CorrieredellaSera Sabato21Marzo2020 33
Leletterefirmate
connome,cognome
ecittàelefotovanno
inviatea
«LodicoalCorriere»
CorrieredellaSera
viaSolferino,28
20121Milano
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letterealdocazzullo
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AldoCazzullo-«Lo
dicoalCorriere»
«LodicoalCorriere»
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LODICO
ALCORRIERE
RispondeAldoCazzullo
LADURAVITADEGLIEDICOLANTI
CHENONHANNOALCUNPRIVILEGIO
L’APPELLO
«Noifarmacistiarischio:
datecilemascherine»
Sonofarmacista in un paese
dell’entroterra di Savona. Le
farmacie sono obbligate afare
servizio. I nostri clienti sono,
per definizione, malati o
parenti di malati. Svolgiamo il
nostro lavoro con passione e
professionalità, ma lo
dovremmofare in presenza di
tutti gli strumenti di
protezione garantiti agli
operatori sanitari.In
particolare i Dpi, mascherine
ad alta protezione che
permettono un adeguato
filtraggio dell’ariarespirata. Il
primo collega deceduto per
contagio è unfarmacista
valdostano, ma ci sono altri
contagiati. Le mascherine
adatte sono, per noi,
introvabili; addirittura,
un’ordinanza del presidente
della Regione Liguria impone
allefarmacie che ne
possedessero di consegnarle
agli ospedali affinché vengano
utilizzate da medici e
infermieri, perché sono più a
rischio di noi. Questo è
sicuramente vero, ma anche
noi rischiamo.Noi abbiamo
(poche) mascherine
chirurgiche, che sappiamo
inefficaci nella prevenzione, e
le laviamo e rilaviamo perché
non ne troviamo più.Noi
chiediamo di sbloccare la
situazione e di essere inseriti
fra gli operatori sanitari
riconosciuti aforte rischio.
AlbertoFumagalli
MADEINITALY
«Vannosostenuteanche
leimpreseagricole»
Il settore agricolo è sotto
pressione. C’è preoccupazione
diffusa per il rifiuto di
lavoratori stranieri di venire
da noi per paura del virus. Gli
autisti di tir si rifiutano di
consegnare anche laddove
l’emergenza sanitaria non è
alta.Nel mercato interno, la
ingiustificata corsa alla scorta
di alimenti provoca
impennata speculativa dei
prezzi di alcuni prodotti.
All’estero, alcune catene della
grande distribuzione europea
chiedono certificazioni
aggiuntive di salubrità e
sicurezza degli alimenti
nostrani, provocando il blocco
di molti prodottiMade inItaly.
Le imprese agricole vanno
sostenute: sospensione delle
rate dei mutui, sgravi dei
contributi previdenziali e degli
oneri fiscali, cassa
integrazione per i lavoratori
del settore, anticipo dei
pagamenti comunitariPac.
PaoloRanalli
«Ecco“isette
precettidella
profilassi”
contro
l’influenza.
Correval’anno
1918,maoggi
comeallora
sonoconsigli
daseguire.
Soprattuttoil
punto3:
evitare
molestiee
pericoliai
vicini»ciscrive
ilnostrolettore
ItaloMariani
diPaoloLepri
Valentinadifende
lanostrademocrazia
● Faccenuove
Caro Aldo,
mi deve spiegare in base a
quale logica le edicole sono
aperte mentre la gran parte
dei negozi è chiusa. Se non si
deve uscire di casa, non si
deve uscire né per comprare
un paio di scarpe né per
comprare il giornale, tanto
più che oggi stando a casa si
possono avere tutte le notizie
del mondo. Se si devonofare
dei sacrifici, questi li devono
fare tutti: gli edicolanti come
gli altri esercenti, senza
categorie privilegiate. Se per
15 giorni non si compra il
giornale non casca il mondo
(DaciaMaraini nella rubrica
accanto alla sua scrive che lei
in questi giorni esce di casa
solo per comprare pane e
latte).
AndreaComis
Caro Andrea,
N
on sono d’accordocon
lei. Domenicascorsa il
nostrodirettoreLucia-
noFontana ha già spiegato
perché è giusto che i giornali
continuinoauscire,eleedi-
cole arestare aperte. Lei dice
che le notizie si sanno già.
