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ha lavorato con Vicari in un film girato su Zoom.
È stata un’esperienza incredibile, figlia dell’istinto di sopravvivenza. Noi
attori eravamo nelle nostre case e Daniele in collegamento con noi pronto
a cogliere la vita reale, come fa sempre.
È poi tornato sul set per interpretare Giovanni Baglione, il pittore anta-
gonista di Caravaggio, nel film di Placido. Com’è andata?
Ho avuto la possibilità di far parte di un set incredibile, con Riccardo Scamar-
cio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, reso possibile dalla produttrice Federica
Vincenti, una donna che ha messo in piedi un progetto di livello molto alto.
Tra gli ultimi suoi progetti, c’è anche la serie di Sky su Alfredino Rampi.
Lei era piccolo quando morì quel bambino nel pozzo di Vermicino.
Cosa ricorda?
Avevo 6 anni. Ho dei flash di mia madre che guardava le immagini in
tv. È stato il nostro 11 settembre a livello mediatico, la prima volta che si
trasmetteva la diretta, nella speranza che quella vicenda si risolvesse in
maniera positiva.
Lei dà il volto a Nando Broglio, il pompiere che cercò di salvare Alfredino.
L’Italiadeveandarefieradeivigilidelfuoco.Questaserieèancheun
omaggioalcorpointervenutointantetragedie,comeiterremoti.Sono
figure fondamentali.
Com’è stato indossare i guantoni sul ring inGhiaccio,ilfilmd’esordio
di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis?
Giacomo Ferrara ed io ci siamo preparati con il campione del mondo dei
pesi medi Giovanni De Carolis. I registi sono stati in grado di mantenere
sul set l’atmosfera del mondo del pugilato. Ho respirato la vitalità e la forza
di quell’opera prima. Si sentiva che c’era una necessità di scrittura. Sono
curioso di sapere che strada farà il film.
E della commedia di Virzì cosa può dirci?
Solo che è un onore far parte del suo immaginario. Lo considero l’unico
esponente della vera commedia all’italiana. Sa mettere in scena le mancanze,
i vuoti, le disperazioni, trasportando tutte queste emozioni in una grande
commedia, che è quella della vita.
. .
V
inicio Marchioni fa suo un pensiero di Pier Paolo Pasolini,
per parlarci del suo ruolo inGovernance:«Lapiùgrande
delle colpe è il potere. E in Italia coincide troppo spesso con
il termine abuso». Nel film diretto daMichael Zampino,
l’attore romano, classe 1975, è un umile carrozziere, ed ex
galeotto,chesognadiaprireunapompadibenzinaperdareunfuturo
migliore alla sua famiglia. Ma ben presto si ritrova coinvolto dall’amico
Renzo (Massimo Popolizio) in qualcosa di sporco, da cui cercherà di trarre
a sua volta vantaggio. In questa intervista, Marchioni racconta aCiak anche
i tanti progetti ormai pronti all’uscita a cui ha preso parte in quest’ultimo
anno di pandemia, daIl giorno e la nottedi Daniele Vicari aL’o m b r a d i
Caravaggiodi Michele Placido, alla serieAlfredino.Oraèimpegnatosul
set diSiccità, l’ultima commedia diPaolo Virzì.
Il suo Michele Laudato è un padre di famiglia che cerca sicurezza eco-
nomica. Sembra un brav’uomo, e invece...
All’inizio dipende molto da Renzo. Poi accade qualcosa e l’amico diventa
una scuola per lui. Michele inizia a capire come si gestiscono alcune cose,
prende da Renzo il suo stesso opportunismo e cinismo. Capisce che può
trarre frutti da quella situazione. Anche le peggiori azioni possono essere
mosse dalle migliori delle intenzioni.
Quindi si può giustificare?
Assolutamente no. E il finale del film fa capire che quando prendi deci-
sioni, anche sbagliate, ne sei responsabile per tutta la vita. Quella macchia
ti rimarrà per sempre. Trovo tutto molto umano, però. La vita non è mai
solobiancaonera.Sipuòesseresiabuonichecattivi.Elasetedipotere
può appartenere pure agli strati più umili e deboli. Puoi diventare cinico,
spietato, persino complice di atti orrendi.
Perché la parola potere spesso assume una connotazione negativa?
Come società abbiamo iniziato a dargli questo tipo di accezione perché chi
amministra, e non solo in Italia, non ci ha dato grandi soddisfazioni. La
parola potere è stata svuotata di tutte le valenze positive, come organizza-
zione, gestione. Io ho una visione pasoliniana. Una delle sue opere teatrali
sichiudeconlafrase:lapiùgrandedellecolpeèilpotere.Danoièsempre
statoassociatoaunabuso.Oggièdiventatalanormalitàaccostareidue
termini, e nessuno ci fa più caso.
Non ci ha lasciati indifferenti, invece, la situazione che stiamo vivendo
ormai da più di un anno. Lei come la sta affrontando?
Riflettendo, anche come artista, su quanto la comunicazione abbia influen-
zato le nostre vite, tra la confusione di media e organi di Stato, le fake news
e i social. Penso anche che i lavoratori dello spettacolo dal vivo siano fermi
da troppo tempo, senza sicurezze.
Per lei, comunque, è stato un anno prolifico. Già durante il lockdown
Marchioni conSarah Denysin una scena diGovernance.
Daniele Vicari
(54 anni) e
Marchioni
durante le
riprese deIl
giorno e la
notte.
Paolo Virzì(57
anni) sul set di
Siccità.