Cercando il portafoglio con i documenti presi coraggio e chiesi: “ma per caso mi state fermando
per quel problema del Tribunale di Roma?”. E loro risposero: “esatto, non ne sapete niente?”.
Ed io risposi atterrito perché non mi aspettavo nessun intervento della Polizia: “certo che lo so, ma
non mi è arrivata nessuna notifica, stavo ancora aspettando, e poi mi devo costituire al Carcere di
Bollate, ho già organizzato tutto, anche il lavoro che potrò svolgere all’interno!”.
Ma loro mi guardarono con atteggiamento di rimprovero e mi dissero quasi infastiditi: “non doveva
arrivare nessuna notifica di carcerazione a casa, ve la dobbiamo fare noi, dovete venire con noi in
Questura, adesso!”.
Allora capii che mi stavano arrestando proprio in quel momento, e che dopo la notifica mi
avrebbero portato direttamente in carcere, senza nessun bagaglio, nessun effetto personale, neanche
le mie medicine!!
Con un ultimo tentativo disperato dissi: “ma scusate, voi mi fate la notifica ed io parto per Bollate e
mi vado a costituire dove avevo programmato, così prendo anche le mie cose, i miei farmaci!”.
Loro però risposero determinati: “noi siamo obbligati a portarvi nel carcere più vicino cioè qui a
Salerno, non possiamo fare nulla di diverso, ci spiace! Allora venite in macchina spontaneamente o
no?”.
Capii subito che se mi fossi opposto sarebbero stati costretti a mettermi le manette e sarebbero
intervenuti anche gli altri poliziotti in borghese presenti nella seconda vettura che aveva ancora il
motore e le luci accese puntate su di me, pronta ad intervenire se necessario.
Confermai la disponibilità ma pretesi di chiamare il mio avvocato, che era anche la mia compagna
Annabella, e mi risposero che lo avrebbero fatto loro direttamente dalla questura.