Lei piangendo andò verso l’aereo ed io altrettanto tristemente tornai in macchina e mi diressi verso
Roma ma, dopo una ventina di minuti, ricevetti una telefonata al cellulare: era il pilota dell’aereo
che mi invitava a tornare indietro a riprendere Miriam perché aveva scatenato un casino mentre il
velivolo era già in coda per il decollo! Si era messa a piangere e strillare chiedendo di scendere per
tornare da me, e questa follia sarebbe costata all’aereo un ritardo di almeno 2 ore perché il personale
avrebbe dovuto tirare fuori tutti i bagagli per poi, una volta rimossi quelli di Miriam, rimetterli a
posto tutti, uno ad uno!!!
Il pilota mi disse che mai era accaduta una cosa del genere nella sua vita, era la prima ed ultima
volta perché non avrebbe consentito mai più, a nessun altro al mondo, una simile situazione!
Quando ritornai al gate lo richiamai per dargli conferma della mia presenza, e mi confessò che
aveva permesso a Miriam di scendere perché ebbe compassione del suo pianto disperato, e della
dolcezza dei suoi occhi che manifestavano chiaramente la motivazione di tutto ciò che aveva
combinato in aereo: un amore che non voleva assolutamente perdere!
Infatti fu lei stessa a confessarlo al pilota una volta compreso che l’avrebbe fatta riscendere
dall’aereo! E lui annuì con lo sguardo e con un sorriso compiacente, se pur arrabbiato, come mi
precisò poi Miriam. La trattò come un padre, comprendendo le sue ragioni, ed ebbe compassione.
Evidentemente quel pilota sapeva cos’era l’amore!
Mi trovavo al gate dove l’avevo lasciata un’ora prima credendo che fosse un addio e invece, dopo
un’attesa piuttosto lunga perché gli uffici dovettero sistemare burocraticamente il pasticcio che
combinò Mimì, la vidi tornare commossa ma felice verso di me, e appena mi raggiunse mi
abbracciò, mi baciò continuamente le labbra, e pianse a lungo, dicendo che non poteva vivere senza
di me, che non voleva perdermi!
Mi commosse profondamente, e restai senza fiato!