6 Sabato 21 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore
Primo Piano Coronavirus
I MERCATI
Opec chiama Usa. L’Opec invita il responsabile della
Commissione che regola l'industria del petrolio in Texas
, al vertice di Vienna che si terrà a giugno. Secondo
indiscrezioni gli Usa non escluderebbero di poter
coordinare i tagli alla produzione con Arabia e Russia
60
L’INDICE DELLA VOLATILITÀ CALA
Scende leggermente l’indice della volatilità, il Vix, rispetto ai
massimi storici toccati qualche giorno fa. Ieri è sceso a 60
Vito Lops
Nel momento più difficile per la storia
dei mercati finanziari (Wall Street pri-
ma d’ora non aveva mai perso il % in
un mese) il Re è uscito allo scoperto. E
Il Re è il dollaro. Tutti lo cercano, tutti
lo vogliono. Perché dollaro equivale a
liquidità. E in questo momento tutti
gli investitori sono a caccia di liquidi-
tà. Comprese le banche centrali. Que-
sto spiega il perché dell’accordo rag-
giunto in extremis attraverso il quale
la Federal Reserve statunitense forni-
rà liquidità in dollari a Bce, BoJ, BoE,
Banca del Canada e Banca della Sviz-
zera su base giornaliera e non più, co-
me accadeva sinora, attraverso ope-
razioni swap su base settimanale. La
Bce ha precisato che gli effetti parti-
ranno il marzo e la misura durerà
fino ad almeno la fine di aprile ma ri-
marrà in vigore «per tutto il tempo ne-
cessario a sostenere il regolare fun-
zionamento dei mercati di finanzia-
mento in dollari».
Un’azione coordinata che, benché
palesi la situazione di emergenza glo-
bale, è stata accolta positivamente
dalle Borse europee che hanno chiuso
l’ultima seduta in rialzo (indice Euro-
stoxx +,%, meglio del +,% di
Piazza Affari) all’interno di una setti-
mana comunque in rosso (-,%) ma
non certo paragonabile al -% archi-
viato nella settimana precedente. An-
che la volatilità è diminuita con l’indi-
ce Vix scivolato (-%) sotto quota ,
dopo aver superato in settimana gli
punti come non era accaduto mai nel-
la storia, neppure ai tempi della bolla
subprime del .
Nelle ultime ore il dollaro si è
preso una piccola pausa (-,%) dopo
che i violenti balzi delle precedenti se-
dute hanno portato il dollar index a
punti, il livello più alto dal . Il
bilancio settimanale per il biglietto
verde però trova eguali (+,%) sono
tornando indietro al .
Gli Stati Uniti hanno assunto, at-
traverso la Fed, il comando della crisi
finanziaria. «Con l’intensificarsi del-
le pressioni sul sistema globale, la
Fed ha istituito linee di swap di liqui-
dità in dollari temporanee ( mesi)
con anche altre nove banche centrali.
Le nuove linee ammontano a mi-
liardi di dollari per le banche centrali
in Australia, Brasile, Corea del Sud,
Messico, Singapore e Svezia, e a
miliardi di dollari ciascuna per Dani-
marca, Norvegia e Nuova Zelanda»
spiega Aneeka Gupta, director rese-
arch di WisdomTree. «L’espansione
delle linee di swap in dollari consen-
te alle banche centrali estere di sod-
disfare le esigenze delle aziende e
delle istituzioni finanziarie che si af-
frettano ad acquistare dollari, poiché
il sistema globale dei pagamenti è
sottoposto a forti pressioni a causa
del coronavirus».
Ma gli Usa si apprestano anche a
dettare la linea politica in quanto sono
vicini a varare una sorta di helicopter
money e potrebbero spingere in que-
sta direzione anche l'Unione europea,
finora decisamente restia a tali azioni.
Gli investitori infatti ora aspettano
che il Congresso approvi il piano di
aiuti della Casa Bianca da oltre .
miliardi, che include versamenti di-
retti fino a un massimo di . dollari
ai cittadini, aiuti per miliardi di dol-
lari alle compagnie aeree e miliar-
di di dollari per gli altri settori colpiti
dall'epidemia da coronavirus.
