La Stampa - 09.03.2020

(Wang) #1

È


come una nave che, no-
nostante gli sforzi
dell’equipaggio, enco-
miabili sotto tutti i
punti di vista, imbarca pro-
gressivamente acqua. «Il si-
stema sanitario italiano cer-
ca di adeguarsi, ma non è ta-
rato per uno sforzo di questo
genere», aveva commentato
nei giorni scorsi il professor
Giovanni Di Perri, responsa-
bile Malattie Infettive dell’o-
spedale Amedeo di Savoia. È
quanto sta accadendo anche
in Piemonte, alle prese con
un’epidemia che ha già stre-
mato le altre regioni del
Nord. Non a caso, ieri il Pie-
monte ha raccolto la richie-
sta di aiuto della Lombardia:
due pazienti in terapia inten-
siva all’ospedale di Pavia,
non affetti da coronavirus, so-
no stati trasferiti all’ospedale
di Moncalieri.
È stato il primo intervento
di soccorso della Centrale re-
mota per operazioni di soc-
corso sanitario, e non sarà
l’ultimo. In tutto, potrebbero
essere una ventina i malati
che la Lombardia chiederà di
trasferire nelle regioni vici-
ne: Piemonte e Liguria in pri-
mis. Le quali, a loro volta, po-
trebbero avere bisogno di ap-
poggiarsi ad altre regioni.
Mutuo soccorso.
Le notizie che rimbalzano
dalle Asl sono un bollettino
di guerra. I posti nelle terapie
intensive diminuiscono e si
moltiplicano le difficoltà. E
aumenta la rabbia, un dato
nuovo. Accade soprattutto
tra gli infermieri, soggetti
all’obbligo di servizio, ma
non ai tamponi anche se sono

stati esposti al rischio di con-
tagio: vale per gli asintomati-
ci e da ultimo, denunciano i
sindacati Nursind Piemonte
e Nursing Up, anche per i sin-
tomatici. «I laboratori hanno
comunicato la difficoltà di
processare i tamponi delle
persone asintomatiche – scri-
ve l’Asl -. Gli operatori che
hanno in programma il tam-
pone per domani e successi-
vi, al momento sono stati so-
spesi fino a nuove indicazio-
ni. Se il dipendente manife-
sta sintomi deve avvisare il
coordinatore e il reperibile».
Proteste da parte degli inte-
ressati, esasperati dall’ap-
prendere che, oltre ad Alber-
to Cirio, saranno soggetti al
test tutti gli assessori. Rimo-

stranze, imprecazioni, ama-
rezza, senso di solitudine, mi-
nacce di chiamare i carabinie-
ri rimbalzano nelle chat degli
operatori. «Il sistema sanita-
rio va avanti grazie a noi...
questa volta faccio un casino,
non mi frega nulla di finire da-
vanti alla commissione disci-
plinare», si sfoga un infermie-
re con i colleghi. Abbandona-
ti a sé stessi e al virus che avan-
za silenzioso da un ospedale
all’altro. Scarseggiano i tam-
poni, cala la disponibilità di
mascherine, filtri respiratori,
camici plastificati, guanti, di-
sinfettanti. Mancano pure i
termometri: qualcuno se l’è
comprato.
Polemiche e carenze varia-

