22 Mercoledì 4 Marzo 2020 Il Sole 24 Ore
Mondo
LA GIORNATA
La Nigeria ha superato il Sudafrica,
diventando la più grande econo-
mia dell’Africa. Nel quarto trime-
stre del la crescita della Nige-
ria è andata oltre le previsioni, por-
tando l’espansione nell’anno oltre
il , per cento.
Il Pil ha raggiunto i miliardi
di dollari, se si utilizza il tasso di
cambio ufficiale della naira nige-
riana sulla valuta statu-
nitense. Oppure mi-
liardi di dollari, utiliz-
zando il tasso di cambio
di mercato (più debole)
adottato da quasi tutti gli
investitori. In entrambi i
casi, la Nigeria, la cui
economia è stata soste-
nuta dall’aumento della
produzione di petrolio e
dagli interventi della
Banca centrale sul credito, ha con-
quistato il primato continentale.
Il Sudafrica ha infatti rallentato
la crescita nel quarto trimestre,
chiudendo il con un’espansio-
ne dello ,%, la più bassa dalla cri-
si finanziaria globale e persino in-
feriore a quanto stimato dalla Ban-
ca centrale e dal Governo. Sulla ba-
se di un tasso di cambio medio
rand-dollaro, il Pil suda-
fricano si è fermato a
miliardi di dollari.
La Nigeria dovrebbe
continuare a crescere più
velocemente di quella
sudafricana: per l’Fmi
nel non supererà il
%, ma il Pil del Sudafri-
ca si espanderà solo del-
lo , per cento.
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Il conservatore Janez Jansa è il nuovo
premier della Slovenia. Ha ottenuto
ieri la fiducia del Parlamento con
voti a favore ( in più rispetto alla
maggioranza) e contrari, un voto
è stato invalidato. Per il leader del
Partito democratico sloveno, si trat-
ta della terza nomina a capo del Go-
verno, dopo gli incarichi tra il
e il e nel biennio -.
Ha dunque tenuto il patto di coa-
lizione firmato la scorsa
settimana da Jansa con il
Partito moderno di cen-
tro, con Nuova Slovenia e
con il Partito dei pensio-
nati. «In questo Paese af-
frontiamo problemi non
solo di natura materiale,
ma più profondi. Pertan-
to, la coalizione si occupe-
rà di ciò che ci unisce», ha dichiarato
Jansa, chiedendo la fiducia del Par-
lamento, a un mese dalle dimissioni
del premier Marjan Sarec.
Jansa ha ora giorni per propor-
re la sua squadra di ministri, segui-
ranno poi le audizioni nelle com-
missioni e un nuovo voto in Parla-
mento sul Governo. Nell’illustrare il
programma, Jansa ha detto che «la
Slovenia è in grado di fare di più sen-
za finanziamenti aggiun-
tivi, ma semplicemente
tramite una redistribu-
zione delle risorse, lo
snellimento della buro-
crazia e un maggiore de-
centramento per dare un
nuovo impulso alla cre-
scita economica».
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Conservatore.
Il nuovo premier
Janez Jansa
SUPERATO IL SUDAFRICA
La Nigeria diventa
la maggiore economia africana
SLOVENIA
Il nuovo premier Jansa
punta sul decentramento
402
MILIARDI
DI DOLLARI
È il valore del Pil
nigeriano
calcolato
con il cambio
di mercato. Con il
cambio ufficiale
il Pil sale a 476
miliardi di dollari
La vittoria a metà di Netanyahu,
ancora orfano di una maggioranza
ELEZIONI IN ISRAELE
La coalizione di destra
guidata dal Likud
del premier ferma a seggi
Tra le carte in mano
al presidente Rivlin quella
di un governo di unità
Roberto Bongiorni
Bibi. Ancora lui. Un’altra volta.
Con buona pace di tutti coloro - ed
erano in tanti - che ne avevano
preconizzato la fine, annunciando
anzitempo il tramonto del primo
ministro più longevo della storia
di Israele.
Nonostante l’incriminazione in
novembre per tre casi di corruzio-
ne, e l’imminente prima udienza
del processo (tra due settimane),
le terze elezioni politiche israelia-
ne hanno segnato il successo del-
l’inossidabile leader del partito
conservatore Likud. Per quanto
oscurati dalla vittoria dei conser-
vatori, due altri dati meritano at-
tenzione: l’affluenza è stata molto
più alta del previsto, e la lista dei
partiti arabi è arrivata ai suoi
massimi storici, divenendo terza
forza del Parlamento.
Netanyahu, anni,ha dunque
vinto le elezioni. Ma è una vittoria
a metà. La sua coalizione di destra,
che raggruppa anche partiti religio-
si,non è riuscita a raggiungere i
seggi necessari ad avere la maggio-
ranza del Parlamento, la Knesset. Al
% dello scrutinio il blocco guida-
to da Netanyahu aveva seggi.
