Lui gridò dalla gioia e mi fece tanti complimenti perché aveva ben immaginato che non sarebbe
stato facile, la posta in palio era troppo alta ed io ero fragile, emozionato, imbarazzato.
Quel periodo a Napoli fu splendido, i bambini andavano a scuola felici, la casa era luminosa e
gioiosa, gli inquilini del palazzo ci volevano bene, spesso ci offrivano da mangiare e ci venivano a
trovare per stare insieme e far giocare i loro bambini con i nostri.
Io studiavo tanto, forse troppo, e sostenevo talmente tanti esami che alla fine ne superai 15 in 11
mesi, cosa che mai era successa prima a nessun altro studente in tutta la storia dell’università di
Medicina di Napoli! Anche l’estate la trascorsi interamente sui libri, preparando uno degli esami più
difficili in assoluto, farmacologia, che sostenni il primo settembre.
Nonostante trascorressi tutto il tempo sulla scrivania riuscivo comunque a ritagliare momenti
meravigliosi da vivere con i miei figli e con Mariella, lasciandoci andare ad una spensieratezza che
forse non avevamo mai conosciuto prima.
Una mia foto dell’epoca.