Nell’attesa Wall Street –che nel
mese di marzo ha archiviato tre delle
più pesanti sedute di tutto il secolo
- ha archiviato l’ultima seduta in tono
contrastato segnando, se non altro,
una pausa da quella forte volatilità che
finora si era vista solo nel mondo delle
criptovalute.
Tra le materie prime in leggero re-
cupero (+,% a . dollari) il prez-
zo dell’oro (-% dal marzo). Mentre
ancora in altalena il petrolio con il
Wti che – dopo aver toccato i minimi
dal il marzo – a dollari è
risalito fino a per poi scendere ieri
sotto quota .
Sul mercato obbligazionario i ren-
dimenti dei Treasury a anni sono
tornati sotto l’% (con un calo di
punti base) mentre i BTp – forti del
nuovo bazooka da miliardi della
Bce – sono scesi all’,%, circa la me-
tà rispetto ai picchi intraday del %
toccati martedì. Lo spread ha chiuso a
, dopo essere sceso nel corso della
seduta in area . Siamo lontani da-
gli oltre punti settimanali e anche
in questo caso l’azione della Bce – che
di fatto ha allontanato gli speculatori
- è evidente.
La strada per uscire dalla crisi, in
ogni caso, è ancora lunga. E la prossi-
ma settimana ci saranno i primi test
macro al vaglio dei mercati dato che
arriveranno nuovi dati della congiun-
tura economica. Sono attesi gli indici
Pmi (aspettative dei direttori degli ac-
quisti) di Francia, Germania, zona eu-
ro, Regno Unito e Stati Uniti del mese
di marzo. Periodo già segnato dalla
quarantena.
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Performance % di ieri e della settimana
IERI ULTIMA SETTIMANA
Parigi
Cac 40
-1,
5,
3,
1,
-2,
1,
-1,
0,76 0,
-2,
-3,28 -3,
Francoforte
Dax
Europa
Stoxx 600
Milano
Ftse Mib
Londra
Ftse 100
Madrid
Ibex 35
Le Borse
Banche centrali, mossa sul dollaro
Mercati. Ennesima azione coordinata per garantire
liquidità e combattere la scarsità globale di biglietti verdi
I listini. Bene le Borse (Europa +,%, Milano +,%),
alla fine di una settimana comunque in rosso (-,%)
FINANZA E TECNOLOGIA
Borse, non è solo il coronavirus:
l’algoritmo fa ballare i listini
Vittorio Carlini
Borse “yo-yo”. Listini, all’interno del
trend ribassista partito il febbraio
scorso, che un giorno crollano verso
il basso; e, quello dopo, schizzano
verso l’alto. Si tratta di dinamiche
spesso spiegate con il rapporto cau-
sa-effetto tra un evento (ad esempio
la notizia del “bazooka” Bce) e il listi-
no stesso. Un approccio, a ben vedere,
semplicistico che dimentica cosa so-
no in realtà i mercati.
Le Borse vengono sempre più at-
traversate da investitori che non
guardano ai fondamentali delle azio-
ni. Bensì, attraverso algoritmi e siste-
mi automatici, definiscono soglie
d’ingresso (e di uscita) dell’operatività
sfruttando la statistica. Oppure valu-
tano mille e più mille correlazioni tra
gli asset. O, ancora, impostano la stra-
tegia su variabili specifiche. Tutti si-
stemi che, più che amplificando le re-
azioni dei mercati, danno vita ai “me-
ga” alti e bassi delle recenti sedute.
Così possono, ad esempio, ricor-
darsi i fondi che si basano sulla volati-
lità. Ce ne sono di diversi: dai cosid-
detti “volatility targeting” fund fino ai
“risk parity” fund. Proprio quest’ulti-
mi, che secondo Nomura gestiscono
miliardi di dollari, hanno amplifi-
cato le perdite di Wall Street. Perchè?
Semplice. La loro impostazione ri-
chiede che i vari gruppi di asset in por-
tafoglio abbiano lo stesso rischio.
«Ipotizziamo- spiega Raimondo Mar-
cialis, ad di MC Advisory - che ciascu-
na azione abbia rischio e quello delle
obbligazioni, invece, sia uguale a
uno». Per avere la “risk parity” di il
portafoglio potrà essere composto
«da due azioni e obbligazioni».
