Bell_39_Italia_-_Maggio_2016

(Maria Cristina Aguiar) #1

così come una parte dei muretti a sec-
co: un tempo si sviluppavano per oltre 2
chilometri lineari. Il terrazzamento è la
forma tradizionale dell’agricoltura in
queste zone della Liguria, oltre che il
miglior argine contro i fenomeni di disse-
sto idrogeologico, come la disastrosa allu-
vione che ha martoriato le Cinque Terre
nell’autunno 2011. Poi verranno le viti,
l’orto e il frutteto, per una piccola azienda
agricola di 2 ettari e mezzo di terreno. Ma
già dal primo scorcio d’estate i visitatori
troveranno completamente ristrutturate,
e ripensate con funzioni di accoglienza e
informazione, le due case del podere:
casa Rosa e casa Bianca. Un meticoloso
“rammendo” ambientale realizzato con il
supporto dell’Università di Firenze, per il
restauro paesaggistico, e dell’Università
di Genova, per gli edifici storici e la rico-
struzione della storia ambientale. Tra i
partner dell’operazione c’è anche la Fon-
dazione Zegna: «Da sempre sosteniamo il
FAI» – racconta Anna Zegna, presidente
della Fondazione Zegna – «con lo spiri-
to che nostro nonno Ermenegildo ci ha
trasmesso, fatto di dedizione al lavoro e
amore per il territorio e le comunità. Così
è nata la collaborazione sul Podere Case
Lovara: abbiamo messo a disposizione
tutte le nostre conoscenze e le nostre
esperienze, maturate con l’Oasi Zegna,
per far rivivere uno scorcio di uno degli
angoli più belli d’Italia».


Il culmine altimetrico ed emozionale
dell’escursione è a una manciata di mi-
nuti, là dove il sentiero spiana in vista
dei resti dell’eremo di Sant’Antonio al
Mesco. A sinistra si svela lo scenario delle
Cinque Terre, che da questa altezza pos-
siamo davvero leggere come un compiuto
mosaico paesaggistico di borghi colorati,
terrazzamenti e macchia mediterranea.
Davanti a noi, i ruderi del convento ago-
stiniano – l’arco dell’ingresso, l’abside, una
parte della volta – creano l’atmosfera e lo
scenario perfetto per un acquarello de-
gno del Grand Tour. L’insediamento, che
aveva anche funzioni di “sentinella” sulla
costa, risale probabilmente all’XI secolo,
ma fu poi ampliato e modificato nel corso
del ’400. Alle rovine antiche si affian-
cano quelle moderne del Semaforo,
un vecchio faro segnaletico della Marina
Militare. Anch’esso attende una nuova
sistemazione, ma per ora funziona benis-
simo come un grande e un po’ metafisico
cannocchiale con cui inquadrare, nelle
giornate più limpide, le Cinque Terre,
Portovenere con l’isola Palmaria e persi-
no la Corsica e l’Elba. Il mare è una tenta-
zione irresistibile, ma facile da appagare:
Monterosso è a un’ora scarsa di sentiero, e
non c’è modo migliore per arrivarci.

a pagina 63

60 Bell’Italia

Free download pdf