no da ospedale a ospedale,
ma il senso è di un affanno
crescente. Idem per i medici.
E per i direttori generali, a cui
nessuno dà voce: destinatari
delle proteste di tutti, stretti
tra protocolli da osservare e
problemi incalzanti, alle pre-
se con una situazione sempre
meno gestibile. L’Amedeo di
Savoia è quasi al limite: 24 ri-
coverati nei reparti di malat-
tie infettive, si attende il via li-
bera dell’Unità di crisi della
Regione per aumentare di 56
i posti destinati ai contagiati.
Altri 4 posti in terapia intensi-
va aperti al Maria Vittoria,
uno dei quali ieri era già occu-
pato. Al San Luigi si stanno at-
trezzando per aumentare i
posti in rianimazione e per ri-
levare la febbre all’ingresso.
E via dicendo. Ciascun presi-
dio, poi, cerca di difendere le
attrezzature di cui si è dotato
per l’emergenza, a volte en-
trando in rotta di collisione
con le richieste dell’Unità di
crisi, impegnata a smistare i
dispositivi dove servono. Co-
me se non bastasse, aumenta
l’esasperazione anche tra gli
utenti. Tra i casi più eclatanti
quello di un uomo che, veden-
dosi negato il tampone, ha
sfasciato una vetrata del
pronto soccorso di Moncalie-
ri. Ma c’è anche chi in questa
emergenza senza fine si
stringe accanto al personale
sanitario, costretto a fron-
teggiare una prova senza
precedenti: ieri un anonimo
ha donato un grande cesto
di mimose alle donne delle
Molinette, e di altri ospeda-
li. Accanto, un grande bi-
glietto: «Grazie per quello
che state facendo. Siete i no-
stri angeli custodi, andrà
tutto bene».

373


Sono le persone
risultate positive
al coronavirus
in Piemonte

chiomonte


Un militare


risultato positivo


È ricoverato


U


n Comitato tecni-
co-scientifico per
monitorare l’an-
damento dell’epi-
demia. Se preferite, una su-
per-cabina di regia per se-
guire l’evolvere dei casi e
suggerire nuovi provvedi-
menti in aggiunta a quelli
già adottati. Nei giorni scor-
si lo aveva annunciato l’as-
sessore alla Sanità, ora il
nuovo organismo – estre-
ma risorsa di una regione
che le studia tutte per evita-
re il peggio – si prepara a di-
ventare realtà.
Il decreto di Alberto Ci-
rio reca la data del 6 mar-
zo. Con l’emergenza, or-
mai conclamata, dispone
il coordinamento dell’Uni-
tà di crisi guidata da Mario
Raviolo, attiva sette giorni
su sette e 24 ore su 24, da
parte di un Comitato ope-
rativo «che agisce collegial-
mente, composto da cin-
que membri, di cui due rap-
presentanti della Protezio-
ne civile tre rappresentan-
ti della Sanità». Il Comita-
to è presieduto da Roberto
Testi, direttore Diparti-
mento prevenzione Asl To-
rino, mentre il vicepresi-
dente sarà Franco Ripa, vi-
cedirettore regionale del-
la Sanità: tra i vari nomina-
tivi in calce al decreto quel-
lo di Giovanni La Valle, di-
rettore sanitario Città della
Salute di Torino e facente
funzione come direttore ge-
nerale dopo le dimissioni
di Silvio Falco, l’ex preside
della Facoltà di Medicina
Ezio Ghigo, il rettore dell’U-
niversità di Torino Stefano
Geuna, il rettore dell’Uni-
versità del Piemonte Orien-
tale Giancarlo Avanzi e
Marcello Tatangelo per la
procura generale.
Si parte da due presup-
posti: l’evolvere dell’epide-
mia che sta mettendo sot-
to stress anche il sistema
sanitario piemontese («si-
tuazione epidemiologica
con un carattere partico-
larmente diffusivo») e la
necessità di potenziare l’U-
nità di crisi «di risorse uma-
ne e tecniche, adottando
ulteriori misure operative
al fine di affrontare al me-
glio gli adempimenti ne-
cessari a fronteggiare la si-
tuazione che nel frattem-
po si è venuta a creare».
I compiti: dal supporto
all’Unità di crisi, alla vali-
dazione dei protocolli per
l’utilizzo delle terapie in-
tensive in base alle esigen-
ze e al quadro clinico dei
pazienti, alle norme nei
confronti degli operatori
sanitari a contatto con i pa-
zienti, alle modalità di tra-
sferimento dei pazienti po-
sitivi, alla revisione degli
indicatori in ambito epide-
mico. Ieri la prima riunio-
ne di una cabina unica nel
suo genere. Il tutto nell'am-
bito di un piano di poten-
ziamento dell'Unità di cri-
si regionale. ALE.MON.

