Coelum Astronomia - #226 - 2018

(WallPaper) #1
W. H. Smyth, ammiraglio e astronomo inglese, che
dal suo Osservatorio a Bedford catalogò un vasto
numero di stelle doppie utilizzando un rifrattore
da 150 mm, descrisse solo una componente di
magnitudine +9,5 a un angolo di separazione di
19,7°. Stando così le cose, sembra che Smyth
abbia fatto riferimento a un’altra stella ma
bisogna tenere presente la tendenza, tipica della
sua epoca, di riportare valori di magnitudini
minori rispetto alla realtà.

Con una tale confusione alle spalle, cosa ci
possiamo attendere, quindi, dall’osservazione al
telescopio di questo sistema dove la terza
componente dovrebbe apparire più luminosa
della secondaria? La componente secondaria, di
magnitudine +12,4, pur con difficoltà causa
l’elevata differenza di luminosità con Altais A, si
rende visibile nella posizione indicata già 140
anni fa. Quasi diametralmente opposta, a un
angolo di posizione di 172,5° rispetto alla
principale, figura invece una stella di magnitudine

+10,4, lontana dalla questa 245” d’arco ovvero 3
volte in più di quanto lo sia la secondaria. Essendo
tali valori certamente diversi da quelli misurati a
partire dal 1894, possiamo definirla come la terza
componente del sistema allora elencata? Le tre
differenti misurazioni dell’angolo di posizione
elencate da Burnham potrebbero indicare una
chiara direzione del movimento di questa stella,
confermata anche dalla misurazione riportata da
Smith nel 1834 (19,7°). E anche le misurazioni
nella separazione riportate ancora da Burnham e
decrescenti da 155,1" d’arco nel 1879 a 152,5"
d’arco nel 1894, si adeguano con la direzione del
moto. Con ogni probabilità, la stella di decima
grandezza, oggi opposta alla vicina secondaria, è
la stessa notata da Burnham e Smyth, vista nel
corso degli anni in fasi diverse del suo moto
orbitale che, certamente, sembra essere molto
lungo: una dimostrazione di come
l’interpretazione di dati acquisiti nel tempo possa
fornire istantanee di lontani sistemi stellari come
quello di Altais.

A soli 2° da delta Draconis è presente la più
debole π Dra, che splende di magnitudine +4,59;
lontana 230 anni luce, il suo colore bianco è
indice del suo tipo spettrale
A2 IIIs (9.100 K), proprio di una
gigante bianca con evidenti
righe di assorbimento, indice
dall'abbondante presenza
nella sua atmosfera di alcuni
elementi. Con un diametro 3,2
volte il Sole e massa 2,7 volte
maggiore, π Dra irradia di
conseguenza almeno 60 volte
più di esso. Prolunghiamo
adesso il segmento che separa
le due precedenti stelle in
direzione di π Dra e della
medesima quantità: già al
binocolo sarà visibile un
piccolo triangolo isoscele, con
al vertice una stella di sesta


Pi Draconis e Struve 2549


Struve 2549
RA 19h 31.2m Dec +63° 19’

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