.
Lui mi guardò negli occhi per l’ultima volta, e dimostrò di aver compreso esattamente le mie parole,
infatti mi salutò annuendo e subito dopo abbassando lo sguardo per comunicarmi la condivisione
totale di quei pensieri spirituali.
Mi allontanai fissando il suo sguardo commosso nella mia mente, per immortalarlo come si addice
ad una della emozioni più forti della mia vita.
Davvero strana, sorprendente, surreale, la mia spiritualità, capace di scovare e riconoscere il seme
della Fede persino nell’animo di un vero boss. Lo affidai eternamente a Dio e andai via per sempre.


A quel punto, ultimati i saluti di rito, presi tutte le mie cose e le guardie mi portarono, insieme ad un
altro detenuto, nel furgone della Polizia penitenziaria, direzione carcere, mettendoci le manette sin
dal reparto ospedaliero.
L’altro detenuto era un tossicodipendente che nei giorni precedenti aveva creato il panino nella cella
ospedaliera, strillando continuamente perché pretendeva dosi massicce di metadone, probabilmente
superiori a quelle concedibili. Sta di fatto che si era comportato davvero male per parecchio tempo,
facendo penare non poco sia le guardie che gli operatori sanitari. Quella mattina però era tranquillo,
felice di tornare in carcere, e la sua serenità fu di buon auspicio anche per me.


Il furgone era di grosse dimensioni ma ognuna delle due postazioni per detenuti sembrava una sorta
di bara in verticale, per viventi o pseudo tali, nella quale non era possibile muoversi, e la sensazione
di non poter respirare era davvero inquietante, aggravata da un grosso plexiglass opprimente, quasi
a tutta parete, sovrapposto alle già massicce ed asfissianti sbarre.


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