Il Sole 24 Ore Sabato 21 Marzo 2020 5
Coronavirus Primo Piano
L’EUROPA
La Ue coordina il rimpatrio degli europei
Sono circa 300mila i cittadini europei che si trovano
all’estero in questo momento e che stanno cercando di
rientrare nei propri Paesi, soprattutto da America Latina e
Sud-est asiatico. Lo ha detto ieri Josep Borrell
300mila
I CITTADINI UE BLOCCATI ALL’ESTERO
Quelli regolarmente registrati presso le ambasciate sono
100mila ma si stima che il totale effettivo sia pari al triplo
Dal nostro corrispondente
BRUXELLES
Come preannunciato, la Commis-
sione europea ha proposto ieri di
far scattare la clausola d’emergen-
za prevista dal Patto di Stabilità che
permette ai paesi membri di au-
mentare il deficit pubblico, senza
preoccuparsi per ora delle regole di
bilancio. La decisione è stata presa
mentre le istituzioni comunitarie
stanno lavorando alacremente a
una soluzione europea per meglio
affrontare lo shock economico pro-
vocato dalla pandemia influenzale
da coronavirus.
«Oggi – ha spiegato la presiden-
te della Commissione europea Ur-
sula von der Leyen – proponiamo
di applicare con la massima flessi-
bilità le nostre regole, in modo da
consentire ai nostri governi nazio-
nali di sostenere tutti: i nostri siste-
mi sanitari, il nostro personale e le
persone così gravemente colpite
dalla crisi. Voglio assicurarmi di ri-
spondere sia alla dimensione uma-
na che alla dimensione socio-eco-
nomica della pandemia da corona-
virus nel miglior modo possibile».
Nel presentare la proposta - che
i governi dovranno fare propria - la
Commissione spiega che «l’appli-
cazione della clausola non deve
mettere a repentaglio la sostenibi-
lità di bilancio». E ancora: «La de-
viazione dagli obiettivi di bilancio
deve essere temporanea. Gli Stati
membri possono utilizzare la pie-
na flessibilità prevista dal quadro
di bilancio per affrontare la crisi
sanitaria e le sue conseguenze eco-
nomiche dirette». In altre parole, il
Patto resta in vigore per non pre-
occupare i mercati sulla solidità
dell’euro.
Nel frattempo, le principali isti-
tuzioni comunitarie e in particola-
re il Meccanismo europeo di Stabi-
lità stanno lavorando su varie op-
zioni da presentare ai paesi mem-
bri velocemente. L’obiettivo è di
proporre loro uno strumento co-
munitario per superare la reazione
coordinata a livello nazionale che
rischia di essere insufficiente, di
penalizzare i conti pubblici nazio-
nali e di provocare in ultima analisi
una nuova crisi debitoria e un nuo-
vo sconquasso bancario.
Parlando alla Deutschlandfunk,
von der Leyen ha affermato: «Stia-
mo analizzando tutti gli strumenti
e ogni cosa che può essere utilizza-
ta» per fronteggiare la crisi econo-
mica. «Ciò è riferito anche ai coro-
nabonds. Se aiutano e sono strut-
turati in modo corretto saranno
usati». Non è chiaro che cosa si in-
tenda per obbligazioni coronavi-
rus: sono titoli emessi congiunta-
mente dai paesi membri? O piutto-
sto dal Mes, che già oggi può conce-
dere prestiti ai governi nazionali?
Oltre ai prestiti del Mes, un’al-
tra ipotesi è quella di creare un
fondo con cui finanziare scelte na-
zionali: dalla cassa integrazione in
Italia al Kurzarbeit in Germania al
chômage partiel in Francia. Que-
sta soluzione piace di più a coloro
che pensano di non avere bisogno
di un prestito dal Mes o che vo-
gliono evitarlo per non essere
stigmatizzati.
Sul fronte politico, il confronto
è tra chi pensa che il Mes debba es-
sere usato solo nei casi previsti dai
Trattati e chi invece sostiene sia ne-
cessaria inventiva in un momento
gravissimo. Al tempo stesso si con-
frontano due esperienze, due poli-
tiche, due filosofie. Al primo grup-
po appartengono i paesi reticenti
all’idea di condividere risorse in un
contesto confederale, ritenendo
peraltro di non essere troppo colpi-
ti dalla pandemia.
