Il Sole 24 Ore - 05.03.2020

(Frankie) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 5 Marzo 2020 25


Mondo


Bloomberg rinuncia alla corsa


e appoggia Joe Biden


IL SUPER MARTEDÌ


L’ex vicepresidente


di Obama conquista almeno


nove Stati su quattordici


Resiste Sanders che vince


in California. Corsa a due


per i candidati democratici


Riccardo Barlaam


Dal nostro inviato


AUSTIN


Gli esperti di marketing politico ne fa-


ranno un caso di studio e gli sceneg-


giatori a Hollywood prenderanno


ispirazione per qualche serie tv. In


quattro giorni Joe Biden, il candidato


dell’establishment democratico che


tutti davano per morto, è riuscito a ri-


baltare tutte le previsioni. «Joe is


back» esultano i suoi sostenitori. «So-


no più vivo che mai» dice l’ex vice di


Obama festeggiando i risultati.


Wall Street ha salutato la notizia


con un rialzo: ieri le azioni sono


tornate in positivo per la prima vol-


ta dal  febbraio. Biden ha inciso


più della Fed.


Sabato scorso in South Carolina, il


candidato moderato aveva stravinto


grazie ai voti degli afroamericani su


Bernie Sanders, ed era arrivato quasi


al % dei voti. Nel Super Tuesday il


tornado Biden si è aggiudicato alme-


no  dei  Stati dove si votava. Ha


conquistato tutti gli stati del Sud, pro-


prio come il tornado che è passato in


queste ore in Tennessee. La sorpresa


più grande è stato il Texas, lo stato più


importante per numero di delegati in


palio, assieme alla California.


La chiamata alle armi per compat-


tare il partito sull’ex vice presidente ha


funzionato. Aiutata dal lavoro sotto-


traccia di Barack Obama. Negli ultimi


giorni Biden ha ricevuto oltre  en-


dorsement da parte dei sindaci delle


grandi città americane, da personaggi


della società civile e dello star system,


ma soprattutto ha ricevuto sostegno


diretto dai suoi rivali, i candidati ap-


pena usciti dalla corsa per la nomina-


tion. Il colpo finale è stata la sua appa-


rizione in un comizio alla vigilia del


voto accanto a Pete Buttigieg, Amy


Klobuchar e al texano Beto O’Rourke.


