NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

Infatti già poche ore dopo il nostro arrivo in cella inviò diverse squadre di tecnici e fece riparare
tutto: tv, rubinetteria, wc.


Gli altri detenuti rimasero attoniti ed increduli quando videro tutto quel movimento e quella
particolare efficacia intorno a noi! E forse pensarono che qualcuno di noi fosse una tale autorità,
chissà poi in che campo, da meritare il rispetto persino della guardia più crudele, invece si trattò
semplicemente di compassione, pena, benevolenza, di fronte all’innocenza imbarazzante che
emanavamo da tutti i pori.


L’accoglienza degli altri detenuti


In ogni caso gli altri detenuti, a prescindere dal buon trattamento che ci riservavano le guardie,
iniziarono a passare tutti innanzi alla nostra cella, a presentarsi, ad accoglierci con grande umanità e
fratellanza, a chiederci continuamente se avevamo bisogno di qualcosa! Oltretutto ci portavano
continuamente, durante l’ora d’aria, omaggi di benvenuto di tutti i tipi: marmellate, fette biscottate,
zucchero, latte, pane, caffè, persino vestiti, maglie, accappatoi, che utilizzò in particolare il ragazzo
di colore che non aveva nulla con sé.


L’unico neo fu la cella sempre chiusa, e rimase tale perché eravamo ancora nelle fasi post rivolta
nelle carceri, e pertanto sussisteva ancora uno stato di controllo generale dei detenuti.


La cella fu la mitica A2, cioè la seconda della sezione A, probabilmente la più tranquilla di tutto il
carcere, e non a caso venimmo trasferiti proprio li, mentre di fronte a noi c’era una sezione che
invece appariva una delle più pericolose perché quando ci capitava di incrociare i detenuti, nelle
scale per andare in cortile a usufruire dell’ora d’aria, facevano veramente paura solo a guardarli!


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