Il Sole 24 Ore Venerdì 20 Marzo 2020 17
Economia & Imprese
Cento sarte per 10mila mascherine
A Isernia riparte Modaimpresa
Antonio Larizza
Ieri, per il secondo giorno consecutivo,
una rete di cento sarte della provincia
di Isernia ha confezionato mila ma-
scherine protettive con filtro. Le sarte
molisane - fino a qualche giorno fa de-
stinate alla cassa integrazione, causa
Coronavirus - lavoreranno così, senza
sosta, per i prossimi mesi, al ritmo di
mila mascherine al giorno, inse-
guendo una domanda che cresce in
modo esponenziale in Italia, trainata
dalla curva dei contagi da Covid-.
La storia di Modaimpresa, società
tessile con sede a Miranda (Isernia) è
una storia di rinascite. L’azienda è
nata la prima volta cinque anni fa, dal
fallimento dell’industria tessile moli-
sana Ittierre - realtà del polo tessile
molisano, polo che nel genera-
va un indotto da milioni di euro
- per l’iniziativa di alcuni suoi ex di-
pendenti. E una seconda volta due
settimane fa, quando dalle “ceneri” di
una probabile chiusura a causa del
blocco di ordinativi dovuto all’emer-
genza sanitaria, come altre aziende
del settore ha convertito le linee pro-
duttive all’attività di confezionamen-
to di mascherine.
«La nostra impresa produce in
esclusiva per firme come Antonio
Marras e Annarita N - sottolinea il ceo
Romolo D’Orazio -. Quest’anno
avremmo dovuto fatturare milioni di
euro. Ma a fine febbraio gli ordini si so-
no bloccati. Si andava verso la cassa in-
tegrazione per i miei dipendenti».
In azienda però c’erano cotone,
tessuto non tessuto, e competenze.
Continua D’Orazio: «Abbiamo realiz-
zato un prototipo di mascherina, fa-
cendolo testare a una clinica di Iser-
nia. Poi, dopo alcune modifiche, ve-
nerdì scorso abbiamo confezionato il
“prototipo ”. E da martedì ne produ-
ciamo mila al giorno».
Oggi non solo D’Orazio non pen-
sa più alla cassa integrazione per le
sue sarte. Ma ha ”salvato” anche
quelle di laboratori in conto terzi cui
dava abitualmente lavoro. In tutto
cento lavoratrici. E ne sta cercando
altre da assumere.
Le mascherine prodotte da Moda-
impresa sono del tipo “non sanitario”,
non richiedono certificazioni e sono
destinate a lavoratori di fabbriche, cli-
niche e uffici che entrano in contatto
con altre persone. «Ho richieste da
tutta Italia - spiega D’Orazio -. Sono
aziende dove i lavoratori non posso-
no operare senza mascherine. Con il
nostro lavoro contribuiremo a garan-
tire l’operatività di molte imprese».
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Salta il festival di Glastonbury. I festeggiamenti del 50° anniversario posticipati al 2021
AFP
Musica, pausa forzata
da oltre 100 milioni
INTRATTENIMENTO
Dal febbraio al aprile
annullati mila eventi:
incassi persi per milioni
Mazza (Fimi): ampliare
il credito d’imposta
e intervenire sull’Iva
Andrea Biondi
Francesco Prisco
«Senza concerti non si vive. Il corona-
virus ci ridurrà sul lastrico». Sono pa-
role di David Crosby e, proprio perché
a pronunciarle è un grande soprav-
vissuto del rock, fanno ancora più im-
pressione.
Nell’era della cosiddetta “musica
liquida”, il live è la prima fonte di rica-
vi. Per gli artisti, certo, ma più in gene-
rale per una filiera diffusa che abbrac-
cia dalle multinazionali del promo-
ting all’ultima cooperativa di servizi
sul territorio. Lo stop generalizzato ai
concerti che, sul modello italiano,
ovunque nel mondo si sta adottando
per contenere il contagio da Covid-
fa sempre più paura.
Per dire: in Inghilterra è stato can-
cellato Glastonbury, il festival più im-
portante d’Europa, in programma dal
al giugno. E non si trattava ne-
anche di un’edizione banale: quella
che prevedeva in scaletta Paul Mc-
Cartney e Kendrick Lamar era quella
del ennale. Anche la discografia,
con i tempi che corrono, non è immu-
ne da problemi. Sintomatico il fatto
che, tra i contagiati illustri, figuri an-
che il manager francese Lucian
Grainge, ceo di Universal Music che è
la prima major del mercato.