Un comitato


di specialisti


per affrontare


la grande crisi


MASSIMILIANO RAMBALDI


T


ensione, attesa e so-
lidarietà. Dopo il tra-
sporto all'ospedale
Santa Croce di Mon-
calieri di due malati lombar-
di positivi al virus, gli stati d'a-
nimo dei volontari nelle am-
bulanze della cintura Sud si
intrecciano intensamente. Il

sentore comune è che la stra-
da per uscirne sia ancora lun-
ga. «Siamo tutti italiani, è il
momento di darsi una mano


  • racconta Pietro, volontario
    del 118 -. Paura? Di sicuro c'è
    tensione, secondo il mio pun-
    to di vista la situazione è gra-
    ve. Anche perché penso che
    la vera ondata di contagi in
    Piemonte debba ancora arri-
    vare. Per il momento la pro-
    vincia di Torino è ancora fuo-


ri dalla zona rossa, ma è sen-
tore comune che non man-
cherà molto perché venga
coinvolto il resto della regio-
ne al momento lasciata fuori
dalle ultime disposizioni».
E come si vive in ambulan-
za? «Bisogna prenderla
nell'unico modo possibile,
facendo valere la voglia di
aiutare chi sta male. In un
certo senso, bisogna soprav-
vivere. È chiaro che nelle se-

di più piccole c'è più difficol-
tà, anche per un discorso di
personale e di materiale di-
sponibili».
Già, gli strumenti. Per mol-
ti volontari, la paura è di do-
ver affrontare un eventuale
aggravarsi dell'emergenza
senza le attrezzature fonda-
mentali. In vari comitati lo-
cali di Croce Rossa mancano
le mascherine. Così come
scarseggiano anche al pron-

to soccorso del Santa Croce,
situazione segnalata dal sin-
dacato Nursind. Alcuni co-
mitati locali di soccorso han-
no dovuto rifiutare i servizi.
È il caso di Nichelino, dove
da giorni l'attività è condi-
zionata dall'assenza delle
protezioni con filtro per na-
so e bocca. La presidente
del comitato, Adriana Sala,
racconta: «Le disposizioni
prevedono che per determi-

nati tipi di interventi, il per-
sonale deve indossare le ma-
scherine adeguate. Noi di
quelle protezioni non ne ab-
biamo praticamente più. E
dobbiamo garantire la sicu-
rezza di tutti».
Un problema che accomu-
na tutte le sezioni locali del
Piemonte. Trovarne è presso-

ché impossibile: se si prova a
fare un'ordine ci si sente ri-
spondere che bisogna atten-
dere settimane. E quando le
si trova sul territorio, c'è an-
che chi ci lucra sopra: « Abbia-

mo cercato in tutte le farma-
cie della cintura Sud – spiega
Sala -, alcune hanno risposto
che dovevamo pagarle 12 eu-
ro l'una. Se abbiamo dovuto
dire di no a qualche servizio
potenzialmente pericoloso
da un punto di vista del vi-
rus? Sì, ma non siamo i soli.
Altri comitati hanno fatto lo
stesso. E le mascherine sono
solo uno dei problemi. Per-
ché anche il numero di cami-
ci scarseggia ».
A Moncalieri, hanno prova-
to ad ordinare le mascherine
all’estero: « Ci hanno rispo-
sto che sarebbero arrivate a fi-
ne marzo – racconta Alessan-
dro Cogno, presidente del co-
mitato locale di Croce rossa
-. Ma fino a quel giorno come
facciamo? E noi siamo già
messi bene con guanti e cami-
ci. Ma siamo in trincea ».

