La Stampa - 19.03.2020

(backadmin) #1
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ANDREA ROSSI


Ieri Torino è entrata tra le
dieci province italiane con
più casi di Coronavirus.
L’ha fatto di prepotenza,
un’irruzione in capo a gior-
ni di vertiginosa crescita
del numero di contagi.
Una situazione che, in que-
sto momento, ha pochi
eguali in Italia.
In città il virus è arrivato
il 22 febbraio, pochi giorni
dopo l’esplosione dei con-
tagi nel Lodigiano. Ma è ri-
masto come in sonno. Un-
dici giorni dopo, il 4 mar-
zo, i casi registrati in tutta
la provincia erano undici:
in media un nuovo infetto
al giorno, poca cosa se con-
frontato con quel che nello
stesso periodo stava acca-
dendo in Lombardia, Vene-
to ed Emilia Romagna. An-
cora oggi i numeri assoluti
del Torinese (circa 800 ca-
si martedì, 1.171 ieri) so-
no ben lontani dalle tre
province più contagiate d’I-
talia: Bergamo (4 mila),
Brescia (quasi 3.500) e Mi-
lano (2.500). Torino è in
una situazione molto più
rassicurante anche dal
punto di vista del rapporto
tra casi positivi e abitanti e
della tenuta dei suoi ospe-
dali, dove i posti letto sono
circa il doppio rispetto a
Bergamo o Brescia. Eppu-
re un problema c’è, e il fisi-
co Alessandro Ferretti, do-
cente all’Università di Tori-
no, lo svela in un lungo e
dettagliatissimo report.
Fino a ieri Torino era fuo-
ri dalle dieci province più
critiche. Ma quelle imme-
diatamente davanti – Pa-
dova, Parma e Pesaro-Urbi-
no – semplicemente sono
partite prima ma ora cre-
scono molto più lentamen-
te di noi. «C’è un’elevatissi-
ma rapidità di contagio,
dovuta a una combinazio-


ne di diversi fattori: diffe-
renze nella tempistica del-
le restrizioni, differenti cri-
teri nel fare i tamponi, sen-
za contare il fatto che Tori-
no è una città molto più
grande e più affollata», è
l’analisi del fisico.
Qualunque sia la spiega-
zione l’evidenza è che a To-
rino i contagi sono comin-
ciati più tardi ma adesso
stanno salendo in modo
non confortante. E che
qualcosa non stia andando
per il verso giusto lo mo-
stra anche un altro fattore:
l’andamento dei tamponi.
Dall’inizio dell’epidemia fi-
no a sei giorni fa – il 12 mar-
zo –, si registravano in me-
dia 20 positivi ogni 100
tamponi eseguiti. Negli ul-
timi cinque giorni, invece,
l’incidenza è quasi raddop-
piata: i positivi sono diven-

tati 36 su 100. «Questo da-
to fa pensare che in Pie-
monte il numero di tampo-
ni, anche se in netto au-
mento in assoluto, stia in
realtà diminuendo in sen-
so relativo e non riesca a te-
nere il passo di un’epide-
mia che va più veloce dei
tentativi di diagnosticar-
la», spiega Ferretti.
L’esperienza di altre pro-
vince italiane (come Lodi
e Padova) e di altri paesi
(Cina e Corea) mostra che
la strategia che finora si è
rivelata più efficace consi-
ste nel combinare le restri-
zioni imposte alla popola-
zione con un grande nume-
ro di tamponi eseguiti, in
modo da individuare e iso-
lare il maggior numero
possibile di positivi. «Altri-
menti sarà dura uscirne, i
soli divieti non bastano»,

ragiona il fisico dell’Uni-
versità sulla base dei dati
raccolti sull’Italia e sull’e-
sperienza di paesi come la
Corea, che con 300 mila
tamponi mirati ha indivi-
duato più di 8 mila casi, e
dove ancora oggi si ese-
guono 12 mila tamponi al
giorno per trovare 70-80
nuovi contagi. «Torino, e
il Piemonte, quindi, han-
no ancora tempo per agire
ma ne hanno poco da per-
dere: i numeri mostrano
che serve intensificare lo
sforzo per individuare il
massimo numero di casi
positivi possibile: non so-
lo per impedire che questo
numero vada fuori control-
lo ma anche per ridurlo il
più velocemente possibile
e alleviare il peso delle re-
strizioni». –
© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Il telefono come unico trami-
te con il mondo esterno. Il call
center che diventa luogo di
contatto umano». Elena Seme-
raro racconta così la sua espe-
rienza come volontaria al Cen-
tro operativo comunale di via
dei Gladioli, dove la Città ha at-
tivato un servizio di assistenza
a domicilio. Ha 35 anni, lavora
in una società di assicurazioni
ma ha preso ferie per poter da-
re il suo contributo.
●1 Come mai questa scelta?
«Mi rendo utile in una situazio-
ne di emergenza ed è più quel-
lo che ricevo che quello che do-
no. Ogni giorno arrivano una
ventina di chiamate, perlopiù
anziani o persone in quarante-
na che ci chiedono di fare la
spesa, andare a prendere ricet-
te o farmaci, accudire il cane.
Poi, c’è chi ha solo voglia di
chiacchierare, sfogarsi in que-
sto momento di solitudine. L’a-
spetto umano, al telefono, di-
venta la cosa più importante».
●2 E la più difficile?
«Mantenere il distacco emoti-
vo. Tornare a casa e lasciarsi al-
le spalle i problemi e le difficol-
tà di chi chiama. C’è chi ha l’in-
tera famiglia in quarantena,
un parente ricoverato e chiede
se possiamo portare all’ospe-
dale anche solo un cambio di
vestiti. Arrivo a sera stremata:
in un momento in cui il tempo
sembra essersi fermato, qui le
ore volano e il telefono squilla
ogni secondo».
●^3 La frase che ripete più spes-
so?
«Mantenete le distanze, non
uscite di casa. Per le necessi-
tà ci siamo noi». I. FAM. –
© RIPRODUZIONE RISERVATA

