La Stampa - 09.03.2020

(Wang) #1

ELZEVIRO


ANDREA GAVOSTO


L


a chiusura di tutte
le scuole italiane,
resa necessaria dal-
la diffusione del co-
ronavirus, sta de-
stando grande pre-
occupazione tra famiglie e in-
segnanti. Con la sospensione
delle attività didattiche che
potrebbe durare ancora a lun-
go, il pericolo è di non riusci-
re a garantire agli studenti la
possibilità di recuperare il
tempo perso.
Di qui i giusti appelli da par-
te della ministra Azzolina e
di molti esperti a passare a
una «didattica a distanza»,
oggi resa senz’altro possibile
dall’ampia disponibilità di
connessioni a Internet e dal
proliferare di strumenti e
piattaforme digitali progetta-

te proprio per favorire una di-
dattica non in presenza.
La disponibilità di valide ri-
sorse (si veda la pagina dedi-
cata del ministero per l’Istru-
zione: https://www.istruzio-
ne.it/coronavirus/didatti-
ca-a-distanza.html) di per sé
non implica, tuttavia, la capa-
cità di usarli nel migliore dei
modi. Le analisi dicono che i
docenti italiani impegnati a
trasformare la propria didat-
tica in senso digitale sono an-
cora una piccola avanguar-
dia. L’emergenza sicuramen-
te farà crescere la consapevo-
lezza che è necessario inno-
vare le pratiche didattiche
con un uso mirato ed efficace
delle nuove tecnologie; così
molti docenti finora riluttan-
ti al cambiamento si avvicine-
ranno volenti o nolenti alla

didattica digitale. È, però, in-
genuo pensare che ciò si tra-
duca nell’immediato in un’ef-
fettiva ed efficace capacità di
risposta di tutta la scuola ita-
liana all’emergenza.
Se vogliamo essere più rea-
listici e perseguire comun-
que un obiettivo importante,
dovremmo aiutare scuole e
docenti a combattere la batta-
glia contro la perdita delle co-
noscenze già acquisite dai lo-
ro studenti. La ricerca educa-
tiva, infatti, ci dice che i lun-
ghi periodi di distacco dalla
scuola, come le nostre vacan-
ze estive, determinano un ca-
lo degli apprendimenti. Det-
to in altri termini: se misuria-
mo il livello di conoscenze a
giugno, a fine anno scolasti-
co, e lo misuriamo di nuovo
alla ripresa a settembre sugli

stessi studenti, sappiamo
che la caduta è significativa
ed è proporzionale alla lun-
ghezza della sosta.
Perciò, se gli studenti sa-
ranno costretti dal coronavi-
rus a fermarsi per molte setti-

mane, rischieranno di dimen-
ticare gran parte di quello
che hanno appreso nella pri-
ma parte dell’anno scolasti-
co. La vera emergenza non è
dunque tanto quella di riusci-
re a portare avanti i program-
mi di studio, quanto di conso-

lidare ciò che si è fatto fino ad
oggi, per evitare che il tempo
e l’inattività lo dilapidino.
Tutti coloro che in Italia ab-
biano a cuore la formazione
delle nuove generazioni do-
vrebbero convergere oggi su
questo obiettivo.
Partendo da queste pre-
messe, con il desiderio di es-
sere utili alle scuole, agli stu-
denti e agli insegnanti, in par-
ticolare, di Torino e del Pie-
monte, Fondazione Agnelli,
Fondazione La Stampa–Sp-
ecchio dei Tempi e il quotidia-
no La Stampa hanno deciso
di lanciare il progetto #re-
stoascuola. Nessun passo in-
dietro lontano dai banchi.
Il progetto, da oggi al via,
si rivolge in particolare alle
scuole secondarie di I e II gra-
do per favorire il consolida-

mento di quanto finora ap-
preso dagli studenti con atti-
vità di supporto a distanza
messe in campo dai loro inse-
gnanti o da selezionati tutor
attraverso la piattaforma
Schoolr.net, articolate in
due distinte ma complemen-
tari risorse.
Numerose scuole hanno
già avuto esperienza di didat-
tica digitale a distanza, men-
tre in questi giorni, a causa
dell’emergenza, tante altre
hanno deciso di sperimentar-
la. A tutti i docenti intenzio-
nati a tenere vivi i contatti
con i propri studenti, ciascu-
no a casa propria, proponia-
mo quindi, in primo luogo,
applicazioni di videoconfe-
renza e strumenti per poter
lavorare a distanza e a piccoli
gruppi, con i quali svolgere
interventi didattici dedicati,
tramite l’iscrizione gratuita
alla piattaforma Schoolr.
C’è poi la preoccupazione
che queste settimane siano
dannose, in particolare, per
gli studenti più fragili sul pia-

no scolastico e con minori ri-
sorse in famiglia, i quali po-
trebbero perdere o vedere
molto indeboliti gli apprendi-
menti acquisiti finora.
Ecco allora la seconda ri-
sorsa che proponiamo: in at-
tesa che si torni di nuovo sui
banchi di scuola, metteremo
a disposizione gratuitamen-
te per 100 scuole di Torino e
del Piemonte che ne faranno
richiesta un pacchetto di 100
ore ciascuna di lezioni online