Medici e infermieri affrontano l’emergenza con ipochi mezzi a disposizio-
ne. Sopra, il mazzo di mimose lasciato per ringraziare le lavoratrici degli:
ospedali. Secondo indiscrezioni dietro al gesto ci sarebbe Lapo Elkann

ALESSANDRO MONDO


Un bimbo di nove anni è ri-
sultato positivo al test per il
coronavirus. Il primo in Pie-
monte. Sta bene, è stato ri-
mandato a casa dove resterà
in isolamento. Sono stati gli
infermieri del «pre-triage»
del Regina Margherita a
mettere a fuoco la situazio-
ne. Il bambino aveva riferito
di avere avuto contati con il
nonno, che era già risultato
positivo al virus. Così, anche
il bimbo è stato sottoposto al
tampone che è poi risultato
positivo.
Ma ieri c’è stato anche l’an-
nuncio di Alberto Cirio, tra-
mite diretta facebook: «Inu-
tile nasconderlo: sono positi-
vo al Coronavirus». Come al-
tri colleghi governatori, pre-
senti a Roma mercoledì scor-
so per l’incontro a Palazzo
Chigi, il presidente della Re-
gione si è sottoposto al test,
che purtroppo ha dato esito
positivo: le sue condizioni

sono buone, continuerà a la-
vorare, «tutto è stato predi-
sposto affinché l’attività del-
la Regione in un momento
più che mai difficile possa
procedere senza ostacoli».
Insomma: seguirà la situa-
zione, ma a distanza. Lo stes-
so vale per i suoi assessori,
che su disposizione dell’Uni-
ta di crisi si sottoporranno a
loro volta al test. Un colpo a
sorpresa, che oltretutto im-
pone un cambiamento radi-
cale nelle modalità di lavo-
ro: ieri pomeriggio la giunta
si è riunita via Skype. Qua-
lunque cosa pur di garantire
una catena di comando es-
senziale per non lasciare il
Piemonte allo sbando. Altra
doccia fredda: l’Unita di cri-
si coordinata da Mario Ra-
violo si è messa in autoisola-
mento per i prossimi quindi-
ci giorni nella sede di corso
Marche. Sempre ieri Cirio
ha ricevuto la telefonata del
Presidente Mattarella:

«L’ho ringraziato a nome di
tutto il territorio, sappiamo
che lo lega un rapporto spe-
ciale alla nostra terra».
Tutto questo mentre pur-
troppo oltre all’elenco dei
contagiati comincia ad al-
lungarsi anche quello dei de-
cessi. Ieri pomeriggio la Re-
gione ha dato notizia del de-

cesso di un paziente di 75 an-
ni all’ospedale di Alessan-
dria: l’uomo era ricoverato
da alcuni giorni presso il re-
parto di malattie infettive
con un quadro clinico pre-
gresso definito dai medici
fortemente compromesso,
ed era risultato positivo al te-
st sul coronavirus.

Sempre ieri è arrivata noti-
zia della conferma di positi-
vità di tre pazienti deceduti
nella notte tra sabato e do-
menica all’ospedale di Torto-
na trasformato in Covid Ho-
spital, cioè in presidio sanita-
rio specificamente dedicato
al trattamento dei pazienti
contagiati dal virus. Si tratta
di due uomini - uno di 81 an-
ni di Pontecurone è uno di
75 anni di Rosignano Mon-
ferrato - e di una donna di 90
anni di Carezzana. Tutti pre-
sentavano un quadro clini-
co compromesso. Nel com-
plesso, i morti in Piemonte
sono già nove.
Anche il numero dei con-
tagi aumenta velocemente.
Ieri sera, stando al bolletti-
no della Regione, erano
373 le persone risultate po-
sitive al coronavirus. E an-
cora: 295 i ricoverati in
ospedale 45 delle quali in te-
rapia intensiva, 69 in isola-
mento domiciliare, 1.700 i

tamponi finora eseguiti
(1.327 risultati negativi).
A proposito di numeri, ne-
gli ultimi giorni si è registra-
ta un’impennata delle chia-
mate al numero verde sani-
tario 800 19.20.20: da una
media di 700 telefonate al
giorno fino alle 3 mila e 800
di sabato. Nel frattempo so-