Ifpi, la Federazione mondiale delle
case discografiche di base a Londra,
aveva in programma per il marzo
la presentazione del nuovo Global Re-
port ma, causa emergenza, ha deciso
di rimandare sine die l’evento. «Se
guardiamo all’Italia – commenta Vin-
cenzo Spera, presidente di Assomusi-
ca – dal febbraio al aprile sono
stati annullati mila eventi per un
mancato incasso di milioni e un in-
dotto perso di altri milioni». Nien-
te concerti significa anche drastico
calo dei versamenti in diritto d’auto-
re: si pensi che Live Nation e gli asso-
ciati Assomusica corrispondono in
un anno qualcosa come milioni al-
le collecting. «Le misure di sostegno
messe in campo finora – continua
Spera – rischiano di essere insuffi-
cienti se si protrae il fermo. Ci hanno
allungato di due anni il tempo delle
verifiche, hanno parlato di voucher e
cassa integrazione. Forse servirebbe
un po’ di coraggio in più: non andia-
mo avanti di giorni in giorni, di-
teci per quanto tempo è auspicabile
che il settore stia fermo e mettete in
campo aiuti veri per il comparto».
Non mancano le iniziative di so-
stegno ad autori ed esecutori. Il Mi-
bact, per esempio, su spinta della Siae
ha destinato in via eccezionale il %
dei compensi da copia privata, tradi-
zionalmente dedicati all’iniziativa
“Per chi crea”, agli autori, agli inter-
preti esecutori ed ai lavoratori auto-
nomi che si occupano della percezio-
ne dei diritti. Nuovo Imaie, collecting
di diritto connesso che tutela gli inte-
ressi degli esecutori, ha attivato un
fondo straordinario da milioni per
gli artisti in difficoltà.
«La musica dal vivo – dice Enzo
Mazza, presidente della Fimi (che rap-
presenta le major) – è stata la prima a
subire il contraccolpo del lock down,
ma adesso la crisi si sta estendendo».
Del resto il percorso per questo mon-
do da milioni di valore in Italia con
mila persone è in sé lineare: con la
serrata «le vendite del prodotto fisico,
cd e vinili, sono scese a zero e anche le
presentazioni saltate di nuovi prodot-
ti hanno impattato pesantemente». Si
salva la musica in streaming, ma per
Mazza «fino a un certo punto. È un
ascolto forte in mobilità. E al di là di
questo la mancanza di nuove uscite
pesa». In tutto, considerando la situa-
zione «possiamo stimare un danno
nel settore di almeno milioni.
Questo sino a fine aprile».
Allungandosi il lock down si am-
plierebbe anche il danno. «Alcuni in-
terventi sono possibili, li abbiamo
chiesti in varie occasioni. Penso ad
esempio al credito d’imposta più am-
pio o alla riduzione dell’Iva: per i libri
- conclude Mazza – è al %. La musica
è ancora al ».
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Andrea Biondi
Qualcuno lo ha preso anche come un
cattivo presagio. In tempo di emergen-
za coronavirus vedere indicata la pro-
pria attività come «chiusa definitiva-
mente» – senza che però lo sia – può far
scattare paure ancestrali.
Al di là della componente scaraman-
tica, sono anche motivazioni pratiche
ad aver messo in allarme titolari di ne-
gozi e Pmi che hanno visto bollate sul
web le proprie attività come definitiva-
mente ko. La loro colpa? Non aver rispo-
sto a una email di Google. Che chiedeva
se e cosa fosse cambiato negli orari di
apertura in questo momento. Alla man-
cata risposta era però seguita una se-
conda email per comunicare che l’atti-
vità si considerava “chiusa definitiva-
mente”. Se a definire erroneamente lo
status di un’impresa è Google succede
poi quel che è accaduto, con Facebook e
Twitter che hanno iniziato a ospitare
messaggi allarmati – e arrabbiati – di ti-
tolari di quelle imprese e di quei negozi.
Tutto parte da Google My Business:
servizio che il colosso di Mountain
View ha reso disponibile per permette-
re alle aziende di farsi trovare sul web.
Il titolare dell’attività la cui vicenda
è stata verificata dal Sole Ore lunedì
mattina ha iniziato a ricevere telefo-
nate di clienti che chiedevano se l’atti-
vità fosse o meno aperta perché Goo-
gle Maps restituiva il messaggio di
chiusura definitiva.
