Coelum Astronomia - #226 - 2018

(WallPaper) #1

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Sopra. Schema della procedura di discesa di Hayabusa2
sulla superficie di Ryugu. La sigla GCP sta per “Ground
Control Position”, cioè posizione controllata da Terra. TM
sta per “Target Marker”: piccole sfere riflettenti da 10 cm
di diametro, lasciate cadere da Hayabusa 2 sulla
superficie dell’asteroide per aiutare i sensori a
individuare il punto di contatto con il suolo. ∆V è la
variazione di velocità nell’unità di tempo (Yuya Mimasu
et al., “Touchdown Analysis for Hayabusa2”, 2012 /
traduzione in italiano: Michele Diodati).

Sotto. Quando illuminati, i TM riflettono la luce che li
colpisce in modo da diventare bersagli molto visibili
sulla superficie dell’asteroide. Crediti: JAXA

La prima fase: controllo da
Terra

La fase controllata da Terra si svolgerà tra 4
km e 40 metri di altitudine dalla superficie
di Ryugu. Durante questa fase, il LIDAR
misurerà le variazioni di distanza dal suolo
nel corso della discesa, mentre il controllo
missione da Terra si occuperà di
monitorare gli spostamenti laterali rispetto
alla traiettoria ottimale prevista, sfruttando
una delle due fotocamere grandangolari
del sistema di navigazione ottico.
Un elemento fondamentale di cui tenere
conto in questa fase guidata è che le
immagini trasmesse da Hayabusa2
impiegheranno circa 20 minuti per coprire
la distanza tra Ryugu e la Terra. In altre
parole, il controllo missione dovrà
calcolare con la massima precisione
possibile dove si troverà la sonda rispetto
all’asteroide 40 minuti dopo l’acquisizione
delle immagini su cui vengono eseguiti i
calcoli, affinché i comandi inviati da Terra
possano compensare efficacemente le
variazioni reali della posizione di
Hayabusa2 rispetto alla traiettoria di
discesa ottimale.


La seconda fase: Hayabusa2
prende il controllo

Poiché lo scambio di segnali tra la sonda e
la Terra soffre di questo inevitabile ritardo,
l’ultima fase della discesa, da 40 metri di
altitudine fino al contatto con la superficie
di Ryugu, non potrà essere controllata da
Terra. In questa fase Hayabusa2 dovrà fare
tutto da sola e sarà cruciale che ognuna
delle procedure automatiche funzioni a
dovere.
A un’altitudine di 40 metri dal suolo,
verranno rilasciati in caduta libera verso il
sito di atterraggio dei piccoli oggetti
riflettenti: delle sfere del diametro di 10
centimetri ciascuna, chiamate Target

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