Il secondo gruppo raccoglie i pa-
esi che più soffrono dell’epidemia,
che da tempo cavalcano l’idea di
una condivisione delle risorse, e
che difendono l’efficacia del volano
comunitario rispetto a mere misu-
re nazionali. In alcuni casi, come
l’Italia, sono anche oberati da un
elevato debito pubblico. Come det-
to, l’esito delle discussioni resta in-
certo. A indurre a un cauto ottimi-
smo è la gravità della situazione,
sanitaria, non solo economica.
—B. R.
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IL FRONTE ITALIANO
Mes, Cinque Stelle contro Conte
Il premier insiste: più strumenti
Manuela Perrone
Gianni Trovati
ROMA
L’idea di usare il Mes per lanciare un
salvagente all’Europa schiacciata dal
coronavirus ridisegna la geografia
della politica italiana, spaccando la
maggioranza e dividendo il centrode-
stra. Con il MS che leva gli scudi, in-
sieme a Lega e Fdi. E con Forza Italia
che invece sposa la linea di Conte.
«Bene la sospensione del Patto»,han-
no detto ieri il premier e il ministro
Gualtieri. «Bisogna continuare a lavo-
rare - ha aggiunto Conte - per arric-
chire il ventaglio degli strumenti in
campo per rendere la reazione euro-
pea coordinara, forte, tempestiva».
La proposta rilanciata da Conte sul
Financial Times, con l’obiettivo di
usare il Mes per dare gambe al Coro-
nabond, ha subito incassato il placet
del Commissario Ue Gentiloni. E il via
libera del Pd con il vicesegretario Or-
lando: «Sulla proposta è giusto riflet-
tere, non sparare contro il vecchio
Mes come fanno i sovranisti».
La ricetta Conte in realtà non nasce
all’improvviso.Da giorni nelle riunio-
ni ristrette il governo discuteva sulla
necessità di mettere il dossier sui ta-
voli Ue, dove l’Italia ha trovato l’ap-
poggio di Spagna e Francia. Ma a Ro-
ma il tema ha viaggiato sottotraccia,
tra accenni informali e smentite da
Palazzo Chigi, per non infiammare la
polemica nella maggioranza. Come
puntualmente avvenuto ieri, quando
i mal di pancia dei deputati MS italia-
ni ed europei sono esplosi. Netto il ca-
po politico Crimi: «A un Mes senza
condizioni non credo». Sulla stessa li-
nea, era scontato, Lega e Fdi. Per Sal-
vini il Mes è «un tunnel senza uscita»
di cui «è inaccettabile anche solo par-
lare», mentre Meloni chiede di sba-
raccarlo restituendo agli Stati i soldi
che hanno versato.
Ma la voce fuori dal coro è quella di
Silvio Berlusconi, che a differenza de-
gli altri leader di centrodestra dopo la
telefonata con il capo dello Stato non
si è limitato a generiche spinte alla
collaborazione. «Ci sono i miliardi
del Mes - ha messo a verbale - che pos-
sono essere subito destinati allo svi-
luppo delle economie europee, senza
condizionalità e naturalmente senza
l’intervento di alcuna Trojka».
Il ragionamento di Berlusconi segue
in modo fedele la traccia discussa tra
Palazzo Chigi, Mef e Affari europei. Do-
ve in realtà più che su un’utopica assen-
za di condizionalità» si punta a un pro-
gramma che eviti improbabili obiettivi
di finanza pubblica per concentrarsi su
target sanitari ed economico-sociali.
Strada non facile, perché richiede una
doppia unità: in Europa, dove la Ger-
mania non ha bisogno del Mes perché
ha spazi sconfinati per finanziare le sue
manovre a debito e a tassi comunque
più vantaggiosi (si veda l’articolo sotto),
e in Italia. Dove molto dipende dalla
compattezza dei Cinque Stelle sulla li-
nea intransigente. «Nei prossimi giorni
arriverà una nostra proposta «concreta
e sostanziosa», ha detto la viceministra
all’Economia Laura Castelli.
Fatto sta che una quadra italiana
andrà trovata in fretta, in vista del-
l’Eurogruppo della prossima settima-
na. E le tante notizie europee della set-
timana sono positive per i conti italia-
ni. Ma non decisive. La Bce ha gettato
secchiate d’acqua sul fuoco degli inte-
ressi, e la sospensione del Patto evita
di dover discutere del deficit al %. Ma
le prospettive italiane sono decisa-
mente più dure rispetto al -,% di Pil
ipotizzato ieri dal Fondo monetario, e
non lasciano grossi spazi per finan-
ziare altre misure a deficit senza un
ombrello di liquidità europeo.