no aumentate le chiamate al
numero unico 112. Proble-
mi al numero della guardia
medica, che ieri era intasa-
to. Durissime le condizioni
di lavoro degli operatori sa-
nitari, anche loro progressi-
va mente falcidiati dal virus:
medici ospedalieri, infer-
mieri, operatori socio-sani-

tari, medici di famiglia e pe-
diatri. Ogni categoria sta pa-
gando un prezzo alto.
La giornata di ieri, una gior-
nata da dimenticare, ha se-
gnato anche la netta posizio-
ne da parte dell’Ordine dei
Medici di Torino e di Anaao
Assomed, sindacato dei me-
dici ospedalieri, affinché tut-
to il Piemonte venga dichia-
rato zona rossa. «Richiesta
dolorosa, è fonte di sacrifici
per la popolazione, ma è indi-
spensabile tutelare la salute
di tutti», premette Guido Giu-
stetto, presidente dell’Ordi-
ne, sollecitando nel contem-
po protezioni adeguate per
il personale sanitario. «Se
non si rallenta la diffusione
del contagio, il prezzo da pa-
gare per tutti, in termini eco-
nomici e di salute, sarà certa-
mente maggiore», gli fa eco
Chiara Rivetti, segretario re-
gionale Anaao. Purtroppo
non è finita, anzi. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

1700


Sono i tamponi fatti sul
territorio regionale,
dall’inizio delle
segnalazioni

IL CORONAVIRUS IL CORONAVIRUS


45


È il numero dei
ricoverati nei reparti di
terapia intensiva dei
vari ospedali

69


È il numero delle
persone in isolamento
domiciliare per
precauzione

700


Era il numero delle
chiamate al 112 prima
dell’emergenza del
coronavirus

I numeri RETROSCENA


1327


Sono i tamponi che
sono risultati negativi
dopo gli esami di
laboratorio

L’Amedeo di Savoia è
quasi al limite, ma è
pronto a raddoppiare i
posti per i contagiati

Intasati i centralini
delle emergenze,
compreso quello della
guardia medica

Sollecitato l’invio
di protezioni per tutto
il personale sanitario
impegnato

Il presidente Cirio e gli
assessori seguiranno
le operazioni anche se
in quarantena

Un militare dell'Esercito in
servizio al cantiere della Tori-
no-Lione, in Val di Susa, è ri-
sultato positivo al coronavi-
rus. Secondo quanto appre-
so l'uomo, che ieri sera era di
turno a Chiomonte e avrebbe
dovuto svolgere servizio an-
che oggi, aveva la febbre ed è
stato sottoposto al tampone.
È ricoverato in ospedale. Sul
sentiero Gallo Romano che
costeggia il cantiere, in Cla-
rea, ieri mattina una cinquan-
tina di attivisti No Tav si è ra-
dunata in presidio per espri-
mere solidarietà a Nicoletta
Dosio, la pasionaria No Tav
in carcere dallo scorso 30 di-
cembre: «Pensiamo che, no-
nostante tutte le varie ordi-
nanze governative, ci possa
essere un modo diverso per
continuare a far sentire la no-
stra voce, prendendo le dovu-
te precauzioni».


Tra i volontari in prima linea c’è preoccupazione per la mancanza di mezzi per affrontare l’emergenza

A Moncalieri arrivano i pazienti lombardi


“Per noi è il momento di dare una mano”


RETROSCENA


Poche mascherine
in tutte le sezioni locali
delle varie zone
del Piemonte

Il materiale scarseggia e le strutture sono in difficoltà per gli esami

Episodi di protesta anche della gente, ormai arrivata all’esasperazione

Pochi posti in ospedale

“Ormai è difficile

anche fare i tamponi”

IL CASO


Piemonte, 9 morti

I medici: zona rossa

per tutta la regione

Il numero dei contagi è in continuo aumento, con i ricoverati a quota 295


Bimbo di 9 anni è risultato positivo ed è stato messo in isolamento a casa


32 LASTAMPALUNEDÌ9 MARZO 2020


CRONACA DI TORINO


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