Il Texas è uno stato enorme, più


grande della Francia, ed è un po’ un


laboratorio dell’America polarizzata
di oggi: i sindaci delle grandi città so-

no democratici, le aree rurali e i centri


sotto i mila abitanti sono tutti pro-
Trump, con le cinture urbane, attorno

alle aree metropolitane e le periferie


zone cuscinetto con la maggior parte
degli indecisi. La cartina dei risultati

delle primarie democratiche qui mo-
stra solo due colori: Biden ha vinto in

oltre metà del “Texas triangle”, le


grandi città che fanno  milioni di
abitanti sui circa  dello stato. Ha

vinto a Dallas, Forth Worth e Houston


ma soprattutto ha vinto nelle stermi-
nate aree rurali, riportando il ,%

dei consensi e  delegati, contro un


Sanders battuto con il % e  dele-
gati. Ad Austin, la capitale del Texas, la

città più liberal, dei giovani e delle so-


cietà tech, Sanders ha riportato il %
dei voti, con Biden fermo al % e al

%, terza, Elizabeth Warren, l’altra


candidata progressista che potrebbe
uscire dalla corsa per i modesti risul-

tati generali, ed è accusata in queste


ore dai sostenitori di Sanders di aver
contribuito alla sconfitta del loro can-

didato in molti stati in bilico, per la di-


spersione dei voti di sinistra. Sanders
in Texas oltre a Austin ha vinto solo a

San Antonio e nelle zone di confine,


dove è molto popolare grazie alle pro-
poste di modifica delle normative sul-

l’immigrazione separa-famiglie deci-


se dall’amministrazione Trump.
Più in generale Biden ha stravinto

il Super Martedì grazie al sostegno


dell’elettorato nero: il % ha votato
per lui contro appena il % di San-

ders. Tra i bianchi, il % ha votato a
favore di Biden, contro il % di San-

ders. Quest’ultimo ha vinto solo tra i


Latinos: % contro il %.
La corsa per la nomination demo-

cratica dunque ha un nuovo front


runner. Nella conta totale dei delegati
Biden è passato in testa con , di-

stanziando Sanders a  delegati, a


risultati ancora non definitivi, con
centinaia di delegati ancora da attri-

buire. Curioso: Biden non ha fatto


campagna elettorale in diversi degli
stati dove ha vinto. Compreso il Min-

nesota progressista, lo stato della se-


natrice Amy Klobuchar.
Appena una settimana fa Biden

aveva detto ai giornalisti di sperare di


restare nella corsa dopo il Super Mar-


tedì, davanti all’avanzata di Sanders


che sembrava inarrestabile, forte del


consenso popolare tra i giovani e della
raccolta finanziaria maggiore tra i

candidati dem: , milioni nel solo


mese di febbraio.
Sanders è il grande sconfitto in

questa tornata di primarie. Ha vinto


nel suo Vermont, in Colorado e Utah.
Ha perso in Texas dove aveva investi-

to molte risorse:  milioni di dollari


per gli spot, ma ha conquistato la Cali-
fornia, lo stato che mette in palio 

delegati. Il senatore socialista in ogni


caso non alza bandiera bianca. «Vin-
ceremo la nomination democratica e

sconfiggeremo il più pericoloso presi-


dente nella storia di questo Paese», ha
detto in un discorso in Vermont da-

vanti ai suoi sostenitori dove ha parla-


to anche di Biden, senza mai nomi-
narlo, criticando il suo voto per la

guerra in Iraq nel  e il sostegno


agli accordi sul commercio globale ai
quali lui si è opposto.

L’altro sconfitto è Michael Bloom-


berg che nel Super Martedì ha vinto


solo nelle Samoa americane e conqui-


stato qualche candidato solo in Ten-


nessee, Texas, Colorado e Arkansas.
Nonostante il bombardamento di

spot televisivi e gli  milioni di dol-


lari spesi finora nella campagna elet-
torale, l’editore miliardario ha deciso

di uscire subito dalla corsa e ha an-


nunciato che sosterrà Biden.
Con Biden ha vinto la parte mode-

rata del partito democratico. Ma la


corsa per la nomination è tutt’altro
che finita. Il Super Tuesday decideva

. delegati: per vincere la nomina-


tion democratica sono necessari .
delegati. Nelle prossime due settima-

ne sono in palio altri mille delegati.


Martedì si voterà in Idaho, Michigan,
Mississippi, Missouri, North Dakota

e nello stato di Washington. Biden


dovrebbe aggiudicarsi il Mississippi,
ma negli altri stati la sfida è aperta. Al-

tro passaggio decisivo sarà il voto nel-
lo swing state per eccellenza, la Flori-

da, il  marzo. Una volata a due tra


Biden e Sanders.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

AFP

Flop. Il magnate dei media Michael Bloomberg ha deciso di ritirarsi prematuramente dalla corsa alla Casa Bianca


La Suprema Corte francese ha


stabilito con una sentenza che
gli autisti di Uber devono

essere considerati dipendenti


e dunque godere dei relativi
diritti come le ferie pagate

Francia


La Corte


di Cassazione


a Uber: gli autisti


sono dipendenti


Il governatore uscente Bodo


Ramelow (Linke) è stato
riconfermato alla guida della

Turingia. È stato eletto alla terza


votazione, dopo il ritiro del
candidato di AfD Bjoern Hoecke

Germania


Altolà ad AfD,


Ramelow rieletto


presidente


della Turingia


Rientra caso Turingia.
Ramelow guiderà un
governo di minoranza

I NUMERI


9
Gli Stati vinti da Joe Biden

L’ex vice presidente Biden si è


aggiudicato almeno nove dei
quattordici Stati nei quali si sono

svolte le primarie del cosiddetto
Super Tuesday (Super Martedì). Il

contendente democratico ha vinto


negli Stati del Sud e, con grande
sorpresa, anche in Texas, lo Stato

più importante per numero di


delegati in palio insieme alla
California

50%


I voti presi in South Carolina


Sabato scorso in South Carolina il
cadidato moderato dei democratici

aveva stravinto con quasi il 50% dei


voti grazie alle preferenze degli
afroamericani

È stato il fallimento dei record nel business della politi-


ca. Un crack da centinaia di milioni di dollari:  quelli
spesi solo in pubblicità, assieme a tanti milioni per assu-