Nonèsemprecosì. Moltissi-
me persone non usano Inter-
net. Non bisogna darenulla
per scontato. In tanti appren-
dono ancora le notizie dai
quotidiani. Lei dirà: avranno
vistoitelegiornali. La mia
opinione è che scrivere su un
quotidianoconsenteuna li-
bertà di raccontare lecoseco-
me stanno che non sempre ci
si può prendereintelevisio-
ne, quando ci si rivolge a mi-
lioni – per un tg talora a deci-
ne di milioni – di persone che
a volte non hanno filtri critici
esono talora altamentesug-
gestionabili. Èveroche lacar-
ta è ormai solo una parte della
grande macchina di notizie,
dati,reportage,commenti,
newsletter che sono diventate
le nostreredazioni. Ma è una
parte che si rivolge a una po-
polazioneche–non sempre,
ma spesso – usa pocoil web e
nello stessotempo è avvertita,
informata, bisognosa di ap-
profondimenti anche critici.
Lei, gentile signor Comis,
scriveche gli edicolanti non
devono avere privilegi. Ma se
c’èunacategoria cui non si
può accostare la parola «privi-
legio» sono gli edicolanti.
Fanno una vita difficile, si al-
zano nel cuoredella notte,
stanno al freddo d’inverno, al
caldo d’estate, etengono duro
in momenti critici, rappre-
sentano un presidio di infor-
mazione e di socialità. In que-
sti anni ne hoconosciuti mol-
ti, e sono loro profondamente
grato. E mi lasci ricordare an-
che i distributori dei giornali,
che lavorano altrettanto duro,
hanno diversificato l’offerta di
servizi,einquestotempo di
quarantena sono utilissimi.
©RIPRODUZIONERISERVATA
LOSHOWDEIVIP
«Restareacasa?
Loronelleville
enoineimonolocali»
Al di là di qualsiasi commento
sullerestrizioni del governo, lo
show di tanti vip che invitano
a stare a casa belli comodi
dalla loro, non mette il dito
nella piaga?Vo glio dire: che
bella differenza tra chi rimane
bloccato in un lussuoso
appartamento, o in una villa
con parco, e chi, come me,
resta segregato in una casa
piccola, spesso poco
accogliente.Milano da cui
scrivo, è una città dove molti
vivono per lavoro, prendendo
in affitto monolocali o bilocali
di 50 o 60 metri quadri, a volte
di 30!Vo rrei vederlo l’attorone
di turno bloccato in 30 metri
quadri per settimane.Magari i
tanti che sono scappati al Sud,
volevano evitare di rimanere
segregati in case-dormitorio.
FabrizioAmadori
LA
VOSTRA
FOTO
D
i lei si sa solo che lavora da
ventinoveanni al Congresso dei
Deputati, nel neoclassicoPalacio
de las Cortes, in quel Barrio de las
Letras checome tutti i quartieri di una
Madrid dovegiovedì una persona è stata
uccisa ogni quindici minuti dal
coronavirus si è trasformato a poco a poco
in un labirinto di strade della paura.
Va lentina Cepeda, usciere. Nessuno la
conosceva, ora la suafotoè sui giornali
spagnoli.
Checosa le è accaduto? È diventata un
simbolo di quelli che in questa incredibile
tragediacontemporanea eseguono il loro
compito per il bene di tutti, per evitare che
il nostro mondo sifermi, per salvare le
cose che ci sono piùcare. Una di queste
cose, in particolare, è la democrazia.Per
renderla un po’ meno vulnerabile,
Va lentina si è avvicinata alla tribuna degli
oratori,con i guanti e la mascherina, e ha
disinfettato il leggio e il microfono.
Unapplauso dei non molti parlamentari
presenti, distanziati tra loro sui banchi
dell’aula, ha salutato questi gesti
obbligatoriamente normali (ripetuti poi
altre quattordicivolte) nella gigantesca
anormalità che stiamo vivendo. «È stato
sorprendente, non mi era maicapitato di
venire applaudita in tutto questotempo
trascorso qui», sono state le sue uniche
parole. «Se lo merita, mi rallegro per lei»,
ha detto al giornale digitale El Español la
sua diretta superiore, Gema Carretera,
responsabile dei servizi interni.
