Il Sole 24 Ore Mercoledì 4 Marzo 2020 15
Finanza & Mercati
PARTERRE
Fila polo mondiale
delle belle arti con Arches
Fila (Fabbrica Italiana Lapis ed Affini) ha rilevato il ramo
d’azienda specializzato nel «fine art» operante attraverso il
marchio Arches finora gestito dal gruppo Ahlstrom-Munksjo.
Arches è uno dei marchi più conosciuti a livello globale nella
produzione e distribuzione di carta premium per le belle arti.
Il prezzo complessivo pagato da Fila per il ramo d’azienda
è̀ pari a , milioni. La banca Houlihan Lokey ha assistito
Fila in qualità di unico advisor finanziario.
Continua quindi l’espansione all’estero di Fila iniziata
anni fa. Nel è finito infatti nel perimetro del gruppo
guidato da Massimo Candela l’inglese Daler-Rowney, rilevato
dal fondo di private equity Electra Partners e da alcuni mana-
ger per un controvalore di milioni di sterline. Nel è
stata poi comprata Canson, azienda francese leader nel setto-
re della carta di alta gamma, operazione da milioni di euro.
Nel è stato infine rilevato il % delle azioni
dell’americana Pacon Holding Company, multinazionale
da milioni di dollari di ricavi con milioni di Ebitda.
In questo modo Fila diventa il primo polo mondiale nel
settore delle belle arti. (C.Fe.)
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Una riunione del cda della Rai fissata a Milano come «se-
gno tangibile di attenzione nei confronti della storica sede
milanese» e anche «quale dimostrazione di volontà della
Rai di essere più vicina» a un territorio che sta combatten-
do in prima linea contro l’emergenza coronavirus. Questo
si leggeva nel comunicato della Rai del febbraio. A ieri
sera quella riunione del board di Viale Mazzini era confer-
mata. Ma, all’atto pratico, senza (buona) parte dei consi-
glieri. Rita Borioni e Riccardo Laganà hanno fatto sapere
che non andranno e anche Giampaolo Rossi sarebbe pro-
penso a collegarsi in videoconfrerenza. Beatrice Coletti
ancora non avrebbe sciolto la riserva. Insomma, presenti
sicuri solo tre su sette: il presidente Marcello Foa, l’ad Fa-
brizio Salini e il consigliere Igor De Biasio da cui è partita
la proposta. È fuor di dubbio: la nobiltà del proposito non
si discute. Ma la domanda è inevitabile: atto dimostrativo
necessario proprio mentre si cerca di limitare il più possi-
bile le presenze nei luoghi di lavoro in regioni come la
Lombardia? Tanto più che una circolare Rai limita al mas-
simo trasferte e spostamenti, e non solo in Lombardia.
Qualche consigliere, almeno, lo ha riconosciuto. (A. Bio.)
Rai, cda a Milano
ma consiglieri a casa
Fca, il piano elettrico da 1,5 miliardi
parte con la nuova e-Cinquecento
FCA
L’auto nasce a Mirafiori
Investiti milioni
e altri per le e-Maserati
Con km di autonomia
sfida Mini e Honda
e anche modelli di Psa
Mario Cianflone
A volte ritornano. E, a volte, si reiventa-
no elettriche per affrontare i nuovi para-
digmi dell’auto e della mobilità. Come la
Fiat a ioni di litio, anzi la Nuova Fiat
, con quell’aggettivo in maiuscolo
come il cinquino del che rimpiazzò
la «Topolino» e rivoluzionò l’Italia
la sua industria automobilistica e la
stessa Fiat. E la Nuova , che avrebbe
dovuto essere la reginetta del salone di
Ginevra annullato per il Coronavirus,
segna anch’essa un nuovo corso indu-
striale. È la prima vettura di Fca nata co-
me full electric: non si tratta, infatti, di
una vettura termica alla quale sono stati
espiantati motore a scoppio e serbatoio
sostituendoli con batterie Li-Ion e pro-
pulsore elettrico. La Nuova non ha
molto in comune dal modello del
(da poco ibridizzato) come la e del
, quella che Marchionne non amava
vendere negli Usa perché perdeva
mila dollari a esemplare.
