Tutti coloro che si salvarono da quel terribile sisma si sentirono miracolati, una sensazione che
avvertimmo anch’io e Giovanna appena riuscimmo a ritrovarci dopo un periodo di lontananza
forzata, e l’essere ancora vivi rafforzò ulteriormente il nostro amore.
Da allora ci fu un crescendo di reazioni intense da parte delle popolazioni colpite, per ricostruire la
nostra terra, la nostra vita, il nostro presente ed il nostro futuro, ed anch’io e lei ci sentivamo
partecipi di una necessaria ripresa sociale.
Si avvertiva un fermento che alimentava ancor di più il nostro amore che anche per questo visse
anni stupendi, meravigliosi, indimenticabili.
Eravamo entrambi molto credenti, lei più di me per la verità, e quindi avvertivamo come una sorta
di Santa protezione su di noi, e credo che ci sia stata davvero in quanto la nostra felicità divenne
addirittura esaltante.
Eravamo come immuni da qualsiasi problematica, e crescevamo felici insieme.
Essendo forti e felici sentivamo il bisogno di tirare su di morale le persone e gli amici in difficoltà,
avvertivamo l’esigenza di aiutare il prossimo.
Quella disponibilità, divenuta nel tempo una sorta di piccola vocazione, Giovanna la mise in atto
diventando una crocerossina della Unitalsi in occasione di numerosi viaggi a Lourdes,
materializzando un sogno che aveva sin da piccola.
Io invece mi dedicavo esclusivamente a lei, che amavo follemente, ed allo sport, infatti ero
diventato un campioncino in tante discipline: calcio, basket, tennis, atletica.
Amavo moltissimo lo sport, infatti uno dei ricordi più belli della mia vita è la vittoria della
nazionale italiana ai mondiali del 1982 in Spagna, che condivisi con Giovanna ovviamente.
Fu uno degli episodi in assoluto più raggianti della mia vita, insieme all’altro mondiale vinto nel
2006 che invece celebrai con i miei figli.