Coelum Astronomia - #226 - 2018

(WallPaper) #1

(^44) COELUM ASTRONOMIA
producendo un cratere del diametro previsto di 4
metri.
Poiché, come abbiamo detto, durante questi
eventi la sonda sarà nascosta dietro l’asteroide,
sarà necessario sganciare un ulteriore dispositivo
automatico per catturare le immagini della
generazione del cratere. Tale dispositivo si chiama
DCAM3 (Deployable Camera 3) ed è dotato di due
fotocamere indipendenti, una digitale e l’altra
analogica. La fotocamera digitale, DCAM3-D, è
dotata di un sensore CMOS con una risoluzione di
2.000 × 2.000 pixel e produce immagini
monocromatiche a 8 bit, mentre quella analogica,
DCAM3-A, avrà il compito di registrare un flusso
video a bassa risoluzione. Le due fotocamere sono
collegate ciascuna a una propria antenna, così da
poter inviare ad Hayabusa2 il flusso di immagini e
video in modo indipendente, per essere poi
finalmente trasmesso a Terra dalla sonda.
Questa “fase preparatoria” già risulta essere molto
articolata e complessa, basata sul buon
funzionamento di numerosi sistemi automatici che
devono funzionare all’unisono in modo
impeccabile... ma questo ancora è niente!
Come scendere in automatico su Ryugu, a 300
milioni di km dalla Terra
Lo schema illustra le fasi finali della manovra di atterraggio
di Hayabusa2 su Ryugu.
A questo punto sulla superficie di Ryugu ci sarà un
cratere tutto nuovo, contenente al centro
materiale mai esposto prima allo spazio e perciò
di sommo interesse per la scienza. Toccherà ora ad
Hayabusa2 fare il passo successivo, il più difficile
di tutti: scendere all’interno del cratere, toccare la
superficie di Ryugu per un breve istante, prelevare
campioni di suolo con un apposito braccio
montato sul pannello inferiore della sonda,
accendere i razzi e ripartire immediatamente,
prima che una qualsiasi spinta laterale possa farla
coricare su un lato, compromettendo il successo
della missione. Ma scendere su un corpo dalla
superficie irregolare trovandosi a milioni di km
dalla Terra è un compito davvero difficile.
Il progetto della missione prevede che Hayabusa2
lo completi in due fasi, una controllata da Terra e
un’altra – quella finale – eseguita completamente
in automatico.

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