Internazionale - 28.02.2020

(backadmin) #1

Viaggi


mazione citano il Bangladesh è per parla-
re di inondazioni, inquinamento, povertà,
sovrappopolamento.
Perché, allora, sceglierlo come meta di
un viaggio di piacere? Be’, perché la capi-
tale ha anche un lato artistico. Ospita mu-
sei, gallerie, atelier, negozi, bar, ristoranti
e boutique hotel per turisti che amano
l’arte. E questo suo lato è sorprendente.
Benvenuti nell’insospettabile capitale
dell’arte dell’Asia meridionale.
Al termine di una mostra temporanea,
i quadri vengono caricati così come sono a
bordo di un risciò, che poi riparte con le
preziose opere d’arte. In Europa sarebbe
impensabile. La sede del Museo naziona-
le del Bangladesh è in un edificio retrò a
cui non farebbe male una mano di verni-
ce. L’illuminazione, al neon, non è delle
migliori, le teche sono sporche, i contro-
soffitti bucati. Una sala brilla sulle altre:
quella dedicata al già citato Zainul Abe-
din, dominata da un commovente dise-
gno che raffigura un gruppo di moribondi
durante la carestia bengalese del 1943.
Nella galleria dell’Alliance française
di Dhaka si sta allestendo una mostra di
due giorni con foto di mercati, piccoli pe-
scherecci e spiagge. Due donne in splen-
didi sari raddrizzano i quadri e li correda-
no di didascalie. La galleria della facoltà
di belle arti espone fotografie in bianco e
nero dell’artista teatrale Kazi Anisul Ha-
que Boruno, mentre l’accademia Shilpa-
kala ospita una retrospettiva sulla vita di
Sheikh Hasina Wazed, prima ministra
del Bangladesh. Nella galleria Edge, infi-
ne, si possono ammirare quadri in rosso e
nero di Anukul Chandra Mojumber. A
Dhaka c’è un vernissage ogni giorno. Il
problema è sapere dove e quando: non
esiste un calendario delle mostre, gli ora-
ri d’apertura sono spesso riportati male,
gli indirizzi risultano introvabili e musei e
gallerie sembrano non intendersi molto
di promozione.
Stando al sito internet della galleria
Drik, dal 2012 in poi lo spazio non ospita
nessuna mostra. Un martedì sera, però,
ci vado e mi imbatto in un’inaugurazione
con tanto di discorsi ufficiali, musica tra-
dizionale e un buffet allestito in terrazza.
Un fotografo mi spiega che eventi del ge-
nere hanno luogo ogni mese, ma le galle-
rie non li pubblicizzano. E perché dovreb-
bero? Tanto c’è sempre il pienone. Sono
l’unico straniero tra i presenti, ma non
posso andarmene finché non ho assag-
giato la zuppa di lenticchie, l’insalata di
pomodori, il curry di pesce e il mishti doi,
un dolce a base di latte.


La vivace scena artistica di Dhaka non
è nata dal nulla. I bangladesi hanno l’arte
nel sangue: lo si nota soprattutto a Bi-
shnupur, cento chilometri a sudovest del-
la capitale. Bishnupur è uno dei villaggi
nel distretto di Tangail dove si realizzano
i più bei sari di cotone e di seta del paese,
con trame complesse e raffinati abbina-
menti di colori. E lo si fa artigianalmente.
La ripartizione dei ruoli è chiara: gli uomi-
ni siedono ai telai centenari, le donne si-
stemano gli orli con rapidissimi colpi di
forbici. I sentieri, le piante e le pietre del
villaggio sono disseminati di fili rossi, az-
zurri, verdi, gialli e dorati.
L’arte dei tessitori del Bangladesh è
patrimonio immateriale dell’Unesco, co-
me anche il corteo con cui ad aprile si fe-
steggia a Dhaka l’inizio del nuovo anno.
In questa occasione, decine di migliaia di
persone si radunano all’alba nei pressi del
Ramna park. Il corteo nacque negli anni
sessanta come protesta contro l’occupa-
zione pachistana, ed è cresciuto fino a di-

ventare la più grande festa del Bangla-
desh, organizzata da docenti e studenti
dell’accademia d’arte. Uomini, donne e
bambini con i volti dipinti, in splendidi
sari o punjabi, scortano riproduzioni in
cartapesta di divinità indù, animali mitici
e tigri del Bengala.
Poi ci sono i risciò. In altre parti dell’A-
sia sono scomparsi, mentre a Dhaka que-
sti taxi a pedali sono ovunque. Se ne con-
tano addirittura un milione, uno ogni ven-
ti abitanti. Il risciò continua a essere popo-
lare perché è l’unico mezzo di trasporto
con cui si riesce ad avanzare agilmente nel
traffico della capitale. Il conducente cono-
sce sempre una scorciatoia e s’infila tra le
auto senza esitazioni. Questi taxi sono
riccamente decorati con adesivi dalle tra-
me geometriche, paesaggi dipinti a mano,
immagini di fiori, di uccelli, di templi o di
stelle del cinema, oppure con frange e
pompon dai colori accesi. A ben vedere,
Dhaka in sé è una grande galleria d’arte
dove suonano milioni di campanelli.
Sul pavimento di marmo del soggior-
no c’è un cadavere. L’opera, in pelle di bu-
falo, si chiama Lost and Found ed è realiz-
zata dall’artista pachistano Huma Mulji,
che ha partecipato anche alla Biennale di
Venezia. Al piano terra si possono ammi-
rare due arazzi senza titolo di Rashid
Choudhuri, autore di tre opere esposte al
Metropolitan museum di New York. Gli
arazzi sono stesi sul pavimento. “Stiamo
cambiando disposizione”, dice per scu-
sarsi l’assistente curatore Ruxmini
Choudhury, “perché è appena arrivata
una cassa piena di nuove opere”. Al soffit-
to è appeso uno specchio concavo, subito
riconoscibile come opera dello scultore
indobritannico Anish Kapoor. Questa è la
galleria d’arte più esclusiva di Dhaka. C’è

◆ Documenti Il visto costa 51
euro e si può acquistare
all’arrivo in aeroporto per
soggiorni fino a trenta giorni.
◆ Arrivare Il prezzo più
basso per un volo a/r da
Milano a Dhaka è 470 euro
(Saudia), da Roma è 517 euro
(Turkish).
◆ Clima Il periodo migliore
per visitare il Bangladesh è da
ottobre a marzo, quando i
monsoni sono lontani e il
clima è secco. A gennaio e
febbraio può fare freddo.
◆ Dove dormire
L’InterContinental è una base

ideale per visitare il Dhaka art
summit, la facoltà di belle arti
e le gallerie di Dhanmondi. Il
prezzo più basso per una
camera doppia è 105 euro:
intercontinental.com/dhaka.

All’hotel Tropical daisy, a
Gulshan, una doppia con letto
queen size parte da 64 euro:
hoteltropicaldaisy.com.
◆ Altro Per un elenco di
musei, gallerie, negozi, bar e
ristoranti degni di nota:
sandergroen.nl/dhaka
◆ Leggere Shazia Omar,
Come un diamante nel cielo
(Metropoli d’Asia 2009).
◆ La prossima settimana
Viaggio in Gagauzia. Ci siete
stati e avete suggerimenti su
tariffe, posti dove mangiare
o dormire, libri? Scrivete a
[email protected].

Informazioni pratiche


I risciò tornano utili


perché la città si
estende su un’area

enorme e le gallerie
sono distribuite in

due quartieri lontani
tra loro
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