La Stampa - 09.03.2020

(Wang) #1

I club: “Noi in campo perché lo dice il decreto”. Durissimo lo scontro con il ministro Spadafora


Domani Consiglio Figc straordinario: si lavora per una linea comune con Premier e Bundesliga


Il calcio adesso può fermarsi


La serie A cerca la sponda Uefa


GUGLIELMO BUCCHERI
TORINO

L’


invito a fermarsi e,
poi, un giudizio se-
vero. «Il mondo del
calcio si sente immu-
ne da regole e sacrifici: l’ac-
cordo non si è trovato in no-
me del dio denaro», così il mi-
nistro per lo Sport Vincenzo
Spadafora.
L’invito governativo, o me-
glio, di un esponente del go-
verno arriva quando i gioca-
tori scaldano i muscoli ed il
pallone sta per rimettersi in
moto in ossequio alle disposi-
zioni dell’ultim’ora: a porte
chiuse si può, firmato Giusep-
pe Conte.

L’avviso di Malagò
La Serie A non si è fermata. For-
se lo farà domani dopo il Consi-
glio straordinario convocato
dal presidente della Figc Gravi-

na. Di sicuro ci sta pensando,
anche dopo le parole del nume-
ro uno del Coni Malagò («O la
Figc conferma la decisione del-
la Lega assumendosi la respon-
sabilità o deve esprimere la
contrarietà commissariando
di fatto la Lega» ha detto in tv a
«Che tempo che fa»), ma una ri-
flessione comune non c’è. Spa-
dafora viene accusato di conti-
nue giravolte: ultima ad un
passo dal fischio d’inizio e sen-
za dare sostanza al suo invito
(«Perché non emana un decre-
to assumendosi responsabilità
che scarica su altri?», dice il
presidente di Lega Dal Pino). I
club prendono le distanze da
un ministro che li accusa di «ir-
responsabilità...» e di poca at-
tenzione alle esigenze di un
Paese in apnea rifiutandosi an-
che di dare il via libera alla tra-
smissione in chiaro delle parti-
te. E, allo stesso tempo, le so-
cietà liquidano come «perico-
loso per la tenuta dello stesso
sistema» la richiesta di sciope-

ro dei giocatori avanzata con
una bozza scritta da Damiano
Tommasi, numero uno del sin-
dacato, a pochi minuti dall’ini-
zio di Parma-Spal in agenda ie-
ri all’ora di pranzo (in realtà i
calciatori non avevano, e non
hanno, intenzione di incrocia-
re le braccia).

Un Europeo diverso
Sullo sfondo di un mondo con
poche certezze, prende sem-
pre più peso quello che dovrà
essere il ruolo dell’Uefa. Può il
campionato reggere ad una
nuova frenata? No, perché
qualora dovesse interrompere
il suo cammino non avrebbe
più spazio per recuperare il ter-
reno se non dentro a un calen-
dario internazionale diverso.
Gravina lo sa e per questo è in
contatto diretto con il presi-
dente Uefa Ceferin e con i colle-
ghi delle altre federazioni eu-
ropee: l’emergenza sanitaria è
diventato un terreno dove i sin-
goli interessi devono trovare

un punto di equilibrio. Oggi
qualcosa potrebbe muoversi
in Inghilterra perché la Pre-
mier si riunisce a Londra e, la
Premier, valuta uno stop. E co-
sì cominciano a pensarla in
Francia e Germania. L’Euro-
peo, come è stato disegnato,
non è più al sicuro e diventa
sempre più di attualità l’ipote-
si di un suo slittamento (c’è chi
pensa addirittura di un anno)
per creare finestre «nazionali»
o una sua durata più breve.
L’Italia può fermarsi anche
in assenza di una nuova dispo-
sizione governativa che non
c’è e che, allo stato dell’arte,
non impedisce di giocare sen-
za pubblico. Ma per farlo vuo-
le, o vorrebbe, crearsi una
sponda europea: l’armonizza-
zione dei calendari è il punto
di partenza. Domani se ne di-
scuterà, l’Uefa, a sua volta,
aspetta che a muoversi, even-
tualmente, siano i governi. Il
rompicapo va avanti. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

1


Gli scenari

2


3


GIANNI PETRUCCI Il numero 1 federale

e il blocco della Serie A per il coronavirus

“La scelta del basket?


