NEI SECOLI DEI SECOLI - Gianni Zito - Biografia

(Gianni Zito) #1

L’arresto ormai era in atto ed io fui preso dallo sconforto più totale perché non avrei mai voluto
finire nel carcere di Salerno che era riconosciuto come fatiscente, violento, degradato, e dove
capitavano persino suicidi!


Entrai nella macchina della Polizia, accerchiato da due di loro, e senza farmi vedere mi feci il segno
della Croce, affidandomi solennemente al mio Signore ed alla Madonnina.


Avevo tutti i muscoli contratti, rigidi, come se volessero tremare ma non ci riuscivano perché
l’abitacolo della vettura era davvero stretto e soffocante, così come la presenza dei due poliziotti ai
miei fianchi!


Mi trattarono con la sicurezza e le procedure rigide previste per i delinquenti, anche se con rispetto
perché capirono che avevano a che fare con una persona per bene, non con un criminale vero, infatti
dopo una ventina di minuti di traffico, che io vissi in totale silenzio perché terrificato dall’arresto
improvviso, uno di loro mi chiese: “che cosa vi è successo? Come mai siete in questa situazione?”.


Accettai di buon grado la domanda perché mi rese molto più umana la tragedia in atto, e mi diede
coraggio per spiegare subito che ero stato accusato di reati mai commessi, e che ero finito vittima
della massoneria deviata!


Mi chiesero a quel punto a quanto ammontasse la condanna penale, ed io risposi preoccupato:
“quattro anni e sette mesi”.


Si guardarono in faccia tra di loro, esprimendo sorpresa e dispiacere, ma senza rilasciare alcun
commento, in silenzio totale, la qual cosa mi fece preoccupare ancora di più in relazione alle
condizioni che avrei trovato in carcere!


Sempre in un silenzio imbarazzante arrivammo alla Questura dove mi fecero accomodare in una
sala d’attesa, perquisendomi da capo a piedi.


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