Internazionale - 28.02.2020

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collezionista britannico, Edward Solly, per
l’equivalente di quasi 5.000 euro. Solly li
vendette a sua volta al re di Prussia.
Durante il soggiorno a Berlino, i pannel-
li furono tagliati a metà così da poter mo-
strare contemporaneamente sia il davanti
che il retro. Intanto a Gand, nel 1822 i pan-
nelli rimasti sopravvissero per un soffio a
un incendio, ma uno si spaccò in due.


Pannello mancante
Durante la prima guerra mondiale la pala
fu smantellata e murata nelle pareti di due
case di Gand per nasconderla ai tedeschi,
ai quali fu mostrata una lettera in cui si di-
ceva che il polittico era stato trasportato nel
Regno Unito. Nel 1942, tuttavia, Hitler ci
mise le mani sopra e l’opera finì la guerra
nascosta nelle miniere di sale dell’Altaus-
see, imbottita di esplosivi per contrastare
l’avanzata delle truppe alleate. Persino il


ritorno dei pannelli a Gand fu burrascoso:
l’aereo che li trasportava fu colpito da una
tempesta così forte che il pilota dovette ef-
fettuare un atterraggio di emergenza in un
piccolo aeroporto di campagna. Solo in se-
guito rientrarono a San Bavone.
O meglio, tutti i pannelli tranne uno.
Mancava quello in basso a sinistra, che ri-
trae sulla parte frontale i Giudici giusti e sul
retro Giovanni Battista. Era stata rubato
una notte del 1934: i ladri avevano fatto ir-
ruzione nella cattedrale, avevano impac-
chettato il pannello e lasciato un biglietto
che diceva “sottratto alla Germania dal
trattato di Versailles”, un riferimento alla
restituzione di opere d’arte sancita dall’ac-
cordo tra le potenze dopo la fine della pri-
ma guerra mondiale.
Un testimone che casualmente in quel
momento era impegnato a derubare un ne-
gozio di formaggi lì vicino, vide due uomini
che lo trasportavano sotto un lenzuolo. I
ladri sezionarono quindi il pannello a metà,
lasciando il Giovanni Battista nel deposito

bagagli della stazione di Gand in segno di
buona fede mentre chiesero un riscatto di
un milione di franchi belgi per il lato con la
raffigurazione dei Giudici giusti (che a
quanto si dice conterrebbe un autoritratto
di Van Eyck).
Le indagini della polizia si concentraro-
no su un agente di cambio di nome Arsène
Goedertier, volontario nella cattedrale, che
però morì, sempre nel 1934, prima di con-
fessare (copie delle dodici richieste di ri-
scatto furono scoperte nella sua casa più
una tredicesima mai inviata).
Il pannello mancante non è mai stato
trovato, da allora circolano teorie e leggen-
de su dove si trovi, compresa quella secon-
do cui sarebbe nascosto sotto piazza Ka-
landeberg. Quando l’anno scorso si è sca-
vato, sotto i ciottoli non si è trovato altro
che terra.
Ma lo splendore degli altri pannelli è
tale, per non parlare degli altri capolavori
di Van Eyck in mostra, che quasi non im-
porta. Quasi. u nv

Il polittico di Gand di Hubert e Jan
van Eyck, chiuso (a sinistra) e aperto

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