NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Erano momenti di grande emozione per quei detenuti, ai quali senza alcun preavviso veniva
comunicato l’immediato rientro a casa dai loro affetti!!


La gioia del rientro a casa era enorme perché tutti, durante la carcerazione, trascorrevano il tempo
terribilmente preoccupati per i loro familiari, considerate le tante vittime che ogni giorno mieteva il
virus in Italia. Oltretutto per sicurezza erano stati vietati i colloqui in carcere con i parenti, per cui la
maggior parte dei detenuti viveva in uno spaventoso stato di incertezza perché non potevano
ottenere alcuna forma di comunicazione dai propri cari, e quello strazio infatti fu il motivo
principale della rivolta.


L’eco notturno delle sbarre percosse


Molti sognavano il rientro a casa, anche i detenuti sani che avevano messo in atto la rivolta
sperando di ottenere l’indulto o l’amnistia.


La sera, infatti, appena tutti si mettevano a letto, capitava qualcosa che non dimenticherò mai in
tutta la mia vita per la sensazione stupefacente che mi procurava.


Mi trovavo già nel letto la prima sera che capitò - con la testa poggiata su un cuscino improvvisato
composto dalle buste dei miei vestiti alle quali sovrapponevo l’accappatoio per renderle più
morbide, ed il corpo semi avvolto in una squallida coperta marrone che non riusciva a coprirmi del
tutto essendo di media taglia - ed all’improvviso avvertii una vibrazione nelle pareti della cella,
provenire da molto lontano, che col passare dei secondi divenne un’eco che si propagava nei
corridoi ed aumentava sempre di più in intensità.


Quel suono aveva qualcosa di surreale, di ancestrale, ma non riuscivo a capire di cosa si trattasse.

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