Ma è frutto di un progetto nativa-
mente elettrico per il quale Fca ha schie-
rato investimenti per milioni che
permettono anche alla sua culla, la stori-
ca fabbrica Fiat di Mirafiori, di riprende-
re quota trasformandosi in hub delle
auto a zero emissioni. Infatti a Mirafiori
è prevista la produzione delle Maserati
GranTurismo e GranCabrio, che saran-
no le prime vetture del Tridente %
elettriche. Per questi due modelli, la casa
di Modena ha varato un investimento di
milioni di euro.
In totale Fca sul fronte della produ-
zione di Bev (Battery electric vehicle) a
Mirafiori ha messo sul piatto oltre .
miliardi di euro all’interno di un piano
per l’elettrificazione (ibride, plug-in
hybrid e full electric) da miliardi en-
tro il . Va detto che lo sbarco nella
mobilità elettrica di nuova concezione
(batterie a ioni di litio, alta autonomia)
avviene dunque con risorse nettamen-
te più limitate di quella di altri gruppi
(Vw ad esempio ha calato un piano da
una quarantina di miliardi). Tuttavia
Fca, che corre verso la fusione con Psa,
inizia a dire la sua a testa alta nello stra-
tegico mercato dell’elettromobilità.
Entro il , infatti, la metà delle auto
vendute nel mondo sarà elettrica. Lo
afferma il rapporto annuale Energy
Transition Outlook dell’ente di certifi-
cazione internazionale Dnv Gl, pubbli-
cato ieri che fa previsioni analoghe a
quelle di altri analisti. Inoltre secondo
lo studio entro il metà delle nuove
auto vendute in Europa sarà infatti
elettrificata (Bev o Phev).
La Nuova , che al salone di Gine-
vra avrebbe sfilato insieme all’anti tesla
Bavarese Bmw i e alla Dacia Spring,
concept di elettrica per tutti, non è una
compliance car, cioè un’auto prodotta
solo per rispettare le norme Ue sulle
emissioni di CO ed evitare multe ma
punta con volumi attesi di mila unità
all’anno di diventare un fenomeno gre-
en glamour nel panorama emergente
delle e-car. Con un’autonomia stimata
(ciclo WLTP) di garantita da una
batteria da kWh e un prezzo di
mila euro, la Nuova sfida elettri-
che come la Mini Cooper Se o la Honda
«e». Ma non solo, accende anche una
competizione “interna” con i promessi
sposi di Psa e le versioni elettriche di
Peugeot , Opel Corsa e Ds Cros-
sback. Da questo punto di vista la picco-
la Fiat alla spina diventa importante an-
che per la fusione con Psa e fa parte di
un ventaglio di tecnologie e modelli che
il costituendo maxi gruppo sta già
schierando e fra queste anche la appena
lanciata Citroën Ami.
La piattaforma della Nuova con
la batteria che alimenta il motore da
kW è tutta nuova. La vettura, che è an-
che una connected car con guida auto-
noma di livello , risulta più lunga (,
metri in totale) e più larga della sorella
termica. Inedita anche la plancia mini-
malista e hi-tech. Si assiste così ad un
salto di livello e anche nel posiziona-
mento di mercato. È già ordinabile,
supporta anche la carica rapida (fino
all’% in minuti) e premette in soli
minuti di ricaricare quanto basta per
percorrere km.
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I PIANI DEGLI ALTRI
La Germania investe 100 miliardi
L’Alleanza gioca la carta Dacia
Da Volkswagen miliardi:
punta a vendere milioni
di e-veicoli entro il
Nei giorni scorsi e anche ieri presen-
tando la nuova Dacia Spring (elettri-
ca per tutti pronta però nel ), è
stata particolarmente attiva Renault.
La casa francese alleata della giappo-
nese Nissan, dal primo luglio nelle
mani del ceo Luca De Meo, ha lancia-
to E-Tech, un'offerta di motorizza-
zioni ibride ed ibride plug-in. Twin-
go è diventata full electric. E poi
l’elettrica Zoe in serie limitata Riviera
e la concept car elettrica Morphoz,
che prefigura l’auto del .
