attrazione gravitazionale dell’asteroide la faccia
posare delicatamente sulla superficie. Durante
questi metri finali, le correzioni di assetto faranno
affidamento sulla navigazione ottica: le
telecamere di bordo riprenderanno il luogo di
atterraggio, illuminato da ritmici flash che
avranno il compito di evidenziare i Target
Markers. Quest’ulteriore procedura ha lo scopo
fondamentale di identificare ed eliminare, prima
del contatto col suolo, qualsiasi componente
orizzontale nella velocità del velivolo, la cui
persistenza porterebbe a un atterraggio non
sicuro.
Se la navigazione ottica indicherà che non ci sono
le condizioni per un atterraggio sicuro, o se i
sensori posti sotto ai pannelli fotovoltaici
rileveranno ostacoli sporgenti che possano
metterli a rischio, la manovra di discesa verrà
abortita automaticamente e la sonda accenderà i
razzi per recuperare quota.
Il progetto prevede tre avvicinamenti a Ryugu, di
cui due prima della formazione del cratere
artificiale (il primo touchdown vero e proprio è
previsto per la fine di ottobre 2018).
Il sistema per prelevare campioni di suolo da Ryugu
A destra. Vista d’insieme del corno campionatore di
Hayabusa2. Crediti: Hirotaka Sawada et al., “Hayabusa2
Sampler: Collection of Asteroidal Surface Material”,
L’elemento più caratteristico di Hayabusa2 è una
specie di proboscide (Sampler Horn) che la sonda
userà per “pungere” la superficie di Ryugu più o
meno come fa una zanzara: preleverà minuscole
quantità di particelle provenienti dall’asteroide,
intrappolandole e sigillandole, compresi gli
eventuali composti volatili, all’interno di un
apposito contenitore per riportare il tutto sulla
Terra.
L’estremità finale del corno, cioè l’elemento che
entrerà fisicamente in contatto con la superficie di
Ryugu, ha un diametro di 14 cm. All’imboccatura
superiore del corno campionatore sono inserite
canne in acciaio inossidabile, lunghe 115 mm e con
diametro di 17 mm. Sono sostanzialmente dei
piccoli fucili, che spareranno un proiettile destinato
a conficcarsi nella superficie dell’asteroide. Ciascun
proiettore ha a disposizione un solo colpo: uno
sparo e un proiettile per ognuno dei tre atterraggi
previsti dalla missione.
Il proiettile, del peso di 4,85 grammi, è realizzato in
tantalio, un metallo che è stato scelto per la sua
rarità. Se anche, infatti, particelle di tantalio
provenienti dal proiettile finiranno nei campioni di
materiale prelevato dall’asteroide, per gli scienziati