Google impazzito? A ben vedere,
l’oggetto dell’email inviata ai proprieta-
ri non era poi tanto sibillino: “Il corona-
virus sta avendo ripercussioni sulla tua
attività”? Dopo ore, nel fine settima-
na, la mancanza di feedback aveva por-
tato a una seconda email che annuncia-
va che la società era contrassegnata co-
me chiusa definitivamente. Ovviamen-
te nell’email stessa c’era modo di
intervenire per correggere, ma in giorni
così complessi sarà apparsa a molti co-
me un’intollerabile complicazione.
Contattata dal Sole Ore Google so-
stanzialmente conferma un errore nel-
l’invio della seconda email nella parte
in cui si definiva “definitiva” la chiusu-
ra. Detto ciò, il colosso web rivendica
comunque l’iniziativa, lanciata a livello
globale. «In base alle informazioni sul-
le chiusure che provengono dai gover-
ni e da altre fonti autorevoli – spiega un
portavoce – la ricerca Google e Maps
mostreranno se un luogo, come una
scuola o un’impresa locale, sia chiuso
temporaneamente. Stiamo esplorando
molti modi per assicurare che le perso-
ne continuino a trovare le informazioni
più accurate e utili su Google e che le
imprese possano tenere le proprie in-
formazioni aggiornate».
Insomma, Big G derubrica la vicen-
da a errore di comunicazione. Tutto
questo proprio mentre la comunica-
zione, in questa fase, sarà da conside-
rare componente sempre più strategi-
ca del fare impresa. Di questo è con-
vinto Saverio Addante, presidente di
Confindustria Intellect, federazione
che raggruppa Una (comunicazione);
Assorel (comunicazione e relazioni
pubbliche), Assirm (ricerche di merca-
to) e Assoconsult (consulenza). «In
questa fase di blocco delle attività –
precisa Addante – occorrerebbe con-
centrarsi su tutte quelle azioni strate-
gicamente da mettere in campo da
punto di vista comunicativo che nella
fase di ripresa faranno la differenza.
Questo è il momento per concentrarsi
per capire come fare a trasmettere,
quando sarà il momento, il nuovo mo-
od e la qualità del sistema Italia».
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WEB
La replica: è stato un errore,
servizio pensato per
informare utenti e imprese
Google, scoppia il caso delle aziende
cancellate a sorpresa dalle mappe digitali
COLOSSO INTERNET
5 miliardi
Le ricerche
Ogni mese su Google vengono
effettuate ricerche su oltre 5
miliardi di ristoranti, 3 miliardi di
hotel, 1 miliardo di negozi di
abbigliamento, 600 milioni di
saloni di bellezza e parrucchieri.
Sono i numeri riportati all’interno
della pagina che illustra il servizio
Google My Business, pensato da
Big G per permettere alle aziende
di farsi trovare sul web, con
localizzazione sulle mappe,
descrizioni e foto.
1,5 miliardi
La raccolta pubblicità in Italia
Secondo alcune stime a partire dai
dati Nielsen sul mercato
pubblicitario dovrebbe attestarsi
sugli 1,5 miliardi di euro la raccolta
pubblicitaria di Google in Italia. Il
tutto all’interno di un segmento,
con all’interno anche Facebook,
Amazon e Twitter, quantificato in
2,86 miliardi di euro (+9,2%)
ENZO MAZZA
Presidente della
Fimi,
associazione
che rappresenta
le major
della musica
MANIFATTURA
L’azienda tessile molisana
ha convertito gli impianti
Ora è in cerca di personale
CASSA DI RAVENNA
Accesso in filiale solo
con appuntamento
Il gruppo La Cassa di Ravenna, a
seguito anche del protocollo
salute sottoscritto dall’ABI e dai
sindacati di categoria stringe
sulle misure anticontagio: sarà
consentito alla clientela
accedere alle filiali solo su
appuntamento.
IN BREVE
CISAMBIENTE-AGCI SERVIZI
Siglato il protocollo
contro il Covid-
È stato siglato il protocollo
d’intesa tra Utilitalia,
Confindustria Cisambiente,
Alleanza delle cooperative
italiane e Fise Assoambiente e i
sindacati per garantire ai
lavoratori una maggiore
sicurezza attraverso interventi
anti contagio e assicurare così la
continuità del servizio di raccolta
e smaltimento dei rifiuti urbani e
sanitari. Si chiede anche al
Governo, ministeri competenti,
Protezione civile e altre
amministrazioni la garanzia
dell’approvvigionamento dei
dispositivi di protezione
individuale oltre ad altri
strumenti necessari al pieno
funzionamento della raccolta e
degli impianti.