IL CIBO È CULTURA SPAGNA
- Aperitivo
nel giardino
del gastrobar
Mastropiero, a
Cáceres.
- il peperoncino
agrodolce
e affumicato
al legno di quercia,
specialità di Jaraíz
de la Vera.
- Showcooking
dello chef Ivan
H. Rivera nel suo
Cayena Kitchen
Club, ristorante
di Cáceres.
“s
apete perché lo chiamano oro Negro?” chiede
Carlos Bautista, produttore di salumi, mentre
affetta un jamón ibérico de bellota puro al 100 per cento.
“Non solo per il colore dei maiali, ma perché l’alleva-
mento richiede tanto tempo e fatica. Quindi non ci si
deve meravigliare se un etto arriva a costare anche 30
euro.” Soldi ben spesi, perché questo prosciutto, dal
gusto dolce e molto intenso che raschia leggermente in
gola, viene da animali che vivono in libertà e si nutro-
no solamente di ghiande. oltre a essere buonissimo, fa
bene al cuore ed è anticolesterolo, grazie agli acidi grassi
oleici contenuti nella ghianda.
Lo jamón de bellota è una delle eccellenze gastrono-
miche dell’Estremadura, antica regione della Spagna a
sudovest di madrid, che vanta uno degli ecosistemi me-
glio conservati d’europa, con quasi un milione di ettari
di pascoli protetti. e che declina le sue delizie gastrono-
miche in uno scenario ricco di testimonianze artistiche e
storiche. Tanto che le sue città, Cáceres, Trujillo e Méri-
da, sono tutte Patrimonio dell'Umanità Unesco. “dove si
incontrano arte, storia e gastronomia, e dove si mescolano
architettura romana, araba, gotica e rinascimentale a metà
strada tra Madrid e Lisbona”, aveva scritto il New York
Times, in occasione della nomina di Cáceres a Capitale
Europea della Gastronomia 2015, inserendola nella lista
delle 52 mete da visitare al mondo.
Una terra che vanta antiche tradizioni gastronomi-
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