Ha vinto il buon senso”


MATTEO DE SANTIS
ROMA

A


bbassate le serrande
sabato notte per il re-
sto del weekend, la
bottega del basket ha
deciso di rinnovare il turno di
chiusura anche nei giorni a se-
guire: in Serie A salta pure l'8ª
di ritorno di martedì, mercole-
dì e venerdì. Calendario (e non
solo) da reinventare, ma alme-
no nei teatri dei canestri non si
sono viste scene surreali e bal-

letti tra campo e spogliatoi co-
me in Parma-Spal.
Presidente Gianni Petrucci, il
basket, rispetto ad altri sport,
si è fatto trovare pronto e
compatto nell'emergenza.
«Non voglio fare paragoni o
prendermi dei meriti. La situa-
zione era chiara: Lega e Fede-
razione hanno fatto prevalere
il buon senso. Davanti all'emer-
genza e alla salute, non c'è ba-
sket o sport che tenga».
Che notte è stata?
«Una notte lunga e di lavoro.
Non ho dormito, come quando
da presidente del Coni decisi di

fermare i campionati per la mor-
te di Papa Giovanni Paolo II. Le
squadre sono arrivate nelle città
delle zone rosse e hanno visto
gente che scappava dagli hotel o
assaltava i treni. I presidenti mi
hanno chiesto: “Domani possia-
mo tornare a casa?”. Non pote-
vo fare il fenomeno e risponde-
re: “Restate dove siete!”».
In A2 però ieri si sono giocate
Trapani-Torino e Napoli-Ro-
ma. Prevede ripercussioni?
«No, le squadre erano già sul
posto. Non posso biasimarle».
Quando era presidente del
Coni, le capitò di dover fron-
teggiato situazioni simili?
«Sì, per esempio per l'omicidio
dell'ispettore Raciti e la morte
di Papa Wojtyla».
Questa è la peggiore?
«Sicuramente, perché di mez-
zo c'è la salute degli italiani e
non sappiamo quello che può
ancora capitare. Insomma, tut-
ti navighiamo a vista».
Contromisure per uscirne?
«Davanti a un decreto del Gover-
no si deve obbedire, poi è norma-

le che si vorrebbe trovare un mo-
do sicuro per andare avanti. Il
presidente del Coni Malagò vuo-
le convocare i presidenti delle
Federazioni che gestiscono cam-
pionati nazionali. In questo mo-
mento è difficile chiedere soldi,
ma servirebbero aiuti ai club».
Ora parteciperà in videocon-
ferenza all'Assemblea di Lega
(oggi, ndr): cosa si aspetta?
«La ratifica e l'insediamento di
Umberto Gandini, uno dei mi-
gliori manager sportivi su piaz-
za. Vorrei anche fare i compli-
menti al presidente uscente
Egidio Bianchi per come ha af-
frontato bene e tempestiva-
mente questa situazione d'e-
mergenza. Ascolterò le propo-
ste e prenderò i provvedimen-
ti del caso in un Consiglio Fede-
rale straordinario d'urgenza».
Di che tipo?
«Pronto a modificare le Dispo-
sizioni Organizzative Annua-
li», dunque con la possibilità di
interventi anche drastici sullo
svolgimento della stagione. —
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GIANNI PETRUCCI


PRESIDENTE FEDERAZIONE


ITALIANA PALLACANESTRO


I giocatori del Pescara prima della partita giocata a Benevento

Non ho dormito, come
quando da presidente
del Coni decisi lo stop
dei campionati

per la morte del Papa


MARCO BALESTRAZZI
PARMA
Quando il ministro Spadafora
invita a valutare lo stop del
campionato, Parma e Spal han-
no già terminato il riscalda-
mento. Le due squadre atten-
dono di entrare in campo fer-
me sui gradini, sono le 12,25,
cinque minuti al teorico fi-
schio d'inizio, aspettano l'arbi-
tro Pairetto e i suoi collaborato-
ri. Il direttore di gara tarda, ha
appena ricevuto una telefona-
ta dal numero uno Aia Rizzoli,
a sua volta attivato dalle pres-
sioni di Figc e sindacato calcia-
tori. L'input che arriva dall'al-
to è quello di fermarsi. Pairet-
to chiede alle squadre di rien-
trare negli spogliatoi: «Lascia-
teci capire che fare» spiega di-
sorientato. Inizia un tira e mol-
la di mezzora su più livelli, si
prende tempo, la partita viene
rinviata per mezz'ora, fino
all'annuncio: «Si gioca alle
13.45». Prevale la volontà del-
la Lega Calcio, basata sulla lo-
gica, sempre che si possa defi-
nire tale in questo caos, del de-
creto ministeriale firmato po-
chi giorni fa che permetteva i
match a porte chiuse. “Scelta
irresponsabile” dirà in serata il
ministro. Lo show può andare
avanti, anche in una città che,
poche ore prima, ha scoperto
di essere diventata zona rossa
o, come è meglio dire, za circo-
lazione limitata». Kulusevski,
Petagna e compagni provano
allora a giocarsela. Ma in que-
sto clima surreale la partita
non può che essere noiosa. Il
Parma è poco convinto, spre-
ca, due volte il vantaggio con
Gervinho, la Spal si prende i
tre punti grazie a un rigore
molto dubbio trasformato da
Petagna. Contro il Parma ha
sempre vinto negli ultimi due
anni, solo la Lazio c'è riuscita.
Di Biagio e suoi esultano nel si-
lenzio del Tardini: è presto per
capire se la corsa salvezza sia
riaperta. È presto anche per ca-
pire come e se portare a termi-
ne questo campionato. «Parla-
re di calcio è difficile» confer-
ma a fine gara il club manager
crociato Lucarelli che attacca:
«La situazione sta sfuggendo
di mano, noi siamo rimasti qui
mezz’ora schiavi della situazio-
ne, senza sapere cosa fare, in
attesa di indicazioni». Difficile
dargli torto. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PAOLO BRUSORIO