Quello di sinistra guidato dal suo
rivale, l’ex capo di Stato maggiore
Benny Gantz, leader del partito di
centro “Blu e Bianco”, ne ha raccolti
(inclusi tuttavia i partiti arabi,
che rendono piuttosto difficile la
convivenza con i centristi).
Quanto alle singole forze politi-
che, il Likud si è aggiudicato
seggi ( in più della tornata di set-
tembre). Blu e Bianco (uno in
meno). La lista araba . La sinistra
laburista, fino al la maggior
forza del Paese, ha nuovamente
perso terreno. Se il Likud non è riu-
scito a sfondare, ciò è in parte do-
vuto all’ascesa della lista araba.
Insomma è una vittoria solo par-
ziale, che odora di stallo politico.
Difficile prevedere cosa accadrà
nelle prossime settimane. Tutto è
ancora incerto. Quello che è certo,
ed è una bella notizia, è la vittoria
della democrazia. Nonostante si re-
cassero al voto per la terza volta in
meno di un anno, nonostante l’al-
larme del corona-virus potesse in-
durre molti elettori a starsene a ca-
sa, l’affluenza è stata del %, il li-
vello più alto dal (quando vin-
se il laburista Ehud Barak).
Ora la parola spetterà al presi-
dente della Repubblica, Reuven Ri-
vlin. Il quale dovrà conferire il man-
dato alla persona che ritiene abbia
più possibilità di formare una coali-
zione di maggioranza. Solitamente,
ma non necessariamente, viene
concesso al leader del partito che ha
ottenuto più voti, in questo caso il
Likud. A due settimane dalla prima
udienza del processo in cui lo vede
imputato per tre casi di corruzione,
Netanyahu vuole accelerare.
La strada, però, appare in salita.
Le opzioni sono diverse. Bibi po-
trebbe cercare di strappare uno o
due deputati al partito “Blu e Bian-
co”, o addirittura attingere dai la-
buristi. Ma non sarà affatto facile.
Potrebbe cercare di corteggiare l’ex
alleato Avigdor Lieberman, il seco-
larista di origini russe fondatore del
partito laico “Israeli Beitenu”, che
lo ha “tradito” abbandonando il suo
governo nel novembre del . Ma
l’ostilità di Lieberman verso i partiti
ortodossi è difficile da superare. Al-
trimenti l’altra strada, quella tanto
invocata in passato dal presidente
della Repubblica, è la creazione di
un Governo di unità, a cui parteci-
perebbe il partito Blu Bianco , o par-
te di esso, insieme ad altre forze,
presieduto però da Netanyahu.
Se Bibi ci riuscisse, proverebbe
subito a portare avanti, unilateral-
mente, il più grande cambiamento
territoriale di Israele dal (data
della formale annessione delle Al-
ture del Golan), se non dalla guerra
del l. E questo grazie al presi-
dente americano Donald Trump.
L’ultimo,ed ennesimo regalo,fatto
dall’amico Donald a Bibi,è stato
l’annuncio, a poco più di un mese
del voto israeliano, del piano di pa-
ce americano per il conflitto israe-
lo-palestinese. Quello che lo stesso
Trump ama definire “Accordo del
Secolo”. E che, agli occhi della par-
te palestinese, che lo ha pronta-
mente rigettato, viene considerato
il “fallimento del secolo”. Il piano
prevede l’annessione delle colonie
israeliane nei territori palestinesi
della Cisgiordania,inclusa la Valle
del Giordano, il confine orientale
di quello che avrebbe dovuto esse-
re il futuro Stato palestinese. Bibi
aveva promesso di annetterle su-
bito, una volta eletto. Gli abitanti
delle colonie (mila in Cisgior-
dania e mila a Gerusalemme
Est) hanno subito risposto all’ap-
pello riversandosi nei seggi.Se Ne-
tanyahu riuscisse a mantenere la
parola, proteste e violenze investi-
rebbero l’unica, piccola democra-
zia del Medio Oriente.
Davanti alla “vittoria a metà” di
Bibi, Israele resta con il fiato sospe-
so. Perché se Netanyahu dovesse
fallire, l’alternativa più probabile
sarebbe un’altra tornata elettorale.
L’ultima cosa di cui ha bisogno un
Paese in un periodo particolarmen-
te difficile. Un Paese ancora orfano
del budget per il .
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AL TERZO TENTATIVO
4
I seggi guadagnati
Rispetto alle elezioni del 17
settembre (dall’aprile 2019 gli
israeliani sono andati a votare tre
volte) il Likud di Benjamin
Netanyahu ha conquistato
quattro seggi in più, i centristi di
Blue Bianco guidati da Benny
Gantz ne hanno perso uno
59
Il totale per la destra
Con il 90% dei voti contati, il Likud
e i suoi alleati si vedono
aggiudicare 59 seggi nella
Knesset, il Parlamento israeliano
composto da 120 seggi. L’alleanza
di centro-sinistra si ferma invece
complessivamente a 54 seggi
Il vincitore? Il premier israeliano Bibi Netanyahu con la moglie Sara mentre festeggia il successo elettorale
AFP