La sera stessa partii per Casablanca perché non volevo farla svegliare presto il giorno dopo,
considerato che avevo un aereo di buon mattino, e passeggiai sul lungomare da solo, pensandola
continuamente e avvertendo una terribile mancanza. La separazione fu come un lutto per me.
Mentre cenavo in una trattoria fui sopraffatto da una fortissima malinconia, mi commossi fino al
punto di piangere da solo, e feci finta di soffiarmi il naso per non rivelare il mio dramma ai presenti,
ma una ragazza capì tutto e si sedette accanto a me pretendendo che le raccontassi tutta la storia.
Le dissi in particolare che io e Miriam ci eravamo lasciati per difendere ciascuno il proprio Amore
Assoluto per Dio, che non avremmo mai potuto tradire.
Alla fine si commosse anche lei, e nell’asciugarsi le lacrime disse che era sicura che la nostra storia
non sarebbe finita lì, e clamorosamente aggiunse le stesse parole di Miriam: “Dio è uno solo, ed
apprezza il vostro amore! Vedrai che prima o poi tornerete ad amarvi!”.
Io la salutai ringraziandola calorosamente, sapendo però che tra me e Miriam non ci sarebbe mai
stato un futuro come coppia sposata e con una famiglia.
La mattina dopo presi l’aereo e sorvolai il Marocco, ammirando il sole splendente sopra le nuvole
bianche, riflesso spesso anche sul mare, pensando che non ci sarei tornato mai più.
Nelle settimane successive ci sentimmo di tanto in tanto, ma sempre più di rado perché purtroppo
stavano per iniziare quelle che poi divennero le mie trentennali tribolazioni, ed i problemi sul lavoro
si fecero sempre più seri.
Pochi mesi dopo il rientro in Italia conobbi Mariella, il cui amore mi prospettò scenari spirituali
opposti ai problemi patiti con Miriam, ed iniziò la mia nuova vita da padre e poi da marito.
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