Sennonché quando, come nei giorni
scorsi, la volatilità sulla singola azione
balza all’insù la situazione si compli-
ca. Se il rischio, ad esempio, sale a
per mantenere l’equilibrio il fondo
deve vendere metà dell’ equity. È pro-
prio quello che è accaduto a Wall Stre-
et: tantissime dismissioni automati-
che che hanno amplificato i crolli.
Ma non è solo una questione di vo-
latilità. Ci sono altri approcci quanti-
tativi che fanno da “megafono” alle
cadute o ai rimbalzi. In tal senso può
ricordarsi il cosiddetto “momentum”.
Questo, in linea generale, descrive
l’operatività impostata sul seguire il
trend del “momento”. Non di rado si-
mili approcci si basano su livelli im-
portanti dei prezzi al di sotto (o al di
sopra) dei quali partono gli stessi
trend. «Ebbene -spiega Tullio Grilli,
capo brokerage elettronico di Banca
Akros-, di recente ho assistito all’ope-
ratività di investitori», presumibil-
mente algoritmi ultraveloci, « che,
sfruttando i bassi volumi, hanno rotto
queste soglie per fare partire il trend».
L’effetto? Da una parte, i software che
si basano sul “momentum” si sono ac-
codati al ribasso; dall’altra, il movi-
mento in discesa è stato amplificato.
E non basta. «Ci sono investitori
-spiega Fabrizio Lillo, docente di me-
todi matematici per l’economia al-
l’Università di Bologna - che, attraver-
so i sistemi neurali semantici, sfrutta-
no gli errori comportamentali degli
umani». Cioè? «Il coronavirus, nel
mondo digitale e dei social media, è
diventato dominante». Si tratta del-
l’effetto, di là dalla reale gravità della
situazione, conseguente anche alla
paura ancestrale che abbiamo di simi-
li fenomeni. A fronte di ciò «l’intelli-
genza artificiale intercetta il contesto
di fondo è imposta i flussi di “sell”».
Insomma: la macchina razionalmen-
te sfrutta la nostra irrazionalità.
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I sistemi quantitativi, come
quelli basati sulla volatilità,
amplificano i crolli e i rialzi
L’intelligen-
za artificia-
le individua
i mutamenti
dell’umore
di fondo nel
web e impo-
sta le stra-
tegie d’in-
vestimento
Davide Tabarelli
N
el , per alcuni giorni, il
prezzo del petrolio fu
negativo in Texas, la stessa
area da cui origina gran
parte dell'eccesso di offerta di questi
giorni. Allora i petrolieri non
riuscivano a chiudere i pozzi e
pagavano chi svuotava i laghi che si
formavano a fianco dei giacimenti.
La Texas Railroad Commission
limitò la produzione, dopo che il
governatore aveva dichiarato lo stato
di emergenza e mandato i Rangers a
chiudere i pozzi. L'ipotesi, fatta
trapelare da Trump, che si possa
ripetere qualcosa del genere, per
andare incontro a Russia e Arabia
Saudita e rimetterle al tavolo del
negoziato, ha fatto rimbalzare i
prezzi dai minimi di dollari di
nuovo verso i . Dal dicembre
Arabia Saudita e Russia si sono
accollate l'onere di ridurre la
produzione di milioni barili, ma nel
frattempo gli Usa hanno aumentato
la loro da a milioni. Lo scorso
marzo, è saltato tutto di fronte ad un
crollo di domanda da Coronavirus
che richiederebbe un taglio
dell'ordine di milioni barili giorno,
tecnicamente, oltre che
politicamente, difficili da
implementare. Il crollo dei prezzi che
ne è seguito colpisce prima di tutto
gli Usa, ma essere diventato il primo
produttore mondiale di petrolio,
impone qualche responsabilità, di
fronte all'eccezionalità della crisi,
peraltro in un anno di elezioni
presidenziali.
