NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Eravamo davvero felici io e la mia squadretta di detenuti molto anomala e costituita da improbabili
delinquenti, che in realtà sembrava più una riserva esiliata di salesiani perché composta da me che
apparivo un mistico in odore di pseudo santità; da un gigante buono, anzi buonissimo, sicuramente
troppo per quell’ambiente, che si chiamava Peppe; ed infine dal ragazzo di colore che aveva detto di
chiamarsi Akin, o qualcosa di simile perché non si capiva bene, infatti convenzionalmente gli
appioppai quel nome anche se non corretto, che rappresentava la timidezza allo stato puro, fatta
uomo, anzi ragazzo perché aveva soltanto una ventina d’anni!
Tutto si poteva dire di noi tranne che fossimo dei carcerati.


Eppure lo eravamo, del tutto particolari, ma lo eravamo.


L’entusiasmo di essere capitati tutti insieme, e soltanto in tre invece che in sette od otto, per giunta
in una cella soleggiata ed affacciata sulla vegetazione, ci faceva sentire un’allegra brigata di
aspiranti redivivi.


“Se ci avesse incontrato qualcuno fuori dal carcere, tutti insieme, avremmo suscitato ilarità,
figuriamoci dentro il carcere”, pensai grottescamente.
Sembravamo un trio delle meraviglie, riuniti da un insolito destino, e piuttosto comici, come vari
gruppi storici tipo Aldo Giovanni e Giacomo, i Trettrè, i Ditelo voi, le Sorelle Bandiera, i Tre
Marmittoni, la Smorfia! E chissà cos’altro di grottesco.
Ad un certo punto pensai che il direttore ci avesse messo tutti insieme per comporre un gruppetto
teatrale comico, per rallegrare prima di tutto il personale del carcere al completo, e poi anche tutti
gli altri detenuti!
Eravamo l’armata Brancaleone dell’intero carcere, e facevamo tenerezza a tutti, persino ad una
guardia che notoriamente era piuttosto cattiva e maltrattava tutti tranne noi, infatti ci accudiva come
non aveva mai fatto prima nella sua lunga carriera, almeno così ci riferirono altri detenuti.

Free download pdf