C’era tanta gente attorno a noi, alcuni filmavano la scena che risultò drammaticamente romantica,
persino alcuni impiegati che si allontanarono apposta dagli uffici per venire ad assistere al nostro
incontro: probabilmente lo fecero anche per motivi di sicurezza, per accertarsi che quella specie di
dirottamento di aereo che compì Miriam fosse davvero a sfondo passionale!
Io ero nello stesso tempo imbarazzato ed orgoglioso per il casino che combinò Miriam perché aveva
dimostrato di amarmi davvero e di essere una ragazza in gamba, anche troppo!
Quando andammo via abbracciati, entrambi piangendo, la gente che era intorno a noi, diventata nel
frattempo una folla, ci fece un grosso applauso, e tante donne offrirono i loro fazzolettini a Miriam
e la rincuorarono, alcune complimentandosi francamente, anche le straniere, ed a tutte, trionfante e
felice, lei rispondeva puntualmente ringraziandole, visto che parlava cinque lingue.
In quel frangente mi chiedevo come avessero fatto, persone di nazionalità così diverse, a capire
tutto quanto era accaduto: ovviamente nessun altoparlante aveva raccontato l’episodio inconsueto
che al contrario doveva essere mantenuto ben nascosto, per cui tutta la solidarietà di quella folla
doveva derivare soltanto dalla scena da film che si generò tra me e Miriam, e dall’amore profondo
che emanavano i nostri sguardi, i baci, le carezze infinite, gli abbracci struggenti!
Eravamo ragazzi bellissimi, ne ero cosciente, nel fiore della gioventù, lei in particolare aveva solo
23 anni, io poco più, 28, per cui erano assolutamente giustificate tutte le attenzioni e le compiacenze
che ci avevano riservato i presenti.
Fu un momento molto emozionante, e non credo che nella storia dell’aeroporto di Fiumicino si
siano mai più verificate situazioni analoghe! “Abbiamo fatto la storia”, pensai grottescamente!
Ricordando l’episodio in videochiamata con Miriam, infatti, le dissi: “hai conservato il primato
all’aeroporto di Roma! Mai nessuno dopo di te!”E ci mettemmo entrambi a ridere!
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