mere migliaia di funzionari e aprire duecento uffici in


ogni angolo del Paese. Michael Bloomberg - creatore
dell’omonimo impero dell’informazione finanziaria,

filantropo ed ex sindaco di New York - si è ritirato dalla


corsa per la nomination del Partito democratico. Dopo
aver investito in tre mesi il doppio di tutti gli altri candi-

dati messi assieme e aver sostenuto di essere il solo ca-


pace di sconfiggere Donald Trump a novembre.
L’infinita disponibilità di risorse personali, aveva pro-

messo di spendere senza batter ciglio fino a un miliardo,


gli è valsa alla fine una sonora bocciatura alle primarie
del Super Martedì: in un messaggio di commiato, Bloom-

berg ha vantato d’aver ricevuto quasi due milioni di con-


sensi; dei  Stati e territori andati al voto ha però vinto
solo nelle isole Samoa. Facendosi da parte non ha cam-

biato obiettivo, nello sforzo di salvare il suo investimento


nella cacciata di Trump, e ha offerto pieno sostegno, an-
che finanziario, alla nomination di Joe Biden.

L’uscita di scena anticipata del enne


Bloomberg era diventata sempre più proba-
bile davanti alla dimostrata incapacità di

“parlare” all’elettorato democratico, a delu-
denti performance nei dibattiti e a polemiche

sul suo passato da primo cittadino di New


York. La natura stessa della sua campagna
autofinanziata ha sollevato dura opposizio-

ne: nel clima di denuncia della diseguaglian-


za sociale nel Paese e di preoccupazione per
lo stato della democrazia, Bloomberg è stato

accusato di voler comprare la nomination


grazie a un patrimonio personale da  miliardi, che ne
fa uno dei personaggi più ricchi al mondo e il più ricco

candidato di sempre alle presidenziali. Al confronto la


fortuna di Trump impallidisce, stimata in , miliardi.
Non basta. Il suo passato di sindaco è stato criticato

per il cosiddetto “stop and frisk”, una strategia di polizia


punitiva e accusata di razzismo ai danni degli afroame-
ricani. E la sua carriera di imprenditore è finita sotto il

microscopio per atteggiamenti discriminatori e abusi


nei confronti delle donne. Sono venuti alla luce accordi
extragiudiziali raggiunti con alcune ex dipendenti, citati

dalla senatrice Elizabeth Warren nei dibattiti elettorali.


Un suo successo, nei panni di outsider ultra-miliar-
dario iscrittosi di recente al partito democratico, era

infine e forse soprattutto parso legato a doppio filo a


tracolli di altri credibili candidati moderati in alternativa
al portabandiera della sinistra Bernie Sanders. Invece,

il centro del partito si è rapidamente consolidato proprio


alle spalle Biden, che ha dato segnali di ripresa nelle
urne come nei comizi e nei dibattiti. Bloomberg ha così

scelto di limitare le perdite e si è unito a un altro miliar-


dario e mancato candidato democratico alla Casa Bian-
ca: Tom Steyer ha bruciato  milioni nella caccia alla

nomination democratica prima di rinunciare alla cam-
pagna nei giorni scorsi.

—Marco Valsania


© RIPRODUZIONE RISERVATA

SCOMMESSA PERSA


FUORI DAI GIOCHI


Il miliardario sconfitto


dalla sua arma più forte:


l’enorme ricchezza


L’ex sindaco


ha bruciato


centinaia


di miliardi


di dollari:


500 solo


in campagne


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