ALESSANDRO FERRETTI
DOCENTE
UNIVERSITÀ TORINO

3 DOMANDE

LE CURVE

Febbraio Marzo

TOTALE CASI COVID REGISTRATI (Dato cumulato)
Bergamo Brescia Milano Padova Parma Pesaro e Urbino TORINO

23 25 27 29 2 4 6 8 10 12 14 16 18

4.000

3.000

2.000

1.000

0

Febbraio Marzo

23 25 27 29 2 4 6 8 10 12 14 16 18

800

600

400

200

0

Torino scala la classifica dei contagi


“I casi crescono troppo velocemente”


In cinque giorni il rapporto tra tamponi fatti e pazienti positivi è passato dal 20 al 36%


Il fisico dell’Università: epidemia molto più rapida dei tentativi di diagnosticarla


I dati fanno pensare
che il numero dei
tamponi in senso
relativo in realtà stia
diminuendo

IL CORONAVIRUS

ELENA SEMERARO
VOLONTARIA PROTEZIONE CIVILE

“I miei giorni

al telefono

a rassicurare

chi è solo”

*

*

Una lettrice scrive:


«Sono una persona anziana co-
stretta ad uscire per fare la spe-
sa. Adotto ovviamente tutti le
precauzioni: guanti di lattice,
mascherina, distanza di sicurez-
za, orario di minore afflusso, an-
che se ormai molti adottano la
stessa strategia. Se devo tossire,
aspetto di non avere nessuno vi-
cino a me. Non così, purtroppo,
molti altri. Stamattina, mercato
di Santa Rita, due signore chiac-
chierano vicino al banco, chiedo
se per favore possono stare a un
metro. Una, seccata, mi rispon-
de che sono esagerazioni e che
non siamo tutti appestati. Torno
a casa passando da via Filadel-
fia, vicino allo stadio e incontro
diversi “salutisti” che praticano


lo jogging. Per due volte, giunti
vicino a me, decidono di fare
una profonda espirazione. Mi è
sembrata una provocazione. So-
no io che, rispettando tutti, mi
aspetto troppo dal prossimo?
AD

Un lettore scrive:
«Oggi il postino ha suonato il ci-
tofono e, quando sono arrivato
al cancello, mi ha comunicato

che aveva messo in buca un “av-
viso di giacenza” per una racco-
mandata. Ce l’aveva in mano e
gliel’ho chiesta, ma mi ha detto
che le nuove norme di lotta al co-
ronavirus glielo impediscono,
così io dovrò andare alla Posta
per ritirarla. È uno scherzo?»
GIANLUIGI DE MARCHI

Un lettore scrive:
«Volevamo portare a conoscen-

za dei cittadini torinesi un esem-
pio di genuina solidarietà della
comunità di cinesi di via Saler-
no, dove hanno un luogo per ri-
trovo religioso. Questa mattina
ci hanno fatto sapere di avere
una modica quantità di masche-
rine a disposizione dei condo-
mini di via Ravenna 15. È stato
un gesto naturale e commoven-
te anche perché solo 20 giorni
fa una di loro era stata oggetto
di una aggressione, in pieno

centro di Torino, che ha fatto
vergognare molti noi. Già allo-
ra avevamo espresso la nostra
vicinanza e oggi ringraziamo
per questo esempio di civiltà e
amore per il prossimo».
AR

Un lettore scrive:
«Ho febbre persistente da 6 gior-
ni con tosse, nausea, diarrea. Il
mio medico curante mi ha cura-

ta con Tachipirina e antibiotico.
Dato che sembro non reagire al-
la tachipirina oggi mi ha consi-
gliato di chiamare il 112 dato il
perdurare di sintomi sospetti di
corona virus. Al 112 mi trasferi-
scono al 118: “Le mandiamo un
autoambulanza, se vuole”. Cosa
serve un’ambulanza normale se
c’è il sospetto di coronavirus po-
trei contagiare il mezzo ed an-
che gli operatori. Chiedo cosa bi-
sogna fare per un tampone: “Si
fa solo nei casi gravi di insuffi-
cienza respiratoria e polmoni-
te”. Leggo stamane sulla Stampa
che a Chiambretti e sua madre è
stato fatto subito. Mi chiedo: ci
sono persone di serie A e di serie
B? Intanto io mi auguro che qual-
cosa di positivo mi accada».
T. F.

Specchio dei tempi

«Coronavirus e il rispetto del prossimo» - «Le bizzarre contromisure delle Poste»
«La genuina solidarietà della comunità cinese» - «Noi malati di serie B»

AIUTIAMO LE FAMIGLIE VITTIME DEGLI ATTENTATI IN SRI LANKA - http://www.specchiodeitempi.org - [email protected] - info: 011.6568376

34 LASTAMPAGIOVEDÌ19 MARZO 2020
CRONACA DI TORINO


T1 PR

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