Il primo viaggio eroico e l’Angelo Protettore
Alcune delle gioie e delle esperienze intense che ho vissuto nella mia vita sono dovute all’abilità
che soprattutto noi meridionali abbiamo nel crearci opportunità di vita, di successo, di speranza.
Come recita una canzone di Pino Daniele: “a’ vita è nu muorz ca nisciuno ti vò fà da!”, cioè “la
vita è un morso che nessuno vuole farti dare”, anch’io come tanti campani ho spesso reagito e mi
sono opposto alle limitazioni che la società malvagia e disumana tende ad arrecare al prossimo,
soprattutto ai più deboli - divenuto poi un saggio di vita ampiamente condiviso non solo dalla mia
generazione ma anche da quelle successive - conquistando “a morsi” alcuni importanti traguardi.
Così è stato anche per me, quindi, come accade a molti meridionali: la virtù di saper “mordere” la
vita era ed è divenuta essenziale per non essere esclusi da tutto e tutti.
In realtà è una vera e propria arte che si potrebbe parzialmente includere nella ben più ampia virtù
di “sapersi arrangiare” che nel tempo è diventata caratteristica di quasi tutti gli italiani e come tale
ci viene riconosciuta in tutto il mondo.
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