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Il governo va avanti perché
Bce e stop al Patto
lasciano il nodo liquidità
Nel centro-
destra Salvi-
ni e Meloni
all’attacco
ma Berlu-
sconi si
smarca:
«Sono 410
miliardi su-
bito»
Beda Romano
U
na nuova frontiera è nata
in Europa con la pandemia
influenzale.
Curiosamente, gli stessi
paesi tradizionalmente restii a
condividere le risorse nazionali per
affrontare uno shock economico
sono gli stessi che appaiono
recalcitranti all’idea del
confinamento della popolazione
per affrontare il coronavirus.
L’associazione è meno
sorprendente di quanto non
appaia: nei due casi prevalgono
liberalismo e individualismo.
Da giorni, Germania, Olanda,
Svezia, per non parlare della Gran
Bretagna, flirtano con l’immunità
di gregge, ossia con la strategia di
sconfiggere il virus Covid-
diventandone immuni. Sono tutti
paesi che a modo loro coltivano un
rapporto combattuto, ambiguo, se
non addirittura ostile con la
costruzione europea. Soprattutto
appartengono alla grande famiglia
anglo-sassone dove il
protestantesimo ha imposto tra le
altre cose una forma di
darwinismo sociale.
In Germania, le autorità
pubbliche sono restie a imporre
misure di confinamento alla
popolazione, complice anche
l’assetto federale del paese. Nel suo
discorso alla nazione di mercoledì
sera, la cancelleria Angela Merkel
ha evitato di usare la parola
isolamento. Le scuole sono ormai
chiuse, ma ancora ieri un
sondaggio ARD rivelava che solo il
% dei tedeschi si dice
preoccupato dalla pandemia.
Come Londra, anche L’Aja ha
fatto propria l’idea dell’immunità di
gregge. Poi il governo di Mark Rutte
si è (in parte) arreso alla paura che
gli ospedali non avrebbero retto
l’onda d’urto dei ricoveri. Il paese è
noto per essere egualitario, liberale,
quasi libertario. Secondo lo
studioso Geert Mak,
l’atteggiamento olandese è il
risultato di uno spirito
mercantilista associato alla
religione calvinista. D’altronde, Je
maintiendrai è il motto del paese.
Quando Descartes scelse di
emigrare in Olanda, disse che ad
Amsterdam aveva trovato «una
purezza dell’aria utile alla
produzione dello spirito». Intendeva
riferirsi allo spirito tollerante del
paese. Lo stesso prevale in Svezia
dove il governo cavalca
esplicitamente l’idea dell’immunità
di gregge: scuole e asili sono ancora
aperti. «In Svezia la classe politica si
affida molto al consiglio scientifico»,
osservava nei giorni scorsi Johan
von Schreeb, ricercatore dell’istituto
Karolinska a Stoccolma.
Quanto la nuova frontiera
europea complicherà la ricerca di una
soluzione comunitaria allo shock
economico provocato dalla
pandemia? Come detto, gli stessi
paesi restii a usare strumenti europei
sono anche quelli che affrontano (per
ora) con maggiore filosofia la sfida
sanitaria. C’è di più. In proporzione,
sono (sempre per ora) quelli che
appaiono meno colpiti dal virus. La
Repubblica Federale, per esempio,
ieri sera contava . infetti e
decessi. Fino a quando?
Proprio la Germania sarà l’ago
della bilancia nelle discussioni in
vista di una risposta comunitaria allo
shock economico. Dieci anni fa fu
restia ad aiutare i paesi in crisi
debitoria. Accettò con riluttanza,
imponendo condizioni ferree agli
aiuti finanziari in omaggio alla sua
visione morale dell’economia. Oggi
la connotazione morale è assente, o
quasi. La crisi sanitaria e la
recessione economica così come la
necessità di salvaguardare il mercato
unico e il porto sicuro europeo in un
contesto internazionale sempre più
ostile potrebbero indurla a dare il suo
benestare a una soluzione più
ambiziosa e congiunta.
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L’ANALISI
Il liberismo
del Nord
e l’immunità
di gregge
Week end
decisivo
per la mes-
sa a punto
delle misu-
re da pre-
sentare
al Consiglio
europeo
di giovedì
Pausa. Mercati
positivi, ieri,
grazie anche alle
misure messe
in campo dalle
banche centrali
di tutto il mondo.
