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DI CATERINA SABATO
ALESSANDRO CAPITANI: «LA MIA STORIA
DI FANTASMI, AMORE
E SECONDE POSSIBILITÀ»
Siamo stati sul set a Cinecittà
deI nostri fantasmi,
opera seconda del regista,
interpretata daMichele
Riondino eHadas Yaron
e prodotta daFenix
Entertainment
I
l secondo film è sempre il
più difficile nella carriera
di un regista. Lo sa bene
Alessandro Capitani,
che dopo il bell’esordio
conIn viaggio con Adeledel 2018,
interpretato da Sara Serraiocco
eAlessandroHaber,èallavoro
suInostrifantasmi, girato tra
Torino e Roma, a Cinecittà, dove
èstatocompletamentericostruito
l’appartamento dei protagonisti:
«È più difficile perché devi di-
mostrare quello che sai fare–ha
raccontato il regista –, nel mio
primo film ero partito da una
storiachenoneramia,scrittada
Nicola Guaglianone, questa volta
si tratta di un mio soggetto e mi
sono affidato a due bravissime
sceneggiatrici, Giuditta Avossa e
Francesca Scialanca, quindi c’è un concepimento com-
pletamente diverso, come se fosse la mia opera prima.
Mentre scrivevo pensavo alle seconde possibilità perché
nellavitatuttivorremmochearrivassero,soprattuttoin
amore». Protagonista èMichele Riondinonei panni del
“padre coraggio” Valerio che, dopo la morte della moglie,
laperditadellavoroeunfigliopiccoloacuibadareè
“costretto” a nascondersi con lui nel sottotetto di quella
che era la loro casa per non rischiare che i servizi sociali
glielo portino via. Qui Valerio inventa per il figlio un
gioco per convincerlo che tutto vada bene, costruendo
intorno a lui un mondo fantastico nel quale entrambi
fingono di essere fantasmi che hanno il compito di terrorizzare i nuovi
inquilini. Una trama che ricorda moltoLa vita è bella di Roberto
Benigni in un contesto totalmente differente: «È sicuramente un film
di riferimento– ha detto ancora il regista – ma in questo caso il gioco
lo abbandoniamo quasi subito perché il bambino scopre ben presto che
è una bugia. Il figlio di Valerio ha sette anni ma in realtà è molto più
adulto e capisce cose che a quell’età di solito non si comprendono, un po’
comeseavesseilpoteredivederequellochenonvedeilgenitore.Ilfilm
gioca con diversi generi: l’horror, il dramma, la commedia sentimentale,
vorrei che il pubblico andasse al cinema e rimanesse spiazzato da questi
cambi». Per Michele Riondino un ruolo che gli riporta alla mente la
recente esperienza di molti genitori come lui con i figli costretti in casa
durante il primo lockdown: «Dapadrediunabimbadisetteanni–ciha
detto l’attore –la mia preoccupazione più grande era
quella di trasformare in gioco, in qualcosa di positivo, una
condizione che non lo era per niente. L’impiego principale
dinoigenitoriincasaeraoccuparelegiornate,rendereil
più piacevole possibile lo scorrimento del tempo e questo
èquellochefaValerioconCarlo:darglideicompiti,
assegnargliunruoloall’internodiungiococheperònon
prevede nessun vincitore. Valerio è un uomo che trovandosi in estrema
difficoltà non riesce a risolvere i suoi problemi e questa incapacità secondo
me rende il personaggio molto umano, meno eroico ma reale».Unaltro
protagonista forte, alle prese con i fantasmi del suo passato e con la
voglia di ricominciare, è Miryam, interpretata daHadas Yaron(Coppa
Volpi a Venezia nel 2012) una donna in fuga con la sua bambina da un
uomo violento, che si ritroverà a vivere nell’appartamento nel quale si
nascondono Valerio e Carlo. Un incontro che cambierà per sempre la
sua vita: «Sento una grande responsabilità nell’interpretare questo per-
sonaggio–haspiegatol’attriceisraeliana–holettotantestoriedidonne
vittime di violenza, può succedere a chiunque, io fortunatamente non mi
sono mai trovata in una situazione del genere ma cerco di scorgere in ogni
personaggio che interpreto degli aspetti vicini a me».n
In alto,Michele Riondino (42 anni) con il giovanissimo
attore che interpreta suo figlio.
A sinistra, l’attrice israelianaHadas Yaron(30 anni).
Alessandro Capitani (40
anni) sul set del film.