Trump non resiste a sottolineare ai
suoi elettori i prezzi bassi della
benzina, a , dollari per litro, , ,
lo stesso livello del quando fu
eletto, ma l'eccesso che si prospetta in
Texas ricorda quello del . Il
contenere il più possibile la mobilità,
per evitare i contagi, significa che le
macchine stiano ferme e gli aerei a
terra, ma ciò causa un calo dei
consumi giornalieri di milioni
barili a livello globale, il % del totale.
Man mano che passano i giorni, si
allarga il numero di paesi che
chiudono e si sposta avanti la fine
della crisi. L'aumento che sta
attuando in queste ore l'Arabia
Saudita è di , milioni barili giorno,
da , a . Sommando aumento di
offerta e calo di domanda, l'eccesso
nei prossimi giorni sarà dell'ordine
di , milioni barili al giorno, un
miliardo di barili che dovrà finire nelle
scorte, simile capacità non esiste e lo
spettro sono i dollari per barile.
I paesi consumatori a prima vista
hanno di cui rallegrarsi. Il crollo in un
mese è di dollari moltiplicato per i
milioni di barili giorno consumati
quest'anno, significa un risparmio
per tutto il mondo dell'ordine di mille
miliardi dollari. Fra questi, chi ci
guadagna molto è l'Italia, paese che
più di altri dipende da importazioni
di petrolio e gas. Nel il nostro
deficit energetico è stato di
miliardi di , intorno al ,% del Pil,
mentre nel si prospetta un
dimezzamento di miliardi di . I
prezzi alla pompa negli ultimi giorni
sono scesi a , per litro,
centesimi in meno in un mese, ma c'è
spazio per altri centesimi di tagli.
Tuttavia, l'Italia e tutti gli altri paesi
industrializzati devono guardare
avanti e riconoscere che sono
necessari prezzi più alti per
finanziare gli investimenti, già
tagliati negli ultimi giorni, in quella
capacità che ci servirà nei prossimi
anni, sia per coprire la crescita nel
resto del mondo, più milioni barili al
giorno al , sia per compensare
l'esaurimento delle riserve oggi in
produzione, circa milioni barili
giorno che ogni anno vengono meno.
L'International Energy Agency di
Parigi fu creata all'interno dell’Ocse
nel su iniziativa di Nixon per
contrastare l'allora strapotere
dell'Opec. Oggi, con maggiore
saggezza, è il caso che l'Agenzia, con
la spinta di Washington, si attivi per
un prezzo più stabile.
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L’ANALISI
Mini petrolio,
consumatori
felici ma serve
un prezzo stabile
Marigia Mangano
L
uigi de Vecchi è chairman
Emea della divisione banking
capital markets and advisory
del gruppo bancario Usa Citi.
È uno dei banchieri italiani con mag-
giore esperienza sul mercato globale
dell’M&A.
Di fronte a un’emergenza poten-
zialmente planetaria le banche cen-
trali stanno agendo individualmen-
te. A suo avviso servirebbe un’azio-
ne d’insieme?
Assolutamente sì. È necessario il
massimo coordinamento tra le ban-
che centrali, ma anche tra loro ed i
Governi tanto in sede di G quanto
di G. Credo sia ormai evidente che
siamo di fronte a una tempesta per-
fetta che sta avendo un impatto psi-
cologico senza precedenti per que-
sta generazione (anche più forte del
/). Ciò ha comportato un blocco
contemporaneamente sul lato della
domanda e dell’offerta. Nel breve si
tratta quindi di riportare la nave in
porto costi quel che costi. In questo
frangente è essenziale che le banche
centrali continuino a coordinarsi
per garantire liquidità al sistema. Le
ultime misure intraprese dalla Bce
e dalla Fed vanno nella direzione
giusta.
La politica monetaria sta dimo-
strando i suoi limiti di fronte al Co-
vid-. Molto più importante, a que-
sto punto, sembra essere la politica
fiscale...
Non vi è dubbio che le riduzioni dei
tassi possano oggi apparire come
armi spuntate. Si pensi ad esempio
che nell’ultima grande crisi del
i tassi scesero di quasi punti per-
centuali per favorire la politica mo-
netaria espansiva, mentre oggi sono
già vicini allo zero. È chiaro che van-
no attuate in parallelo misure che
puntino a supportare aziende e la-
voratori nei prossimi mesi che sa-
ranno estremamente difficili. Penso
che i diversi governi dovranno met-
tere in campo provvedimenti di po-
litica fiscale innovativi. Sarà impor-
tante che il sistema bancario a livello
globale faccia la sua parte. Bisogna
peraltro tenere presente che alla lu-
ce dell’entità di questo shock ester-
no, che sta portando per esempio la
Cina a registrare il primo trimestre
negativo dal con Mao, è molto
probabile una recessione globale.
