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sorella), entrambi immigrati dalla Cina, entrambi guerrieri provetti ed
entrambi determinati a costruire – spesso l’uno contro l’altra – la loro
particolare idea di "sogno americano". E inWarrior,naturalmente,agli
immigrati cinesi viene riconosciuta un’arma sconosciuta agli schiavi ed
ex schiavi afroamericani: le arti marziali (Bruce Lee docet), grazie alla
perizia nelle quali controllare la loro comunità o provare ad espellerla
dalPaeserisultapocoagevole.Duelliacolpidikungfu,accetteoarmi
da taglio e da lancio abbondano e propongono una loro spettacolarità.
Ma a colpire, in questa bella serie avviata verso la terza stagione, più
di un "calcio girato" mutuato dal karate o di un coltello lanciato con
destrezza a trafiggere gole e vite, è il ritratto accurato, smagato, in al-
cuni passaggi persino sofisticato, e finora praticamente inedito, di un
selvaggio Westcheametà‘800giungevaconlesueleggiprimordiali
fin dentro ai salotti delle famiglie bene dell’America dell’epoca. Nata dal
coraggio. Ma anche dall’avidità e dal sangue.■
WARRIOR
STAGIONE 2 - 10 EPISODI SU
★★★★★ SKY ATLANTIC E NOW
Usa, 2021CreatoriJonathan Tropper e Justin Linda un’idea originale di Bruce Lee
InterpretiAndrew Koji, Olivia Cheng, Jason Tobin, Dianne Doan, Kieran Bew, Dean
Jagger, Joanna Vanderham, Tom Weston-Jones, Langley Kirkwood, Céline Buckens,
Miranda Raison
In oltre cento anni di cinema, e in almeno 5 decenni di serie tv,
l’epopea del West e della nuova frontiera americana del XIX secolo
è stata raccontata (pur da una infinità di angolazioni) con una
schiacciante prevalenza per gli sconfinati paesaggi rurali del Sud,
teatro di epici duelli tra cowboy-pistoleri, guerre con gli indiani
(o stragi a danni degli stessi, soprattutto nei film dagli Anni ’70
a oggi) e attenzione via via crescente per lo sfruttamento razzista
degli schiavi ed ex schiavi di colore. Da un paio d’anni, grazie alla
prima serie diWarrior, al quadro si è aggiunto un nuovo aspetto:
quello della discriminazione nei confronti dei cinesi immigrati
nelle città della West Coast, che a metà ‘800 andò a inserirsi nella
feroce lotta per il raggiungimento della ricchezza in una grande
città comeSan Francisco.
Perché guardandoWarrior,dicuiSky Atlantic eNowpropongono
la seconda stagione, si ottiene un ritratto inquietante dell’America
già urbanizzata di quegli anni, un po’ come quello fornito 20 anni
fa da Scorsese delle fasce proletarie a ridosso di Manhattan in
Gangs of New York: tutto è lecito (anche l’illecito) per raggiungere
la ricchezza, vulgaris translatio di quella "ricerca della felicità"
sancita dalla Costituzione americana. Si scopre che anche vivere a
San Francisco in quegli anni e provare a migliorare (o conservare)
il proprio status significava soprattuttoviolenza.Violenza(anorma
di legge, ma anche al di fuori delle leggi dell’epoca, con la complcità
di forze di polizia manovrate e corrotte) della comunità bianca verso
quella cinese, di cui però i bianchi avevano bisogno sia per arricchirsi
sia per coltivare con discrezione i loro vizi. Violenza per il controllo dei
traffici (oppio, merci di contrabbando, prostitute) tra le varie "tong",
o famiglie criminali cinesi delle Chinatown, violenza all’interno delle
stesse tong, violenza tra le famiglie affaristiche "bianche" e all’interno
della Polizia, violenza tra poveri, in particolare degli immigrati irlandesi
verso i cinesi che accettavano salari da fame per fare gli operai nelle
fabbriche. Violenza dei maschi dominanti nei confronti delle mogli
più determinate a ottenere l’indipendenza economica o sentimentale.
Insomma: violenza, innanzitutto. Che permeava l’intera società, in via di
formazione e faticosamente avviata verso uno stato di diritto che esisteva
più sulla carta che nella realtà.Warrior nasce da un’idea lasciata in un
cassetto trent’anni fa dal miticoBruce Lee. Ha come pretesto narrativo
il (resistibile, a dire la verità) incontro-scontro tra due giovani (fratello e
LE SERIE DEL MESELE SERIE DEL MESE
IL CONSIGLIERE L F
TO THE LAKE(NETFLIX)
A
l di là delle somiglianze palesi (e un
po’inquietanti)checorronofraquesta
serie e la nostra realtà,To t h e l a k e(Russia,
2020)èingradodiaprircigliocchisuuna
verità che solo i più cinici e folli di noi
riescono ad accettare: il peggior nemico
dell’uomo è l’uomo stesso. Nel gelo, durante
un’epidemia, senza cibo né riparo, il rischio
maggiore viene da una figura armata di
kalashnikov che porta una maschera
antigas o da un disperato che vi si lancia
contro con l’accetta levata per sfamarsi
con le vostre provviste. Cane mangia
cane, e una lunghissima notte incombe
su tutti noi. Tuttavia, accanto a questa
terrificante verità ne vive un’altra: in
fondo a ogni notte scintilla una scheggia
di luce, e se si scelgono i compagni giusti
con cui lottare ogni impresa sembra
diventare possibile.
IN SALA A 20 ANNI di Valerio Rossi
Una scena
diTo the lake.
Dianne Doan(30
anni) eAndrew Koji
(34), protagonisti di
Warrior.