Poi iniziai a cercare il numero di casa dei suoi genitori - visto che il padre era stato un uomo molto
importante delle istituzioni, il direttore della banca nazionale, infatti la sua firma era riportata sulle
monete cartacee del Marocco - ma non era presente in nessun elenco che, con grande difficoltà,
consultavo dall’Italia.
Alla fine mi rimase un’ultima chance: mi ricordai che uno dei fratelli era proprietario di un albergo
ad Agadir, una bella città del Marocco, ma non conoscendone il nome sarei stato costretto a
telefonare a tutti quelli esistenti per chiedere se il proprietario fosse proprio lui, di cui ovviamente
conoscevo i dati, e così feci.
Dopo decine di tentativi, qualche giorno dopo finalmente trovai l’albergo giusto e mi passarono il
fratello di Miriam, Omar, che mi riferì che lei si era sposata e viveva col marito a Casablanca.
Io avevo necessità di sentirla al telefono perché ero troppo preoccupato per lei e quindi mi feci dare
il numero di casa sua dal fratello, nonostante fosse sposata, e la chiamai subito.
Rispose il marito e chiesi di Miriam che molto gentilmente mi passò subito.
Nel riconoscermi, Miriam mi chiese: “ Gianni che piacere sentirti dopo tanti anni! Come stai? E
come hai fatto a trovare il mio numero di casa?”.
Io le risposi felicissimo: “Miriam ho fatto sforzi enormi, ho prima telefonato alla tua amica
Bouchra che abitava in Germania e non sapeva dove eri, poi ho cercato invano il numero o
l’indirizzo dei tuoi genitori ma era irreperibile, infine ho telefonato a tutti gli alberghi di Agadir
sperando che prima o poi qualcuno conoscesse tuo fratello Omar, e così finalmente l’ho trovato e
lui mi ha dato il tuo numero di Casablanca!”.
Miriam aggiunse sorpresa: “ah che bello, sei stato in gamba! Ma come mai tutto questo impegno
per parlare con me? Che cosa è successo?!”.
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