A tal proposito quale sarebbe, per
l’Eurozona, la politica adeguata?
All’Europa viene offerta oggi forse
l’ultima opportunità di guadagnarsi
un futuro ed un vero posto nella sto-
ria. Se essa saprà guidare i suoi
milioni di cittadini fuori da questa
crisi ed aiutarli a ripartire più forti di
prima avrà finalmente adempiuto
alla vera missione datagli dai suoi
padri fondatori. Purtroppo registro
ancora troppe tensioni tra gli stati
membri. Penso invece che sia il mo-
mento di innovare e per esempio im-
maginare la emissione di obbliga-
zioni dei diversi stati con garanzia
europea o di veri e propri Eurobond
a lunga scadenza per finanziare degli
interventi di politica fiscale e nuove
politiche di investimenti infrastrut-
turali per arginare la crisi. Personal-
mente auspicherei anche la nomina
di un vero e proprio regista della ge-
stione di questa crisi, una sorta di
ministro delle finanze plenipoten-
ziario che possa permettere all’Euro-
pa di parlare con una voce sola. Avrei
anche in mente una persona per tale
ruolo che sarebbe molto benvenuta
dai mercati... essendo un italiano che
in questa fase molto rimpiangono.
Si è tornato a parlare in queste
ultime ore di helicopter money,
l’idea avanzata da Friedman nel ’,
affascinante in teoria ma finora mai
messa in pratica. Per sostenere im-
mediatamente l’economia reale
pensa che sia questa volta, conside-
rata l’emergenza, il caso di adottare
una politica fiscale tanto estrema?
Una volta che la barca sarà rientra-
ta in porto e che l’emergenza sani-
taria sarà debellata dovremo valu-
tare l’entità dei danni. Mi aspetto
che saranno ingenti ed assimilabili
ad uno scenario post bellico. A quel
punto sarà giunto il momento di
mettere in atto delle politiche di ri-
lancio per permettere ai cittadini di
ritrovare fiducia nel futuro. Non si
dovrà avere paura di incorrere in
debito aggiuntivo (nonostante che
esso sia già a livelli di guardia a li-
vello globale). Ricordiamoci infatti
che lo UK nell’immediato dopo
guerra si ritrovò con un rapporto
del debito sul Pil del %o prima
di ridurlo nei successivi trenta an-
ni. Dovremo peraltro riflettere su
un nuovo rapporto tra Italia e Eu-
ropa e su che settori investire per
rilanciare la crescita (per esempio
quali nuove filiere tecnologiche e
sostenibili). Sarà a mio avviso ne-
cessario ripensare al rapporto tra
pubblico e privato immaginando
un grande piano di investimenti in
cui essi possano attuare in siner-
gia. In tale contesto si potrà forse
cogliere l’occasione di realizzare
progetti da sempre nel cassetto co-
me l’operatore unico di fibra ottica
per il paese. In conclusione penso
che il percorso sarà probabilmente
lungo e complesso ma sono ottimi-
sta avendo riscontrato un nuovo
orgoglio e una nuova voglia di ri-
lancio da parte del nostro paese
guidati da un forte senso civico. In-
somma come dicevano i latini ma-
lum bonum o non tutto il male vie-
ne per nuocere!
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INTERVISTA
Luigi de Vecchi. Presidente Emea dell’investment banking di Citi: «La persona giusta? Un italiano che tutti rimpiangono...»
«Europa, ultima chiamata: serve un leader»
Lo spread
BTp-Bund
chiude
a 200, dopo
essere
sceso
nel corso
della
seduta
in area 180
‘‘
Esaurita
la fase di
emergenza
sanitaria
non si dovrà
avere paura
di incorrere
in debito
aggiuntivo,
nonostante
esso si trovi
già a livelli
di guardia
a livello
globale