Ferito nel mio orgoglio e tornato a casa arrabbiatissimo, tentai di recuperare posizioni sul campo di
battaglia e chiesi a mia madre di poter andare anche noi dai nonni, ma rispose che lo avremmo fatto
nei giorni successivi.
Percorsi da solo decine di volte il corridoio, avanti e indietro, in lungo e largo, pensando e
ripensando a come vincere quella sfida lanciatami dal mio amichetto ormai rivale, ed all’improvviso
spuntò l’idea geniale: “vado anch’io da mia nonna, all’insaputa di mia madre”, pensai!
Certo il progetto era audace: andare da solo dalla nonna, senza i miei genitori, mi avrebbe
consentito di rinfacciare la vittoria assoluta contro il mio ex amichetto, il giorno dopo, grazie alla
mia superiore eroicità in quanto lui, invece, ci sarebbe andato solo perché accompagnato dai suoi!
In seguito alla vittoria ovviamente gli avrei potuto rimbrottare offese sul genere del moderno
“bimbominkia” - visto che ero profondamente incazzato a causa della sua ignobile provocazione -
per rifarmi delle pernacchie che mi spiaccicò in faccia senza alcuna pietà!
L’idea era vincente e non c’era tempo da perdere, per cui pensai alla strada da percorrere per
arrivare dalla nonna che, in verità, non mi era molto chiara, non la ricordavo bene, per cui ebbi un
attimo di tentennamento.
Poi, preso dall’adrenalina di compiere quel viaggio eroico, pensai che il tragitto lo avrei
riconosciuto man mano, magari osservando i palazzi che avevo visto tante volte dal finestrino
dell’auto dei miei genitori.
Ricolmo di coraggio, come si addice ad un buon soldatino in procinto di realizzare gesta belliche
trionfanti, aprii furtivamente la porta di casa, senza far rumore, visto che mia madre riposava nel
suo letto, ed iniziai il mio viaggio ultrastellare, scendendo le scale dal 5° piano ove abitavo.
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