Quando però questa “arte” viene esasperata, per necessità o per capriccio, viene definita “capa
fresca” come diciamo spesso al sud quando ci riferiamo a soggetti che ne combinano di tutti i
colori, ed in alcuni casi anch’io ho espresso questa caratteristica per raggiungere i miei obiettivi.
Non era una dote naturale per me in quanto nessuno dei miei parenti l’aveva mai manifestata,
quindi io fui il primo, fin dall’età di 4-5 anni in verità, in particolare quando “scappai di casa”.
L’arte di fuggire momentaneamente da casa era di competenza dei bambini terribili che non
riuscivano proprio a stare buoni e tranquilli e quindi, in preda ad un delirio di onnipotenza,
decidevano di affrontare il mondo da soli, almeno per una breve ed eroica esperienza, sicuri di
esserne capaci.
La scappata di casa in effetti fu il mio primo viaggio, di nascosto dai miei genitori ovviamente, che
decisi di effettuare per andare a trovare mia nonna che abitava piuttosto lontano da casa mia.
Era un pomeriggio come tanti, andai a bussare alla porta di un amichetto che abitava al piano
inferiore per giocare, come spesso ci capitava di fare, ma in quella occasione mi rispose che non
poteva in quanto doveva andare dai nonni, e mi presentò quell’impegno con grande vanto, come se
si recasse da qualche super eroe dei nostri tempi, guardandomi con aria sprezzante, ed aggiungendo
uno pseudo ritornello musicale, un vero sfottò in realtà, per colpo ferire: “tu non ci vai, ci vado solo
io dai nonni...” e aggiunse trionfante una linguaccia estremamente mortificante: “tiè...mmmm”!
Rimasi sbigottito per tale affronto inatteso, e non fui in grado di rispondere alcunché perché in
effetti, quand’anche avessi minacciato anch’io un viaggio imminente dai miei nonni, certamente
non lo avrei compiuto quel giorno, in quel momento.
Quindi il mio pseudo amichetto, ormai appartenente ad una “tribù rivale” perché da quel momento
in poi lo avrei sicuramente ripudiato, aveva vinto su tutti i fronti e mi aveva zittito!