La zona ove si trovava la mia cella, di fronte all’unica area di vegetazione disponibile
Il rovescio della medaglia della mancanza delle vetrate fu, però, che bastava un po’ di vento per
farci sentire in mezzo ad una burrasca perché in quella traversa si radunavano utte le correnti ed
entravano impetuose proprio nella nostra cella non trovando alcun ostacolo.
La cella manifestava tutti i segni della rivolta: televisore distrutto, rubinetti igienici quasi divelti,
scarico del wc rotto, letti a castello rovinati, ma in rapporto alla cella precedente, quella del transito,
ci sembrò una suite, ed era anche molto più soleggiata.
Infine eravamo solo in tre, tutti soggetti tranquilli, tutti abilmente selezionati dalla direzione, quindi
ci sentivamo felici e persino entusiasti.
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