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CIAK SI GIRA – STORIE ITALIANE
DIEMANUELE BUCCI
LA RAGAZZA HA VOLATO:
A TRIESTE IL RITORNO
DI WILMA LABATE
La regista parla dal set del suo nuovo film,
storia di un’adolescente«sfaccettata e
contraddittoria»
A
Tr i e s t esigiraesvolgeLa ragazza
ha volato, il nuovo film diWil-
ma Labate, da una sceneggiatura
deifratelli D’Innocenzo,scritta
prima che realizzasseroLa terra
dell’abbastanza.«Melasonocucitaaddosso»,
spiega Labate,«ma cercando di indossare quell’a-
bitosenza fare modifiche radicali». La regista (tra i suoi film,La
mia generazione,Signorina Effe e il recente docArrivederci Saigon)
racconta la storia dell’adolescente Nadia (Alma Noce). Nel cast anche
Luka Zunic,Rossana Mortara,Massimo Somaglino eLivia Rossi.
Il film è prodotto da Tralab Srl e Nightswim Srl con RaiCinema, Gianluca
Arcopinto Srl e Staragara Institut.
Cosa ci puoi anticipare, e cosa ti ha colpito, di questa protagonista?
E, avendo vissuto e raccontato lotte e utopie dei giovani del passato,
cosa pensi delle nuove generazioni?
Della protagonista mi ha colpito il fatto che non sia un personaggio “trito”,
ma sfaccettato, contraddittorio, ruvido e aspro. Le nuove generazioni
sono sorprendentemente interessanti. Per anni è stato detto che non
lo erano: abbiamo rincorso la nostalgia del passato, facendo secondo
me un errore gigantesco. Perché comeè necessario guardarsi indietro,
è indispensabile guardareavanti. Chi come me non è più giovane deve
incuriosirsi di più per ciò che succede ai giovani. Che, ahimè, devono
vivere in un momento complicato. Asfissiante. Non a caso, oggi respi-
riamo con una mascherina. E, prima, respiravamo un’aria comunque
non pulita. Di questo dovevamo accorgerci, e non aspettare che ce lo
facesse notare un’adolescente come Greta Thunberg.
Quali aspetti dell’insolita location triestina emergeranno dal film?
Il suo essere una città “nordica”, con un clima bizzarro, non facile,
una città malinconica e un crocevia di culture, religioni, lingue, paesi.
I Balcani sfiorano Trieste, quindi la vivono, è una presenza molto signi-
ficativa. Trieste poiè ricca e sontuosa al centro, ma con tante periferie
diverse, ognuna con tratti molto precisi: c’è il quartiere vicino al porto,
il quartiere vicino ai monti. Quartieri che assomigliano al luogo fisico
in cui sono stati costruiti.
Come stai vivendo l’esperienza, e la sfida, di girare
al tempo del Covid?
Viviamo in una “bolla”, abitando tutti nello stesso
posto, e non potendo frequentarne altri per salva-
guardare la salute sul set. In questo è servito para-
dossalmente essere in zona rossa, perché le occasioni
di contagio diminuiscono. Inoltre, dobbiamo fare
un tampone al giorno, che è un po’ una seccatura, ma ormai ci siamo
abituati, ed è indispensabile in un momento come questo.
Cosa è cambiato nel tuo approccio al cinema “di finzione”, dopo anni
in cui ti sei dedicata al cinema “del reale”?
Il fatto che non vedo più una distinzione così netta tra le due modalità.
Il cinema è il cinema, sia quando si fa un documentario, sia quando si
narra una storia inventata. Anche il linguaggio della macchina da presa
ècambiato:oggi,soprattuttotraigiovani,c’èunostilemolto“attaccato”
alla realtà, che non prescinde troppo da essa. Quindi la distanza è sempre
più sottile, se è mai esistita.
Vedi passi avanti nell’accesso delle donne all’attività registica? E cosa
mancaancoradafare?
Manca ancora tantissimo. Ad esempio per il riconoscimento di uno
specifico linguaggio delle donne, nella narrazione e nella messa in scena.
Ledifficoltàperleregistesonodi
più. La fiducia nei confronti di
una donna è spesso più contenuta,
a volte la critica è, magari incon-
sapevolmente, più feroce. Oggi ci
sono registe talentuose che fanno
film interessanti, e sono di più
rispetto a prima, ma non ancora
abbastanza, e comunque troppo
poche rispetto agli uomini.n
Alma Noce(21 anni)
neLa ragazza ha
volato(foto di
Aliocha Merker).
A sinistra, la regista
Wilma Labate(71)
sul set.
Un momento delle riprese (foto di
Aliocha Merker).