Soltanto una donna avvocato, oltretutto, avrebbe potuto difendermi, penalmente e civilmente, con la
tenacia e la passione che mise lei in campo, e quindi in Anna si materializzarono tutte le figure di
cui avevo bisogno: compagna di una vita ed avvocato scrupoloso e particolarmente impegnato.
Seppe essere anche un’ottima amica, cosa niente affatto scontata fra fidanzati.
Si, anche amica, perché io e lei sapevamo anche essere qualcosa in più di semplici fidanzati, la qual
cosa è un enorme privilegio nelle coppie perché da amici si riescono a condividere tante passioni
senza farle influenzare dai sentimenti, come l’amore che avevamo entrambi per gli animali e per la
natura intera.
Dio me la donò a “mia immagine e somiglianza”, volendo definirla così, prendendo in prestito le
Sue parole.
E ciascuno divenne per l’altro il suo Angelo Custode sempre affiancato, sempre pronto ad ogni
conforto ed ogni sollievo.
In quasi sette anni di fidanzamento avevamo già condiviso gioie e dolori importanti, combattendo
insieme contro tanti nemici, gioendo insieme a tanti amici, sognando un futuro migliore per noi e
per i nostri cari, anche se il destino ci aveva tristemente allontanati dalle nostre famiglie, io dai miei
figli e lei dai suoi genitori.
Non avevamo paura di combattere per liberarci, entrambi, dalle sofferenze imposteci da soggetti
estranei al nostro splendido amore.
Ognuno fu costretto ad allontanarsi dai suoi affetti a causa di cattiverie subite da terze persone che
non meritano nemmeno di essere menzionate nel libro della mia vita, tanto è il disgusto che provo
per loro.