Pensai in pochi secondi a tutte le soluzioni che mi venivano in mente! Pensai alla possibilità di
trovargli una casa-famiglia, ma come potevo se ero rinchiuso in carcere anch’io?
Pensai che una volta uscito dal carcere avrei potuto offrigli un posto letto visto che io ed Anna
avevamo una camera in più! Pensai di farlo trasferire al nord presso qualche centro di accoglienza
per rifugiati - perché sicuramente lo era anche lui - per tenerlo lontano dagli aguzzini che volevano
fargli spacciare morte! Pensai di trovargli un lavoro magari nella struttura della ristorazione di
eccellenza che avevo progettato, se i miei soci fossero riusciti a farla nascere in mia assenza!
Pensai ad istituti religiosi che spesso avevano strutture abitative dove avrebbe potuto vivere e
lavorare! Ma chiuso dentro il carcere non potevo essergli d’aiuto, e pensai di parlarne con Anna
appena sarebbe venuta al colloquio.
Lui mi osservò bene mentre pensavo a tutte le soluzioni possibili, intuì ed apprezzò i miei sforzi, e
alla fine aggiunse: “qui invece ho tutto, casa, cibo, e soprattutto amici come te e Peppe che mi
volete bene, ed altri che mi portano i vestiti e facciamo sempre la festa!”.
Con quella risposta mi stupì ancor di più e mi commosse profondamente infatti dovetti girarmi
dall’altra parte per non mostrargli i miei occhi lucidi.
Davvero aveva tutto in carcere, anche e soprattutto gli amici che gli volevano bene, forse per la
prima volta in un paese non familiare come l’Italia.
E capii che eravamo tutto il suo mondo, non aveva altro.
Proprio in carcere aveva trovato quella fratellanza che fuori non esisteva quasi più.
Anch’io a pensarci bene avevo trovato in carcere la comprensione e l’accoglienza ormai quasi
estinte al di fuori, considerate le ingiustizie subite per trent’anni! Che emozione!
Avevamo entrambi trovato l’Amore umano dove doveva esistere soltanto l’odio!
Indice