Inrealtà l’applauso dei deputati è stato
in qualche modo sollecitato dal primo
ministro spagnoloPedro Sánchez, che è
intervenuto dicendo: «Devo dire grazie a
Va lentina, e attraverso di leivoglio
ringraziare tutti i lavoratori del Congresso
checon la loro presenza ci hanno
consentito ditenere questa seduta».Un
omaggio significativo, simile alle
innumerevolitestimonianze di
riconoscenza neiconfronti di chi aiuta,
medici e infermieri in primo luogo, che in
questiterribili giorni arrivano
spontaneamente dalle finestre delle nostre
case. IntantoVa lentina Cepeda ètornata
probabilmente in servizio anche il giorno
successivo a quello della sua improvvisa
notorietà,forse scendendo dalla
metropolitana allafermata della ormai
deserta Puerta del Sol. Insieme a
lei molti altri, che oltre agli
applausi meritano più sicurezza.
@Paolo_Lepri
©RIPRODUZIONERISERVATA
«Caropapà,nontihomaidettocheeroinfelice»
C
aro papà, dopo trent’anni dalla tua scomparsa, ti scrivo da
figlio e da padre. La spinta me l’ha data proprio tuo nipote,
mio figlio. Da unaventina di anni civediamo di rado perché lui
vive al Nord e io in Sicilia, ma civogliamo un gran bene e spesso
ci sentiamo altelefono. Proprio ieri mi ha domandato il motivo
per il quale spesso gli chiedo se èfelice.Stavo per rispondergli
ma lui mi ha detto: «Scusa, papà, me lo dici la prossimavolta,
devo andare». Sai, papà,vorrei che lui leggesse queste mie
parole. Nella prossimatelefonata gli dirò: figlio mio,te lo chiedo
perché avrei tanto desiderato che mio padre l’avesse chiesto a me
se erofelice! Sì, papà, ècosì. Se tu negli anni della mia
adolescenza, anche una solavolta me lo avessi chiesto, ti avrei
risposto di no. Eforse avrei ricevuto date l’aiuto checercavo.
Quattro brutti anni, papà, distrutti da una ragazza di cui mi
innamorai senza accorgermi che mi «rubava» il cuore e lo
buttava nella spazzatura. Ero soggiogato anche dalla timidezza
che mitoglieva ogni possibilità dicercareun dialogocon te. Ti
avreivolutocome «maestro» e amico, un rapporto che andasse
oltre il rapporto autoritario genitore/figlio. In quegli anni era
normale avere un genitorecosì, però se tu avessi ridotto le
«distanze» tutto sarebbe stato diverso. Ma tu appartenevi al tuo
tempo. Eccoperché a mio figlio domando: seifelice?Per dirgli
che sono sempre pronto ad ascoltarlo incaso di bisogno.
Raffaele,figlioepadre
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d Corsera + CorMez. € 0,80 + € 0,70 ; ven. Corsera + 7 + CorMez. € 0,80 + € 0,50 + € 0,70 ; sab.
Corsera + IoDonna + CorMez. € 0,80 + € 0,50 + € 0,70. In Veneto , non acquistabili separati:
m/m/g/d Corsera + CorVen. € 0,80 + € 0,70 ; ven. Corsera + 7 + CorVen. € 0,80 + € 0,50 + €
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non acquistabili separati: m/m/g/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. € 0,80 + € 0,70 ; ven.
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CorTrent. o CorAltoAd. € 0,80 + € 0,50 + € 0,70. A Bologna e prov. non acquistabili separa-
ti: l/m/m/g/d Corsera + CorBo € 0,80 + € 0,70 ; ven. Corsera + 7 + CorBo € 0,80 + € 0,50 + €
0,70 ; sab. Corsera + Io Donna + CorBo € 0,80 + € 0,50 + € 0,70. A Firenze e prov. non acqui-
stabili separati: l/m/m/g/d Corsera + CorFi € 0,80 + € 0,70 ; ven. Corsera + 7 + CorFi € 0,80
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