L’Alleanza si prepara insomma a
un corposo futuro a zero emissioni.
Già oggi commercializza il modello
elettrico più venduto al mondo, la
Nissan Leaf. Renault prevede otto
nuovi modelli elettrici e dodici ibridi
entro il , con investimenti totali
per miliardi di euro. Otto modelli
elettrici anche per Nissan entro
quattro anni.
E gli altri grandi costruttori? Il
leader mondiale, Volkswagen (
brand in tutto) punta sulla nuova ar-
chitettura modulare Meb, la super
piattaforma da cui nascerà la
Volkswagen ID. in arrivo a metà an-
no. A Wolfsburg gli investimenti so-
no arrivati a circa miliardi di euro
complessivi, con l’obiettivo di ven-
dere milioni di veicoli elettrici en-
tro il grazie agli modelli elet-
trificati attesi nei prossimi anni.
Quanto al marchio premium Audi,
gli investimenti per la mobilità elet-
trica e la digitalizzazione sono pari a
miliardi di euro.
Restando in Germania, entro il
Bmw avrà un gamma elettrifi-
cata fino al % della propria offerta.
Mercedes-Benz porterà la nuova
gamma EQ a dieci modelli elettrici
entro il , grazie ad un investi-
mento di oltre miliardi di euro. A
partire dalla EQC attesa sul mercato
dal . Tra le novità a zero emissio-
ni arriverà la nuova Smart Elettrica.
Ford entro il immetterà sul
mercato veicoli elettrificati, di cui
totalmente elettrici, grazie ad un
investimento di miliardi di dollari.
Il marchio di Detroit alleato di
Volkswagen intende fare da da pro-
tagonista nella mobilità green. La
gamma a zero emissioni si aprirà con
la Ford Mach , suv elettrico ispirato
alla leggendaria Mustang.che avrà
un'autonomia di chilometri.
Leader mondiale sul fronte delle
ibride, Toyota è al lavoro per una
gamma elettrica di modelli EV dal
grazie a investimenti per mi-
liardi di dollari. L'obiettivo del secon-
do più grande gruppo automobilisti-
co è quello di arrivare a realizzare il
% delle vendite totali entro il
con modelli elettrici ed elettrificati.
Infine Hyundai, quinto gruppo
automobilistico al mondo che com-
prende il marchio Kia, ha annunciato
in dicembre di voler investire oltre
miliardi di euro in elettrificazione e
guida autonoma. Già oggi i coreani
offrono diversi modelli elettrificati
tra cui la Kia Niro e la Hyundai Kona
Ev elettrica con oltre chilometri
di autonomia.
—Al.An.
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Piattaforma inedita. La Nuova 500 è nativamente elettrica: nasce su una nuova architettura creata per le vetture alla spina
Asse Iren e Ansaldo Energia su centrale di Turbigo
Cheo Condina
In principio fu di Enel, poi con la priva-
tizzazioni del Decreto Bersani passò al-
la ex genco Edipower (controllata da
Edison), infine con il riassetto di Foro
Buonaparte e i successivi accordi tra le
multiutility italiane nel è stata rile-
vata da Iren. Oggi, con l’accordo da
milioni di euro siglato tra la stessa Iren
e Ansaldo Energia, la storica centrale
termoelettrica di Turbigo (in provincia
di Milano) è pronta a essere potenziata
e a generare nuovi ricavi e margini, an-
che grazie al “capacity market”, il mec-
canismo di remunerazione per le cen-
trali a gas previsto dallo Stato per il loro
ruolo di stabilizzazione in un sistema
sempre più imperniato sulle rinnova-
bili. A regime, dal , il nuovo im-
pianto così avrà un Ebitda annuo sti-
mato di - milioni.
Nel dettaglio, Iren ha firmato con
Ansaldo Energia un’intesa per la realiz-
zazione di un nuovo ciclo combinato,
che consentirà di aumentare la capacità
installata del sito di Turbigo, portando-
la dagli attuali MW a circa .
MW, tutti alimentati a gas naturale.
