Feci un giro per le stanze e notai, cosa che mi sfuggì la prima volta, che persino i bagni erano
monumentali: quello della mia stanza, la più bella della casa, era tutto in marmi scuri, elegantissimi,
ed un altro nel corridoio era talmente ampio da sembrare adatto ad una squadra di basket.
Salii subito sul terrazzo enorme e rimasi stupito dal cielo stellato e mozzafiato che, osservato da
quel terrazzo, offriva prospettive non visibili dalla strada, ammirandolo in un silenzio solenne
interrotto ogni tanto soltanto dai rumori lontani della città.
Il panorama lasciava senza fiato, e la città osservata da quel terrazzo sembrava ancora più
affascinante, come avvolta da un alone di fiabesca luminescenza.
Rimasi a lungo sbalordito, i miei occhi si spalancavano ad ogni passo che compievo, talmente era
incantevole la visuale di ogni dettaglio.
L’aspetto più sorprendente di quella casa immensa e rilassante era che tutto ciò che osservavo mi
invogliava a sognare, tutto mi permetteva di magnificare, anche ad occhi aperti, l’intero Creato
attorno a me.
Infatti il panorama dappertutto era vivo, romantico, dolcemente dinamico infatti cambiava spesso lo
scenario ma in maniera soave ed armoniosa, grazie all’arrivo di un riflesso che poco prima non
c’era, ad un nuvoletta che sembrava passarmi proprio sopra la testa tanto da avere la sensazione di
poterla sfiorare.
Di giorno le nuvole assumevano i colori del sole secondo il punto in cui si trovava, erano soggette
ad un divenire costante, plasmate da una luce che non avevo mai notato prima.
Si potevano ammirare più da vicino anche uccelli di varie specie che svolazzavano felici,
protagonisti della scenografia da oscar.
I colori del cielo, in particolare, evolvevano continuamente e, osservandolo dal salone nel quale vi
erano vetrate da sud ad ovest, si ammirava, durante la giornata, tutto il percorso del sole fino al
tramonto nel mare della divina costiera amalfitana.