  • individuali o a piccoli grup-
    pi - di consolidamento e po-
    tenziamento, svolte dai do-
    centi che sono accreditati e
    certificati dalla piattaforma
    Schoolr. L’assegnazione di
    queste ore agli studenti che
    ne hanno più bisogno verrà
    decisa e segnalata dalla stes-
    sa scuola: chi è più debole in
    matematica avrà il suo pac-
    chetto di lezioni, chi in ingle-
    se fatica avrà il suo pacchet-
    to, e così via.
    In entrambi i casi, le scuole
    potranno contare nella fase
    di registrazione e di avvio
    dellle attività sul supporto
    gratuito della Fondazione
    Agnelli, attraverso un help
    desk dedicato.
    Speriamo in questo modo,
    insieme con i nostri partner,
    di allontanare la minaccia al-
    lo studio che il lungo stop ri-
    schia di causare. —
    © RIPRODUZIONE RISERVATA


In un’aula senza studenti, un docente del Politecnico di Milano fa lezione in collegamento webcam

CARLO BERTINI


C


erto, quello che
più sorprende det-
to da un leader co-
me Walter Veltro-
ni, tacciato per an-
ni di «buonismo»,
è la sua critica al «policamen-
te corretto»: la cui rigidità
«spesso feroce» ha fornito al-
la destra «la licenza di dire co-
se inaudite», presentate co-
me una forma di libertà. Ma
forse il passaggio che fa più
impressione del suo libro in

uscita, angosciante, ma an-
che limpido nelle sue rotte
della speranza, è la «Mappa
dell’intolleranza». Classifica
dell’odio on line 2019, redat-
ta da un osservatorio italia-
no, in cui svettano tre catego-
rie, migranti, musulmani ed
ebrei. Con le donne sempre
in pole position e i gay stavol-
ta in lieve discesa.
Franklin Delano Roosevelt
diceva che l’unica cosa di cui
bisogna aver paura è la pau-

ra. Parte da qui Veltroni nel
pamphlet Odiare l’odio, che
uscirà domani per Rizzoli
(pp. 120, € 10). Parte dalla
sua giovinezza, quando si do-
veva aver paura «di sbagliare
strada, di sbagliare vestito, o
giornale nella tasca». Erano
gli anni Settanta, gli anni di
piombo, quando le parole
tornarono a produrre violen-
za. Ed è un ripercorrere i ri-
cordi con il paradigma della
paura introiettata in quel pe-

riodo il percorso scelto
dall’autore: fino ai giorni
dell’Odio sui social. Per pro-
vare a trasferirlo a chi oggi,
tra un urlo su Facebook e una
istigazione a colpire sui muri
di Instagram, non ha contez-
za di come ciò possa aver pie-
gato la fisionomia della socie-
tà. Dal body shaming, il bulli-
smo legato all’aspetto fisico,
alla violazione di barriere co-
me il rispetto di fronte alla
malattia e la morte.

«L’odio non è un sentimen-
to. È, sempre, il prologo della
violenza».
Ora, è evidente il percorso
intrapreso da Veltroni, con le
sue interviste sul Corriere del-
la Sera ai protagonisti di quel-
la stagione, dolorosa rilettu-
ra di un’epoca sanguinosa,
culminata nel rapimento Mo-
ro, evento che scardinò ogni
speranza di una ricomposi-
zione nazionale dei due bloc-
chi contrapposti per tutto il
dopoguerra. Un percorso
svolto da un leader che avreb-
be voluto realizzare il tentati-
vo di pacificazione della poli-
tica italiana, che forse per

questo pecca in alcuni pas-
saggi di eccesso di pedagogi-
smo. Ma che coglie la falla
profonda di un’epoca come
la nostra.
Quando si chiede se «sia
possibile che centinaia di pro-
fessionisti dell’odio possano
diventare il pensiero della na-
zione», l’ex direttore dell’Uni-
tà accusa i media tradiziona-
li di trasformare quella mino-
ranza in senso comune, legit-
timandola. Dandole forza.
Non sono i social da demoniz-
zare. «Dobbiamo recuperare
l’indignazione», suggerisce
Veltroni. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PROGETTO DI FONDAZIONE AGNELLI, SPECCHIO DEI TEMPI E “LA STAMPA” PER AIUTARE LA DIDATTICA DIGITALE


Anche a distanza #restoascuola


Perché l’emergenza coronavirus


non comprometta le nozioni acquisite


Veltroni, l’unica cosa da odiare è l’odio

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