Fine stagione in estate
L’Uefa può decidere di far slit-
tare l’Europeo in caso di un’esi-
genza avanzata da più paesi al-
le prese con l’emergenza.

Il ruolo del Coni
Il presidente Malagò invita la
Figc ad allinearsi con le altre
federazioni ed interrompere
le sue attività.

RETROSCENA


IL PUNTO


Quando

il governo fa

e il ministro

disfa

Stop e deroga a maggio
La A potrebbe essere sospesa
e la sua fine andare oltre il 24
maggio, magari per una setti-
mana prima di Euro 2020.

Quando Parma e
Spal tornano negli
spogliatoi a cinque
minuti dall’inizio della par-
tita su input della federcal-
cio a sua volta «consiglia-
ta» dal ministro dello
sport Spadafora, ci è sorto
il dubbio che lo stesso mi-
nistro nella concitazione
degli avvenimenti si fosse
perso un passaggio. E non
uno da poco: il decreto del
presidente del consiglio
che solo la notte preceden-
te aveva autorizzato la con-
tinuazione del campiona-
to a porte chiuse. Condivi-
sibile o no, ma almeno una
decisione. Linee guida, in-
somma. Anche per il cal-
cio, evidentemente degno
di un trattamento ad hoc
vista l’importanza econo-
mica e sociale. Invece che
fa il ministro? Prova a bloc-
care tutto. Che, lo ripetia-
mo, resta una soluzione vi-
sto che si porrà anche la
questione etica di conti-
nuare o no a giocare quan-
do i decessi aumentano
progressivamente, ma ap-
purato che Palazzo Chigi
la vede diversamente al-
meno fino a domani il cor-
to circuito istituzionale è lì
sotto gli occhi di tutti.
Tranne che a quelli del
ministro. Lui che si è espo-
sto per trasmettere le par-
tite in chiaro, proposta as-
solutamente da condivide-
re, ma senza aver fatto i
conti con una legge che
non lo permetteva. Osta-
colo che solo un decreto
ad hoc avrebbe rimosso e
chi se non un ministro po-
teva agire in questa dire-
zione? Invece niente da fa-
re e una passerella caso
strano in Rai, il soggetto
che senza averne diritto,
non avendo i diritti, pre-
tendeva di sedersi al tavo-
lo della spartizione. Non
benissimo. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

INTERVISTA


PARMA 0


SPAL 1


Parma (4-3-3): Colombi 6; Darmian 6
(43' st Siligardi sv), Iacoponi 6, Bruno Al-
ves 5,5, Gagliolo 6; Grassi 5,5, Brugman
5,5 (28' st Caprari 5,5), Kurtic 5,5; Kulu-
sevski 6 (37' st Karamoh sv), Cornelius
5,5, Gervinho 5
Allenatore: Tarozzi 6

Spal (4-5-1): Berisha 6,5; Cionek 6,5,
Vicari 6,5, Bonifazi 6, Reca 6 (34' pt Feli-
pe 6); Valoti 6,5, Murgia 6 (45' st Tunjov
sv), Valdifiori 6, Missiroli 6, Fares 6 ( 17 '
st Sala 6); Petagna 7
Allenatore: Di Biagio 6

Arbitro: Pairetto 5
Reti: st 70' Petagna
Ammoniti: Felipe, Brugman, Gagliolo
Note: partita a porte chiuse iniziata con
75 minuti di ritardo

Vince la spal

“Non si gioca,


anzi sì”: a Parma


la partita


dell’assurdo


LUNEDÌ 9 MARZO 2020LASTAMPA 27


SPORT

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