L’intervento della
Bce, che ha
annunciato un
nuovo
programma di
acquisti da 750
miliardi, ha
ridotto lo spread
REUTERS
ALL’ESAME DEL GOVERNO
Berlino, manovra straordinaria pari al 10% del Pil
Isabella Bufacchi
Dal nostro corrispondente
FRANCOFORTE
La Baviera e il suo presidente gover-
natore Markus Söder, leader della Csu
e con standing da cancelliere, hanno
fatto da apripista in Germania nella
gestione dell’emergenza senza prece-
denti del coronavirus, sotto il profilo
dell’isolamento per contenere la pan-
demia e dell’extra spesa pubblica. Da
oggi la Baviera è in lockdown, da lune-
dì potrebbe esserlo tutta la Germania.
E dopo i miliardi che intende stan-
ziare il Bayern, utilizzando la clausola
nella costituzione regionale che con-
sente di sforare il freno sul debito per
calamità, il governo di grande coali-
zione dovrebbe annunciare lunedì
una manovra di spesa pubblica extra
fino a miliardi, fino al ,% del Pil
(e sono girate voci per molto più), fi-
nanziata a debito senza ricorrere alle
garanzie: sollevando così il limite del-
lo zero nero e del deficit massimo allo
,% del Pil ( miliardi), previsto
dalla costituzione per catastrofi ed
emergenze esogene, tramite voto al
Bundestag con la “maggioranza del
cancelliere” o con misure d’urgenza.
In Baviera e in tutta la Germania il
numero dei contagiati sta salendo ve-
locemente in maniera esponenziale
(gli ultimi rilevati sono . per il
Robert Koch Institut e . per John
Hopkins). E un lockdown a livello na-
zionale, dopo quello della Baviera,
sembrava ieri inevitabile, dopo che
Angela Merkel, passata dall’ex-Ger-
mania dell’Est alla democrazia del-
l’Ovest, ha definito la «restrizione»
della libertà di movimento come
«giustificata quando imperativa». Ma
se attorno ai cittadini tedeschi si erge-
ranno sempre più limitazioni e divieti,
i conti pubblici federali e statali sono
pronti ad abbattere il muro dello
Schwarze Null per far fronte a tutte le
emergenze del coronavirus. Olaf
Scholz, il socialdemocratico ministro
delle Finanze, aveva già pronto per
questa estate un piano da miliardi
per sforare il freno sul debito a livello
nazionale e farsi carico di una grossa
fetta del debito pubblico locale. Il Co-
vid- ha fatto saltare quello schema,
per richiedere altri, più grandi e in
fretta: il debito/Pil in Germania è sot-
to il % e Scholz ha assicurato che ci
sono enormi margini di manovra, per
salvare imprese, lavoro e anche per
rafforzare il sistema sanitario. Se l’ap-
piattimento della curva dei contagi
non avverrà come sperato, anche la
Germania si ritroverà con una carenza
di letti in terapia intensiva: sono
. su un totale di ..
La GroKo avrebbe allo studio un
Verso allentamento
dei vincoli sul debito
Lockdown in Baviera
La Ue attiva
le clausole
che allentano
i vincoli del Patto
La risposta dell’Europa. Von der Leyen favorevole
ai covidbond, pressing delle istituzioni europee
sui governi per un maxi prestito collettivo del Mes
fondo per le Pmi, che potrebbe inizia-
re con una durata di tre mesi e con una
potenza di fuoco attorno ai miliar-
di. Sarebbe previsto uno sforzo extra
nella cassa integrazione Kurzarbaiter
per , milioni di lavoratori, che po-
trebbe costare altri miliardi. E poi
ancora, è prevedibile che Berlino riat-
tiverà il Soffin, il fondo di stabilizza-
zione del mercato finanziario che ave-
va una dote da miliardi durante la
crisi del : usato all’epoca per ga-
ranzie pubbliche, ricapitalizzazioni
(Commerzbank, WestLB, Aareal) e
coperture dei rischi. Stando a un’anti-
cipazione di Handelsblatt, che non è
stata smentita, Soffin - che in dieci an-
ni si è quasi azzerato - potrebbe essere
riconvertito in un fondi stabilizzazio-
ne dell’economia. In aggiunta al po-
tenziamento degli interventi della
Kfw, e di centinaia di miliardi in ga-
ranzie. E alle nazionalizzazioni tem-
poranee che potrebbero fioccare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Maxi piano.
La cancelliera
Merkel sta
mettendo
a punto
stimoli fiscali
per quasi 200
miliardi
AFP
COVIDBONDS
Perché piacciono
(quasi) a tutti
e forse
anche ai tedeschi
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