Quindi decisi di presentare una querela contro i due venditori che non solo ottennero provvigioni
illegittime ma soprattutto mi fecero subire una denuncia dalla Usl interessata, ed infatti diedi
incarico agli avvocati di procedere in tal senso.
Discussi più volte con alcuni avvocati i quali mi riferirono che la situazione era più ingarbugliata di
quanto si potesse ritenere, pur essendo io totalmente estraneo alla irrealizzabile truffa contro la Usl.
Infatti erano convinti che sussistevano anche altri rischi contro la mia persona - considerando la
delicata situazione mediatica scatenata nel settore dalla mia denuncia che provocò tanti arresti - e
pertanto sussisteva realmente il rischio che nell’eventuale processo contro di me il cartello di
nemici si sarebbe potuto inventare altri reati inesistenti!
In effetti se erano stati capaci di farmi cadere in quella trappola facendo infiltrare i due venditori
nella mia azienda, sarebbero stati capaci anche di nefandezze peggiori in occasione dell’eventuale
processo contro di me. Oltretutto loro erano tanti e ben organizzati, io invece ero assolutamente da
solo ed indebolito enormemente, nel fisico e nella mente, da tante sofferenze patite negli anni.
Gli avvocati quindi mi consigliarono di chiudere il processo prima ancora che nascesse,
concordando un patteggiamento con una condanna lieve, il minimo possibile cioè 6 mesi.
Date le circostanze, e la condizione generale di larva umana, cioè di estrema fragilità psico-fisica
nella quale sprofondai dopo anni di martirio, fui costretto ad accettare perché l’avvocato mi
convinse che quella soluzione di fatto rappresentava il male minore.
Ancora oggi non so se ho fatto bene ad accettare in quanto non solo ero assolutamente innocente ma
di fatto impersonavo la vera vittima di quella truffa architettata dai due venditori e dal cartello di
delinquenti che li fecero intrufolare nella mia rete vendita.