In certi periodi quando entravo in luoghi sacri così imponenti mi sentivo quasi fuori luogo, talmente
limitante era la sfiducia in me stesso, resa ancor più grave dalle persecuzioni subite troppo
frequentemente. Una personalità dimessa come la mia sembrava non aver alcuna possibilità di
adattarsi in un ambiente dominato dalla sontuosità, infatti Roma era la città dei poteri forti, e lo si
avvertiva finanche nelle Chiese.
Dopo anni vissuti così, ripensando ogni tanto alle chiese piccole e vecchie, capivo di non essere
stato soltanto io ad aver portato in dono un attimo di rinascita, peraltro vissuta intimamente come
unico beneficiario, ma avevo io stesso assorbito la loro Anima, e pertanto sentivo che la mia Fede
era divenuta più forte, più consapevole, più vasta.
Avevo conquistato in cuor mio sia le grandi Basiliche ed i Santuari che le piccolissime e vecchie
Chiese, e la mia Fede si era profondamente rafforzata.
Sapevo che non per questo avrei potuto evitare il martirio sociale che stavo subendo e che si
sarebbe aggravato in futuro, ma non mi turbava affatto la sofferenza in arrivo, oltre quella già patita
negli anni precedenti, perché non rappresentava assolutamente nulla in rapporto alla gioia della
Fede, vissuta con passionalità ed appagamento straordinari. Infatti in quegli anni neanche una sola
volta pregai Dio di salvarmi dal massacro sociale che sapevo si sarebbe consumato nella mia vita.
Lo pregavo soltanto di mettermi in condizioni di capire come potevo ricambiare il Suo Amore.
Eppure a volte quando entravo in una Chiesa mi sembrava di udire, sognando ad occhi aperti, le
voci degli Angeli e dei Santi che tentavano di rincuorarmi, di offrirmi energia e combattività, e
spesso quando uscivo mi sentivo un leone pronto ad affrontare una schiera di nemici!
Anche non ero io a chiedere forza ed energie per resistere alle tribolazioni, il Buon Dio me ne
faceva Dono, sapendo che ne avrei avuto davvero bisogno.
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