Ci fu la solita discussione disgustosa con i colleghi dell’ospedale, alcuni dei quali avevano
dichiarato inspiegabilmente guerra al 118, reo di portare troppi pazienti nella loro struttura e quindi
di farli lavorare troppo! Ma non ci importò niente, quella volta non reagimmo perché eravamo
troppo contenti per aver salvato la vita a quella ragazza!
Infatti ci abbracciamo tutti all’uscita del pronto soccorso, dopo aver fatto ricoverare la paziente, e
restammo in quella posizione, in circolo con le braccia incrociate ed il volto rivolto verso il basso,
per parecchio tempo, come per riprendere fiato e consolarci a vicenda!
Fui davvero orgoglioso di me e di tutta l’equipe!
Quella notte rimarrà impressa per sempre nella mia vita!
Spesso capitavano situazioni estreme durante gli interventi, per cui il Destino mi imponeva di dare
il meglio di me in ogni circostanza, senza paure, senza indugio!
Spesso capitavano dure battaglie tra la vita e la morte che potevano essere vinte soltanto invocando
a Dio il massimo della forza fisica, intellettiva, spirituale!
Erano frequenti i massaggi cardiaci, le terapie salvavita come in caso di infarti o ictus, il blocco di
emorragie in seguito ad incidenti stradali, la risoluzione di addomi acuti, crisi respiratorie, persino
interventi per evitare suicidi!
Per lungo tempo mi immersi in questo lavoro straordinario che mi faceva sentire utile ed amato dai
pazienti e dai loro parenti che non si risparmiavano complimenti ed attestati di stima!
Infatti vissi un’esperienza commovente in tal senso, in uno degli ultimi interventi effettuati prima di
iniziare a scrivere questo libro.
Ci recammo presso il domicilio di un paziente che aveva avuto un ictus il giorno prima, e che
purtroppo si sovrappose ad un tumore ai polmoni, per cui entrò in una fase terminale. Anche in
ospedale, purtroppo, dissero ai parenti di riportare il paziente a casa per farlo morire tra le mura
domestiche.