L’ampliamento della capacità per
MW ha ottenuto alle recenti aste del
“capacity market” un corrispettivo di
circa milioni complessivi, distribui-
ti sui anni a partire dal , per la
nuova sezione turbina a gas, e di circa
milioni complessivi per il biennio -
per l’esistente turbina a vapore
che verrà riattivata. Il nuovo ciclo com-
binato, riferisce una nota, avrà un ren-
dimento del % e il collaudo verrà rea-
lizzato entro metà .
«Il potenziamento dell’impianto di
Turbigo – sottolinea Massimiliano
Bianco, ad di Iren – rappresenta un im-
portante upside, rispetto alle ipotesi
dell’ultimo piano industriale, che ab-
biamo deciso di realizzare dopo i se-
gnali di prezzo espressi dalle prime aste
di capacity market. Con questo proget-
to Iren e Ansaldo Energia rafforzano i
rapporti di collaborazione nel settore
ENERGIA
L
e banche centrali continuano a sostenere l’oro,
ma solo con il taglio dei tassi di interesse (dopo il
blitz della Fed ieri il prezzo è balzato di oltre il
%, vicino a . /oncia). L’accumulo di riserve
auree si sta invece fermando. A gennaio gli acquisti
netti si sono ridotti a , tonnellate, meno della metà
della media mensile dello scorso anno, che
era di , tonnellate. Rispetto a gennaio
la contrazione è del %. È quanto
emerge dalle ultime statistiche del World
Gold Council (Wgc), ancora suscettibili di
variazioni ma che comunque segnalano
una netta inversione di rotta. Nel gli
acquisti di oro del settore ufficiale avevano
raggiunto i massimi da oltre anni.
L’accumulo di lingotti, spesso legatoalla
volontà di diversificare dal dollaro, era
proseguito anche nel . Ma da agosto,
osserva Krishan Gopaul del Wgc, si assiste
al «costante declino del livello mensile di
acquisti netti». La Russia, che produce oro ed è nel
mirino delle sanzioni Usa, continua ad accumulare
lingotti: a gennaio ne ha acquistati per , tonnellate,
superata solo dalla Turchia (,). Ma la Cina –
almeno ufficialmente – ha smesso da ottobre.
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di Sissi Bellomo
ORO, A GENNAIO STOP
ALL’ACCUMULO DI RISERVE
ACQUISTI NETTI
RISPETTO AL 2019
A gennaio
si sono ridotti
a 21,5 tonnellate
-67%
Piano da milioni
per l’impianto: -
milioni di ebitda nel
MERCATI
Motori
SPECIALE
PRIMAVERA ’
Online tutte le
novità e le
strategie delle
case
automobilistiche
Ingresso vietato ai banchieri italiani negli uffici del-
l’Eba, l’Autorità Bancaria dell’Eurosistema con sede a
Parigi da un anno. Sul sito dell’authority è stato pubbli-
cato un avviso con il divieto di ingresso per chiunque
provenga da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna:
misura cautelare contro il rischio di un contagio del
Coronavirus. L’Eba è a Parigi, ma trattandosi di un
authority non è francese: chi ha deciso allora? L’Eliseo
è il allarme, ma il palazzo dell’Authority non è certo il
Louvre. In compenso, da parte sua, la Bce tace. Sul sito
della Banca, che ha sede a Francoforte, non si fa men-
zione di alcun divieto di ingresso nel perimetro degli
uffici agli italiani del centro nord. Di norma, fanno sa-
pere gli usceri, l’ingresso è vietato solo ai cani. Visto che
sono in corso gli stress test Eba sulle banche italiane, che
cosa pensano di fare i coraggiosi vigilantes? Riportare
subito a casa gli ispettori inviati in Italia, o vietare l’ac-
cesso in ufficio ai dipendenti delle banche vigilate, ma-
gari proprio durante le ore di stress test? Pecunia non
olet, ma di questi tempi il banchiere infetta. (A.Pl.)
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L’Eba chiude la porta
ai banchieri del Nord Italia
Exor, intesa con Covéa per cedere PartnerRe
Exor ha firmato con Covéa un me-
morandum of understanding per la
cessione di PartnerRe alla compa-
gnia francese a un prezzo di mi-
liardi di dollari, a cui si sommano
milioni di dividendo da pagare agli
attuali soci prima del closing.
