E che assurdità anche la stessa “contumacia” verso la quale mi scagliai spesso contro - nei primi
tempi successivi alla condanna, discutendone con Annabella che infatti mi dava ragione -
definendola come una procedura che rinnegava il principio stesso della difesa d’ufficio, rendendola
di fatto non solo inutile ma causa di condanne ingiuste! Avevo solennemente ragione, infatti, manco
a farlo apposta, la contumacia venne cancellata dalla giurisdizione italiana proprio mentre eseguivo
le condanne penali che mi aveva procurato.
Ricordo che il giorno dell’udienza per l’affido ai servizi sociali, per la quale ovviamente Annabella
fu presente come mio avvocato di fiducia, notammo un certo accanimento contro di me, ed
avevamo la sensazione che il Tribunale non li avrebbe concessi e clamorosamente mi avrebbe
spedito in carcere!
Ebbi la sensazione, quindi, che anche dietro quelle condanne ci fosse qualche manovra precostruita
contro di me, come avevo sempre immaginato, e come Annabella invece riteneva non probabile,
fino al momento in cui toccò proprio a lei esporre la sua arringa difensiva, ed io rimasi stupito per la
sua eleganza, lo stile, la saggezza, la determinazione, il carisma. Anche il Tribunale ne fu colpito - e
sono convinto che notò anche l’impegno particolare che profuse Annabella, che lasciava trasparire
una sensibilità inusuale da parte di un avvocato che ci teneva ad evidenziare le assurdità occorse e
la necessità che la Giustizia fosse veramente tale - infatti fu accolta l’istanza di affidamento ai
servizi sociali. Ne fui molto contento e ringraziai di cuore Annabella per tutte le sue capacità
professionali, dopo avere tremato di paura per la possibilità che le ingiustizie subite potessero
addirittura tramutarsi in tragedia con la detenzione in carcere! Evidentemente il Tribunale di
Sorveglianza, grazie a Dio, almeno quello, era composto da Giudici seri ed imparziali.
Ovviamente io sapevo che l’impegno enorme di Annabella, come avvocato brillante e scrupoloso,
non derivava soltanto dal suo altissimo senso del dovere professionale ma anche dall’amore che ci
univa, per difendere il quale combatteva come una leonessa contro tutto e tutti.
Indice