Exor ha acquistato PartnerRe a
marzo pagandola , mi-
liardi di dollari. E nel corso degli
anni, grazie alla performance
operativa, la compagnia ha paga-
to milioni di dividendi. Di
conseguenza, considerate le ce-
dole incassate, per Exor l’opera-
zione vale un ritorno cash prossi-
mo ai miliardi di dollari.
Va peraltro considerato che nello
stesso periodo il settore assicurati-
vo globale si è evoluto rapidamente.
In particolare, le dimensioni stanno
diventando un fattore sempre più
rilevante per i riassicuratori poiché
i clienti cercano controparti con
maggiore forza patrimoniale nel
riassicurare i loro rischi. In seguito
all’acquisizione da parte di Covéa,
PartnerRe diventerà uno dei big
globali del settore.
John Elkann, presidente e ammi-
nistratore delegato di Exor ha com-
mentato così l’operazione: «Part-
nerRe oggi è un’azienda più forte,
con un business più completo ed ef-
ficiente. Con questa mossa abbiamo
offerto a PartnerRe una straordina-
ria opportunità di rafforzare ulte-
riormente il suo vantaggio compe-
titivo. Siamo orgogliosi di aver co-
struito un’altra grande azienda e
siamo grati al consiglio, al manage-
ment e alle persone di PartnerRe
per tutto ciò che hanno fatto per
renderlo possibile».
L’operazione, stando alla tabella
di marcia fin qui immaginata, do-
vrebbe essere completata entro la
fine di quest’anno, fatte salve le
consuete autorizzazioni normative
e a livello antitrust.
Exor, conclusa la cessione, si ri-
troverà con qualcosa come mi-
liardi di liquidità, un portafoglio
concentrato sul settore auto e una
nuova strategia di diversificazione
da implementare. Sul primo punto,
come detto, la valorizzazione del-
l’asset porterebbe nelle casse mi-
liardi di dollari cash. Dunque, circa
miliardi di euro. A questo dato bi-
sogna poi aggiungere la cassa di ,
miliardi presente in Exor e i divi-
dendi che arriveranno da Fca-Psa.
In proposito, va ricordato che le
nozze tra i due gruppi automobili-
stici genereranno un dividendo
straordinario di , miliardi e uno
ordinario di , miliardi. In tutto fa
, miliardi. E per Exor, che di Fca
ha il ,%, la parte di competenza
è pari a , miliardi complessivi.
Questo significa che Exor potrà
contare su circa miliardi di nuove
risorse che scenderebbero a , mi-
liardi se la società decidesse di az-
zerare l’indebitamento. L’ultimo
dato aggiornato vede la posizione
finanziaria netta di Exor negativa
per , miliardi di euro. Che ne farà
di questa montagna di denari la
holding di casa Agnelli? Questo è
certamente l’altro tassello chiave.
Di certo in passato la compagnia ha
sempre deciso di reinvestire quanto
incassato dalle partecipate in ter-
mini di cedole.
—L.G.
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HOLDING
Firmato il memorandum:
prevista la vendita dell’asset
per miliardi di dollari
IL VALORE
DELLA VENDITA
La transazione
si dovrebbe
chiudere a
un prezzo di 9
miliardi di dollari
9
dell’energia ed in particolare nella ge-
stione della flotta dei turbogas». Soddi-
sfazione anche da parte del numero
uno di Ansaldo Energia, Giuseppe Ma-
rino: «Il nostro gruppo rafforza ulte-
riormente il ruolo di protagonista della
transizione energetica del Paese e con-
ferma la bontà della nostra scelta di in-
vestire su Genova e rendere ancora più
centrale lo stabilimento produttivo. Da
novembre dello scorso anno il portafo-
glio ordini è aumentato di oltre mi-
lioni». Nei giorni scorsi, la stessa Ansal-
do si era aggiudicata in consorzio con
ABB un ordine da Terna per un valore
complessivo di oltre milioni.
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MEGAWATT
EXTRA
A Turbigo capacità
aumentata a circa
1.280 MW,
tutti alimentati
a gas naturale
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